Se amate l'ambiente e volete farvi del male abbiamo un suggerimento: fate quanto prima una visita ai Laghetti delle Noghere. Tornerete a casa domandandovi ancora una volta ( come amanti dell'ambiente purtroppo vi sarà già capitato) "in quale incubo sono finito/a ?"
Noi abbiamo cercato di documentare per voi il doppio scempio perpetrato a danno di quel luogo, ma le immagini non riescono stavolta a rendere l'idea . Fissano una situazione in apparenza quasi normale, mentre di normale c'è solo l'ignoranza, la burocrate indifferenza, la mancanza di amore, l'inettitudine di amministrazioni e aziende pubbliche. Cosa è successo?
Il primo scempio è opera dell' azienda proprietaria della linea elettrica aerea che attraversa il sito. La necessità, probabilmente legittima, di tenere sgombera l'area sottostante alla linea elettrica è stata tradotta in un'opera di manutenzione che sembra l'opera di un mostro meccanico impazzito, e autore di tagli che non sono le necessarie potature, ma veri e propri stupri della natura. Non sappiamo al momento se la linea è dell' ENEL o di altra azienda pubblica (Acegas?). Ci piacerebbe comunque sapere chi sono i responsabili di un simile lavoro. Vedremo se ci riusciremo.
Il secondo scempio, di cui abbiamo avuto modo modo di renderci conto proprio lavorando alla documentazione del primo, riguarda i manufatti - cancello d'ingresso, staccionate, recinzioni - che il Comune di Muggia, recentemente divenuto proprietario dei laghetti, ha appena ultimato di far sistemare. Il Comune, presentando il progetto, illustrò l' intenzione "di fare dei Laghetti delle Noghere un laboratorio e un'aula ambientalista e di studio all'aperto, in modo che ornitologi e scuole ne possano usufruire tutto l'anno, per vedere le specie di piante e animali che vivono o transitano nella zona". Una buona intenzione. E almeno in parte le opere realizzate, pensiamo alla sistemazione dei sentieri, sono opportune e fatte con l'adeguata cura. Ma i manufatti sono vergogna pura.
Il poco che si sarebbe dovuto realizzare doveva essere sobrio (se non povero), e soprattutto robusto, non asportabile (essendo l'area isolata ) ,o di facile danneggiamento anche senza volontà vandalica. Invece è tutto fragile, diremo finto, qualcosa di peggio del "voio ma no poso". Staccionate precarie, leggere e fragili su cui sarà pericolo sedercisi sopra . Un cancello d'entrata che sembra una quinta di un film wester, che vibra tutto al solo aprire della porta. Materiale che difficilmente arriverà al giorno dell'inaugurazione, che ispira miseria, come la distratta burocrazia che ne è responsabile.
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