“La Provincia di
Trieste dal 1 gennaio 2106 uscirà dall’Unione Nazionale delle Provincie”.
Ne da notizia Claudio
Grizon, capo gruppo del Pdl a Palazzo Galatti, che assieme al vice Massimo
Romita ha presentato una mozione che impegnava la presidente Maria Tersa
Bassa Poropat “a comunicare, nei tempi utili”, ovvero entro fine ottobre,
“al presidente dell’Unione delle Provincie Italiane il recesso della Provincia
di Trieste da codesta Associazione”. La proposta infatti è stata fatta propria
ieri dalla stessa presidente della Provincia nel corso della seduta del
consiglio.
“Dopo la mancata
partecipazione delle Province del FVG all’Assemblea generale straordinaria
dell’UPI dello scorso 15 maggio – ricorda Grizon - in quanto il processo
di riordino istituzionale avviato in questa regione pone ormai le Province in
una condizione ed in una prospettiva del tutto diversa rispetto al resto
d’Italia questo è stata la logica conseguenza”.
“Uscendo dall’UPI
nazionale – ricordano i due esponenti del centro destra - potremo
risparmiare oltretutto i 9 mila euro della quota di adesione”.
“La riforma
imposta dalla governatrice Debora Serracchiani e dall’assessore Paolo
Panontin – commenta Grizon - fra poco più di un anno svuoterà le nostre
Province di gran parte delle proprie funzioni, come già avvenuto con quelle sul
“lavoro”, ponendo le basi per una loro definitivo “superamento”.
“Tutto ciò –
aggiunge Grizon - nel contesto di una preoccupante situazione di conflitto
senza precedenti tra comunità, Comuni e territori scaturite
dall’imposizione delle Unioni Territoriali Intercomunali largamente
osteggiate e motivo di contenzioni senza fine”.
Nel testo della
mozione Grizon e Romita proponevano inoltre una riduzione del 30% delle
quote sociali legate alla partecipazione delle quattro Provincie regionali
all’Unione delle Province del FVG.
Il tema è stato
stralciato su richiesta della presidente Bassa Poropat dopo il suo impegno a proporre, in qualità di presidente di turno della
stessa Unione, un bilancio di previsione 2016 caratterizzato da una riduzione
delle quote sociali (attualmente attestate a 63 mila euro per la Provincia di
Trieste) seppur ancora da quantificare.
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