Da Il Piccolo di domenica 21 giugno 2015 - Pagina Attualità
«Profughi nelle ex caserme di
Muggia»
Edifici situati in prossimità del confine. Proposta dell’assessore Torrenti: «Ma solo per pochi giorni prima di essere smistati altrove»
di Silvio
Maranzana
TRIESTE
«Lungo il confine con la Slovenia vi sono tante piccole caserme dismesse da
anni dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza. Sono le strutture che maggiormente
si prestano a divenire Centri di prima accoglienza e di smistamento dei
profughi in Friuli Venezia Giulia, ma non abbiamo ancora fatto la scelta».
La
dichiarazione è di Francesca Adelaide Garufi, commissario del Governo e
prefetto di Trieste. Le prime voci, ma anche la logica, per quanto concerne la
provincia di Trieste portano ai Comuni più orientali, quelli di Muggia e San
Dorligo della Valle.
«So che sono state ispezionate due casermette nel
territorio muggesano ed è abbastanza logico che la scelta possa cadere su una
di queste due», ammette infatti l’assessore regionale all’immigrazione Gianni
Torrenti che però aggiunge: «Qui comunque i profughi dovranno essere ospitati
per pochi giorni soltanto, in attesa di venir smistati in altre regioni».
«Ho
sentito di questa possibilità solo dai giornalisti - commenta d’altro canto il
sindaco di Muggia, Nerio Nesladek - ma ufficialmente non sono stato informato
di nulla. Sono certo che se il prefetto deciderà di insediare una struttura di
questo tipo sul nostro territorio ci avviserà per tempo».
Qualche altra
indicazione però arriva anche dal sindaco di San Dorligo della Valle, Sandi
Klun: «In effetti - afferma - qualche tempo fa ne ho parlato con il prefetto ed
era stata presa in considerazione la possibilità di utilizzare le caserme più
piccole dismesse da Finanza e Carabinieri lungo la linea di confine. Non sono
in buone condizione, ma si adattono meglio di quelle grandi. Comunque in questi
ultimi giorni non ho ricevuto alcuna comunicazione». Secondo il Messaggero
Veneto, l’ex caserma Cavarzerani di Udine sarebbe il primo dei sei hub di
questo tipo che Prefetture e Regione intenderebbero istituire sul territorio.
Lo stesso ruolo dovrebbe essere svolto da caserme dismesse o altre strutture a
Fusine e Prepotto in provincia di Udine e nell’Isontino a Gradisca
presumibilmente utilizzando l’attuale Cara. Gli ultimi due hub dovrebbero
appunto sorgere uno in provincia di Pordenone e l’altro in provincia di
Trieste. «Confermo che abbiamo già visitato alcuni siti - specifica il prefetto
Garufi - ma altri ne dobbiamo ancora ispezionare, la situazione è tuttora
aperta. Certo vi è la necessità di creare un’accoglienza diffusa, è
fondamentale che i profughi siano sparsi in diversi ambiti socio-sanitari per
cui parallelamente bisogna attrezzare i siti dove accoglierli. La linea di
confine è piena di casermette: stiamo valutando con il Demanio quali si trovano
nelle situazioni migliori». La necessità che anche gli altri Comuni della
provincia e non solo il capoluogo offrano accoglienza agli immigrati è stata
sottolineata l’altra sera dal Consiglio comunale di Trieste.
«È giusto
contribuire allo sforzo e non ci siamo mai tirati indietro rispetto alle nostre
responsabilità - aggiunge Nesladek che è anche segretario regionale del Pd - ma
non abbiamo ancora alcuna richiesta dal circuito istituzionale in cui siamo
inseriti».
Chi invece sembra chiudere le porte ad altri accoglimenti è il
sindaco di Duino Aurisina, Vladimir Kukanja: «Da tempo ospitiamo 18 immigrati
al Villaggio del Pescatore in una struttura messa a disposizione da un
albergatore. Le caserme sul nostro territorio si trovano in situazione di
completo abbandono e non sono adatte allo scopo. Non possiamo fare altri sforzi».
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