La Provincia torna a bocciare il rigassificatore
Il Consiglio vota compatto una mozione bipartisan: «Incompatibile con ambiente e traffico marittimo»
di Luca Saviano
Un no secco, pronunciato unanimamente da maggioranza e opposizione. Dopo il “niet” del Consiglio comunale, infatti, è toccato ai consiglieri di Palazzo Galatti pronunciarsi nuovamente in merito alla costruzione dell’impianto di rigassificazione proposto da Gas Natural.
La mozione che ha impegnato i consiglieri provinciali è stata presentata dal democrat Salvatore Dore, sulla base del testo votato a fine febbraio in Comune, ed è stata integrata dal capogruppo del Pdl Claudio Grizon e dall’assessore all’Ambiente Vittorio Zollia.
«Il Consiglio provinciale di Trieste – si legge nella nota – ha rinnovato all’unanimità la propria contrarietà al rigassificatore e a ogni altro impianto simile che si volesse realizzare nell’ambito del territorio provinciale, o nelle sue immediate vicinanze, impegnando in questo senso la presidente Maria Teresa Bassa Poropat».
Che il ministero dell’Ambiente se ne faccia una ragione, sembra di poter leggere tra le righe della mozione bipartisan: l’idea che da queste parti si costruisca un terminal di rigassificazione non trova consensi fra i triestini. Anche sul versante politico, però, non si segnalano crepe e il fronte dei contrari appare sempre più compatto.
«Non mi spiego la riesumazione di questo progetto – commenta l’assessore Zollia – e per questo motivo ci stiamo riservando di valutare la situazione dal punto di vista giuridico». Un anno fa l’ipotesi di costruire l’impianto di Zaule sembrava avere le ore contate, a seguito dell’annunciata revoca della Via, la valutazione di impatto ambientale, in precedenza adottata.
A dodici mesi di distanza, invece, il ministero dell’Ambiente sembra intenzionato a compiere una brusca marcia indietro, non ritenendo incompatibile il rigassificatore di Trieste con il nuovo Piano regolatore portuale. Anche i più accesi contestatori di questo genere di politiche energetiche avevano sistemato il guanciale, rasserenati dall’allontanarsi all’orizzonte della multinazionale spagnola.
«Eppure non è più concesso a nessuno di dormire sonni tranquilli», ribadisce preoccupato Zollia. «L’iter amministrativo relativo al progetto di Gas Natural – sottolinea l’assessore - ha evidenziato con chiarezza, al di là di rilevanti vizi procedurali, le conseguenze che il territorio provinciale potrebbe subire se l’impianto venisse realizzato, per quanto attiene la sicurezza, l’incompatibilità con le varie attività portuali presenti, con le concessioni assegnate e con i programmi di sviluppo definiti dal Piano regolatore del porto».
Come portare a casa una partita che sembra giocarsi tutta sull’asse Trieste-Roma? Il Consiglio provinciale prova a tirare per la giacca Zeno D’Agostino, fresco di nomina alla guida dell’Autorità portuale: «Chiediamo che trasmetta ai ministeri competenti – così la mozione – i dati e le proiezioni dei transiti marittimi nel Golfo di Trieste, in modo da dimostrare la conflittualità operativa e il superamento dei limiti di sicurezza che potrebbero sopravvenire se fosse realizzato l’impianto».
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