Querelle con l’amministrazione sul conto dell’albergo e su una perizia geologica
MUGGIA «Ci sentiamo abbandonati». A parlare è la famiglia Codagnone, vittima della frana del 29 marzo scorso sulla strada per Lazzaretto, che ritiene di essere stata lasciata senza aiuto dal Comune di Muggia, il quale non avrebbe onorato la fattura dei pernottamenti in albergo, dove la famiglia ha trascorso diverso tempo in seguito all'inabitabilità della propria abitazione (120 notti in hotel, per un totale di 9mila euro). Ma soprattutto, sempre secondo la famiglia, esisterebbe il rischio di un nuovo smottamento, alla prima precipitazione di maggiore intensità.
Di tutt'altro avviso l'amministrazione comunale. «Nessuno è stato abbandonato - ribattono gli amministratori - e tutti gli interventi sono stati tempestivi».
La denuncia della situazione arriva dal consigliere comunale di Forza Italia Claudio Grizon, che si fa portavoce dei coniugi e annuncia un'interrogazione al sindaco. Il forzista intenderebbe anche allertare la Protezione civile, ritenendo insufficiente come garanzia la presa d'atto dell’avvenuta messa in sicurezza del fondo. Sarebbe stata emessa dagli uffici comunali, a quanto riferisce, solo a una perizia di parte.
Nessun documento del Comune, da quanto si apprende invece in Municipio, avvallerebbe gli esiti di quella perizia: prima di qualsiasi azione si attenderebbero infatti i risultati della perizia del geologo nominato dal tribunale, che dovrebbe essere depositata a giorni.
«A seguito della frana – riferisce Grizon – sull'abitazione era arrivato un mare di fango: una valanga di oltre un metro e mezzo, che invase il cortile entrando in casa e ammassandosi sul lato esterno dell'abitazione. La Protezione civile era immediatamente intervenuta, e anche il sindaco si era recato subito sul posto impegnandosi per trovare una sistemazione temporanea alla famiglia presso un albergo cittadino».
«Ora però - lamenta Grizon - si scopre che la fattura sarebbe a carico della famiglia, in quanto il Comune non avrebbe formalizzato la commissione». E a oggi risulterebbe inevasa. «Un atto del Comune inviato ai proprietari del fondo attiguo a quello dei Codagnone - riferisce ancora Grizon - li invitava a provvedere alla messa in sicurezza. Una lettera del geologo di parte attestava che la situazione di emergenza era stata sanata. Il 9 giugno il Comune - afferma ancora Grizon - prendeva atto del superamento dell'emergenza». Ma secondo la famiglia e i suoi tecnici non sarebbe così.
Il sindaco, Nerio Nesladek, rigetta l'accusa. «Ci spiace per quanto accaduto ai concittadini, ma il compito del Comune è di intervenire e tamponare l'emergenza. Penso di poter affermare che questo obbligo sia stato pienemente assolto, tanto che immediatamente ci siamo prodigati per trovare una sistemazione temporanea agli occupanti della casa risultata inabitabile. La sera stessa abbiamo reperito una stanza in un albergo cittadino. Il nostro intervento si è esaurito quando è venuta meno l'emergenza».
Grizon però non ci sta: «L'amministrazione potrebbepagare, con riserva di rivalsa su chi eventualmente dovessere essere identificato come responsabile. I proprietari non hanno risorse finanziarie sufficienti. I danni sarebbero ingentissimi; si parla di oltre 100mila euro, tra spese di pulizia e costi di ripitturazione e ripristino».
Gianfranco Terzoli
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