Il consiglio provinciale ha ribadito la propria contrarietà al rigassificatore di Gas Natural a Zaule e a ogni altro impianto simile che si volesse realizzare a terra o a mare
Il consiglio provinciale di Trieste ha rinnovato all’unanimità
la propria “contrarietà all’impianto di
rigassificazione proposto da GAS Natural e ad ogni altro impianto simile che si
volesse realizzare nell’ambito del territorio provinciale, o nelle sue
immediate vicinanze, sia a terra che a mare, impegnando in questo senso la presidente
Maria Teresa Bassa Poropat”.
Dopo che “la Commissione VIA - VAS del Ministero
dell’ambiente ha concluso il supplemento istruttorio asserendo che non vi sono
aspetti di incompatibilità ambientale tra le previsioni del nuovo Piano
regolatore del porto ed il progetto di rigassificazione GNL a Zaule, riaprendo
peraltro inspiegabilmente una fase procedurale che altri atti avevano definito
con del tutto opposta conclusione”, anche Palazzo Galatti ha voluto ribadire la propria contrarietà al
rigassificatore a Zaule respingendo di fatto le conclusioni ministeriali.
La mozione,
proposta inizialmente dal consigliere
Salvatore Dore (Pd), sulla base del testo votato in Comune, è stata rivista
ed integrata da Claudio Grizon, capo
gruppo del Popolo della Libertà e dell’assessore
all’ambiente Vittorio Zollia e poi sottoscritta dai capi gruppo Nadja Debenjak (Partito
Democratico), Marcello Bergamini (Sel), Giorgio
Ret (Ret-Pdl), Paolo Polidori
(Lega Nord), Elena Legiša (Federazione
della Sinistra), Andrea Sinico
(Un’altra Trieste), Elisabetta Sormani
(Bassa Poropat), Maurizio Vidali
(Slovenska skupnost), Fabio Longo (Misto)
ed ha trovato una corale condivisione a conferma che,
su temi di particolare rilevanza, le forze politiche, nell’interesse della
comunità, sanno far prevalere il proprio senso di responsabilità e la capacità
di ascolto del territorio.
“L’iter amministrativo sul progetto di Gas
Natural – si legge nel testo della mozione - ha evidenziato con chiarezza,
al di là di rilevanti segnalati vizi
procedurali, le conseguenze che il
territorio provinciale potrebbe subire se l’impianto venisse realizzato per
quanto attiene la sicurezza, l’incompatibilità con le varie attività
portuali presenti, le concessioni assegnate, i programmi di sviluppo, già ben
definiti, dal Piano Regolatore del Porto in linea con il quadro programmatico
proprio degli Enti territoriali”.
Con la mozione il consiglio ha impegnato inoltre
il presidente della Provincia e la giunta “ad invitare il Commissario
dell’Autorità Portuale di Trieste a redigere e trasmettere ai Ministeri
competenti Ambiente, Sviluppo economico e Infrastrutture e Trasporti ulteriori
documenti, dati, proiezioni di transiti marittimi e di complessivi traffici nel
Golfo di Trieste che dimostrino il livello di conflittualità operativa e il
superamento dei limiti di sicurezza che potrebbero sopravvenire se fosse
realizzato il proposto progetto”.
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