martedì 10 marzo 2015

NUOVO NO DEL CONSIGLIO PROVINCIALE AL RIGASSIFICATORE DI GAS NATURAL E A OGNI ALTRO IMPIANTO SIMILE

Il consiglio provinciale ha ribadito la propria contrarietà al rigassificatore di Gas Natural a Zaule e a ogni altro impianto simile che si volesse realizzare a terra o a mare
 

Il consiglio provinciale di Trieste ha rinnovato all’unanimità la propria “contrarietà all’impianto di rigassificazione proposto da GAS Natural e ad ogni altro impianto simile che si volesse realizzare nell’ambito del territorio provinciale, o nelle sue immediate vicinanze, sia a terra che a mare, impegnando in questo senso la presidente Maria Teresa Bassa Poropat”.
Dopo che “la Commissione VIA - VAS del Ministero dell’ambiente ha concluso il supplemento istruttorio asserendo che non vi sono aspetti di incompatibilità ambientale tra le previsioni del nuovo Piano regolatore del porto ed il progetto di rigassificazione GNL a Zaule, riaprendo peraltro inspiegabilmente una fase procedurale che altri atti avevano definito con del tutto opposta conclusione”, anche Palazzo Galatti ha voluto ribadire la propria contrarietà al rigassificatore a Zaule respingendo di fatto le conclusioni ministeriali.
La mozione, proposta inizialmente dal consigliere Salvatore Dore (Pd), sulla base del testo votato in Comune, è stata rivista ed integrata da Claudio Grizon, capo gruppo del Popolo della Libertà e dell’assessore all’ambiente Vittorio Zollia e poi sottoscritta dai capi gruppo Nadja Debenjak (Partito Democratico), Marcello Bergamini (Sel), Giorgio Ret (Ret-Pdl), Paolo Polidori (Lega Nord), Elena Legiša (Federazione della Sinistra), Andrea Sinico (Un’altra Trieste), Elisabetta Sormani (Bassa Poropat), Maurizio Vidali (Slovenska skupnost), Fabio Longo (Misto) ed ha trovato una corale condivisione a conferma che, su temi di particolare rilevanza, le forze politiche, nell’interesse della comunità, sanno far prevalere il proprio senso di responsabilità e la capacità di ascolto del territorio. 
L’iter amministrativo sul progetto di Gas Natural – si legge nel testo della mozione - ha evidenziato con chiarezza, al di là di rilevanti segnalati vizi procedurali, le conseguenze che il territorio provinciale potrebbe subire se l’impianto venisse realizzato per quanto attiene la sicurezza, l’incompatibilità con le varie attività portuali presenti, le concessioni assegnate, i programmi di sviluppo, già ben definiti, dal Piano Regolatore del Porto in linea con il quadro programmatico proprio degli Enti territoriali”.
Con la mozione il consiglio ha impegnato inoltre il presidente della Provincia e la giunta “ad invitare il Commissario dell’Autorità Portuale di Trieste a redigere e trasmettere ai Ministeri competenti Ambiente, Sviluppo economico e Infrastrutture e Trasporti ulteriori documenti, dati, proiezioni di transiti marittimi e di complessivi traffici nel Golfo di Trieste che dimostrino il livello di conflittualità operativa e il superamento dei limiti di sicurezza che potrebbero sopravvenire se fosse realizzato il proposto progetto”.

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