Sito inquinato, a rischio la spiaggia di Fido Lido
Il presidente di ”Crescere insieme” si autodenuncia dopo aver movimentato il terreno
Nella primavera scorsa l’Arpa aveva chiesto spiegazioni al Comune sugli interventi effettuati nell’area data in concessione
di GIUSEPPE PALLADINI
MUGGIA - Il terreno della spiaggia per cani ”Fido Lido”, inaugurata qualche mese fa nei pressi del Rio Ospo, va analizzato per vedere se contiene sostanze inquinanti, ed eventualmente pericolose, per le persone e gli animali che la frequentano. L’area attrezzata, data in concessione dal Comune di Muggia all’associazione ”Crescere insieme”, rientra infatti nel Sito inquinato di interesse nazionale, nel quale qualsiasi intervento è possibile solo dopo l’analisi (e l’eventuale bonifica) dei terreni.
A far scattare la necessità della cosiddetta caratterizzazione (prelievi di campioni del terreno e successivi esami) è stato l’intervento che il presidente dell’associazione, Carlalberto Dovigo, ha effettuato una decina di giorni fa sul fronte mare dell’area.
«Per consentire ai cani l’accesso al mare in sicurezza – spiega il presidente – abbiamo dovuto spostare diversi massi posti lungo la battigia. Abbiamo affittato una macchina per la movimentazione, e in un giorno di lavoro abbiamo creato una serie di piccole baie, alternate appunto dai massi. Quando avevamo finito – prosegue – un consigliere comunale è venuto a dirmi che quel lavoro non si poteva fare per il fatto che l’area fa parte del Sito inquinato. Ho inviato quindi un’autodenuncia dei lavori ai vari enti».
La ”comunicazione di potenziale contaminazione” prevista dalla legge è stata spedita il 3 giugno scorso al Comune di Muggia, alla Provincia, all’Arpa, alla Regione e al prefetto. «La presente notifica – si legge nel documento – è effettuata sulla base di un potenziale inquinamento derivante da una lieve movimentazione di terreno superficiale effettuata nel sito in oggetto, limitatamente a un’area di circa 500 metri quadri. Secondo quanto previsto dalla normativa, sarà nostra cura effettuare tutti gli adempimenti secondo le scadenze prestabilite».
«A spese dell’associazione – assicura Dovigo – verrà commissionata un’analisi del terreno movimentato, per rassicurare tutti gli interessati e i fruitori del sito».
A parte il lato economico (i carotaggi e le analisi hanno costi abbastanza elevati), i tempi per arrivare alla soluzione non saranno brevi. Una società specializzata dovrà prima predisporre un piano di caratterizzazione, soggetto all’approvazione degli enti e del ministero dell’Ambiente, e solo dopo il via libera potrà iniziare i carotaggi. Una volta effettuate le analisi dei campioni, queste dovranno poi essere validate dall’Arpa. E solo alla fine di questi passaggi si saprà se la spiaggia è inquinata o meno. Se lo fosse, poi, andrà bonificata.
L’area ”Fido Lido” nel frattempo continua ad essere utilizzata, come precisa il sindaco Neskladek: «I tecnici comunali non mi hanno prospettato l’eventualità di una chiusura». Lo stesso primo cittadino spiega poi la procedura che l’associazione ”Crescere insieme” deve seguire: «Devono fare a loro spese le caratterizzazioni, per vedere se l’area in cui sono intervenuti è inquinata. I risultati delle analisi andranno poi inviati all’Arpa, al Comune e alla Provincia. In base a quei risultati – aggiunge – si deciderà cosa fare».
Qualche dubbio sulla possibilità di destinare a usi pubblici l’area su cui è stato realizzato ”Fido Lido” era peraltro emerso già la scorsa primavera. A chiedere delucidazioni al Comune di Muggia sull’intervento previsto era stata l’Arpa, che alla fine di marzo aveva domandato informazioni sulle procedure adottate. Non soddisfatta della risposta, a fine aprile la stessa Arpa aveva scritto nuovamente al Comune (e per conoscenza al ministero dell’Ambiente, agli enti locali e all’associazione ”Crescere insieme”) richiedendo dettagli sugli interventi per la sistemazione dell’area (gestione del materiale superficiale, del materiale inerte usato per il livellamento, modalità per la rivelazione di inquinanti e/o rilascio di polveri). Con la stessa lettera, poi, l’Arpa aveva invitato l’Azienda sanitaria ”a valutare, alla luce di quanto segnalato dal Comune di Muggia, se possa sussistere un concreto e immediato rischio sanitario per i fruitori dell'area".
