MUGGIA «Accogliamo la proposta di far diventare Muggia città d'arte e abbiamo già attivato i nostri uffici per individuare la procedura da seguire». Coopsette chiama, Muggia risponde. All'apertura del Freetime Montedoro la società emiliana aveva suggerito questa possibilità per superare lo scoglio della legge regionale che impone un tetto alle aperture domenicali.
«Fregiarci del riconoscimento di città d'arte - spiega il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek - rappresenterebbe un duplice vantaggio: andare a regime con una struttura che dà lavoro a 400 persone e accedere a finanziamenti per proseguire nel percorso di valorizzazione della città e del territorio. I presupposti ci sono tutti, a iniziare dalla valenza artistica del borgo istroveneto».
Nesladek strizza poi l'occhio all'assessore al Commercio di Trieste, Paolo Rovis, «padre» della delibera che battezza città d'arte il capoluogo: «Ci coordineremo con chi questo percorso lo ha già iniziato, perchè noi, contrariamente all'opposizione, non ci tiriamo indietro quando si tratta di lavorare fianco a fianco».
Rovis si rivela sorpreso: «Mi fa specie che il sindaco si attivi su sollecitazione del responsabile di un centro commerciale. La delibera è pubblica e pertanto a disposizione di tutti, anche del Comune di Muggia, ma si tratta di una trentina di pagine con argomentazioni approfondite, frutto di un lungo lavoro e di una scelta politica condivisa. ,Non entro nel merito se Muggia meriti o no di essere città d’arte, ma nel caso lo sarà per motivazioni diverse».
Il consigliere comunale forzista Claudio Grizon precisa: «Non sono contrario al Free Time. Ho rimarcato che nessuno si sia posto il problema di come far coesistere il commercio tradizionale con il nuovo centro». E sulla proposta di Coopsette osserva: «Non so quali relazioni intrattengano i suoi vertici con gli amministratori delle località in cui realizzano i loro centri. A decidere sulle linee di sviluppo del commercio nel nostro comune non saranno certo loro, ma il consiglio comunale». (g. t.)
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