A far scattare la necessità della cosiddetta caratterizzazione (prelievi di campioni del terreno e successivi esami) è stato l’intervento che il presidente dell’associazione, Carlalberto Dovigo, ha effettuato una decina di giorni fa sul fronte mare dell’area.
«Per consentire ai cani l’accesso al mare in sicurezza – spiega il presidente – abbiamo dovuto spostare diversi massi posti lungo la battigia. Abbiamo affittato una macchina per la movimentazione, e in un giorno di lavoro abbiamo creato una serie di piccole baie, alternate appunto dai massi. Quando avevamo finito – prosegue – un consigliere comunale è venuto a dirmi che quel lavoro non si poteva fare per il fatto che l’area fa parte del Sito inquinato. Ho inviato quindi un’autodenuncia dei lavori ai vari enti».
La ”comunicazione di potenziale contaminazione” prevista dalla legge è stata spedita il 3 giugno scorso al Comune di Muggia, alla Provincia, all’Arpa, alla Regione e al prefetto. «La presente notifica – si legge nel documento – è effettuata sulla base di un potenziale inquinamento derivante da una lieve movimentazione di terreno superficiale effettuata nel sito in oggetto, limitatamente a un’area di circa 500 metri quadri. Secondo quanto previsto dalla normativa, sarà nostra cura effettuare tutti gli adempimenti secondo le scadenze prestabilite».
«A spese dell’associazione – assicura Dovigo – verrà commissionata un’analisi del terreno movimentato, per rassicurare tutti gli interessati e i fruitori del sito».
A parte il lato economico (i carotaggi e le analisi hanno costi abbastanza elevati), i tempi per arrivare alla soluzione non saranno brevi. Una società specializzata dovrà prima predisporre un piano di caratterizzazione, soggetto all’approvazione degli enti e del ministero dell’Ambiente, e solo dopo il via libera potrà iniziare i carotaggi. Una volta effettuate le analisi dei campioni, queste dovranno poi essere validate dall’Arpa. E solo alla fine di questi passaggi si saprà se la spiaggia è inquinata o meno. Se lo fosse, poi, andrà bonificata.
L’area ”Fido Lido” nel frattempo continua ad essere utilizzata, come precisa il sindaco Neskladek: «I tecnici comunali non mi hanno prospettato l’eventualità di una chiusura». Lo stesso primo cittadino spiega poi la procedura che l’associazione ”Crescere insieme” deve seguire: «Devono fare a loro spese le caratterizzazioni, per vedere se l’area in cui sono intervenuti è inquinata. I risultati delle analisi andranno poi inviati all’Arpa, al Comune e alla Provincia. In base a quei risultati – aggiunge – si deciderà cosa fare».
Qualche dubbio sulla possibilità di destinare a usi pubblici l’area su cui è stato realizzato ”Fido Lido” era peraltro emerso già la scorsa primavera. A chiedere delucidazioni al Comune di Muggia sull’intervento previsto era stata l’Arpa, che alla fine di marzo aveva domandato informazioni sulle procedure adottate. Non soddisfatta della risposta, a fine aprile la stessa Arpa aveva scritto nuovamente al Comune (e per conoscenza al ministero dell’Ambiente, agli enti locali e all’associazione ”Crescere insieme”) richiedendo dettagli sugli interventi per la sistemazione dell’area (gestione del materiale superficiale, del materiale inerte usato per il livellamento, modalità per la rivelazione di inquinanti e/o rilascio di polveri). Con la stessa lettera, poi, l’Arpa aveva invitato l’Azienda sanitaria ”a valutare, alla luce di quanto segnalato dal Comune di Muggia, se possa sussistere un concreto e immediato rischio sanitario per i fruitori dell'area".
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