mercoledì 25 maggio 2011

LA CULTURA DI COSOLINI E BASSA POROPAT DIVIDE LA CITTA’

Grizon e Romita (PDL): in Provincia riscriveremo il regolamento per i contributi per sostenere tutte le associazioni e non solo quelle che voleva la sinistra


Roberto Cosolini è Maria Teresa Bassa Poropat vogliono sostenere una cultura asservita alle loro idee politiche: la cultura invece è libertà di espressione e non può essere ingabbiata dalle vetuste soluzioni proposte dalla sinistra, improntate ad una visione ideologica della società e delle sue forme di espressione.

Claudio Grizon e Massimo Romita, rieletti consiglieri provinciali per il PDL, rispondono così alle considerazioni avanzate dal candidato sindaco Roberto Cosolini, dopo aver raccolto nelle scorse settimane le rimostranze di decine di associazioni culturali triestine.
Quando Cosolini e Bassa Poropat parlano di accordi con le imprese turistiche – evidenziano Grizon e Romita - pensano alle realtà a loro vicine non certo ad una pluralità di collaborazioni, quando parlano di arricchire il programma degli eventi pensano come sempre alle convenzioni da fare con gli organismi associativi costituiti ad hoc dai mondi culturali della sinistra come la Cooperativa Bonaventura, la Casa dei Teatri, Palacinka o Distretto Culturale e non certo a collaborazioni aperte ad una pluralità di soggetti.
Quando Cosolini parla di multiculturalità – ricorda Romita - pensa alle associazioni vicine a Sinistra e Libertà e alla Federazione della Sinistra che sguazzano nel cavalcare il voto e le case agli immigrati prima che ai triestini, quando invece parla di novecento pensa alla Giornata della Memoria sorvolando su quella del Ricordo anche perché con cinque possibili consiglieri riconducibili alla sinistra estrema potrà fare ben poche aperture al mondo dell’esodo.
Analogamente - rilevano i neo consiglieri – se dovesse vincere la Bassa Poropat in Provincia verrebbero eletti almeno quattro determinanti consiglieri riconducibili all’estrema sinistra che va ancora fiera di avere come punti di riferimento la falce ed il martello. Possiamo già immaginare, dopo aver visto all’opera l’ex assessore Dennis Visioli di Rifondazione Comunista in inutili attività improntate ad una visone ideologica della pace, quali iniziative verrebbero proposte da quella coalizione.
Quando Cosolini parla di musica, teatro e musei evidentemente non s’è accordato con la Bassa Poropat – ironizzano i consiglieri Grizon e Romita - che in questi anni in questi settori ha fatto scelte folli e discutibili come i festival al Teatro Romano diretti da Presburgher costati fino ad 800 mila euro per 1000 spettatori paganti, concerti con orchestra sinfonica del FVG da 120 mila euro per 50 spettatori, spettacoli di teatro classico per i manovali serbi di piazza Garibaldi, consulenze al sindacalista UIL Luca Visentini da 50 mila euro per una banca dati sulle associazioni che gli uffici provinciali già avevano, il fallimentare progetto del Distretto Culturale per il quale la Poropat ha speso decine di migliaia di euro per conferenze e consulenze per poi mettersi anche in concorrenza con il Verdi, il Rossetti ed il Teatro sloveno (già in difficoltà economiche) avviando costose attività di produzione nel Teatrino di San Giovanni con i soliti amici della Casa del Teatro e di Bonaventura e prendendo in affitto a 100 mila euro all’anno dall’ex presidente del Porto Boniccioli l’edificio in ristrutturazione che sta dietro al Miela per fare anche li teatro e spettacoli.
Chi organizza attività culturali, contrariamente a quanto pensa Cosolini che di queste cose evidentemente non capisce molto – aggiungono Grizon e Romita - ha bisogno di spazi idonei ove realizzarli ma anche di regolamenti per l’accesso ai contributi che riscriveremo, che non siano faziosi, e non di elemosina come ha fatto la presidente Bassa Poropat in questi anni elargendo contributi da 500 euro a pochi fortunati ma riservando cifre ben più significative da 5, 10 e più mila euro alle convenzioni fatte tra l’ente e le associazioni più vicine culturalmente con criteri alquanto discrezionali.
Anziché attribuire gli steccati culturali all’amministrazione uscente – commentano ancora gli esponenti del PDL - Cosolini farebbe bene a pensare a quello che rischia la città se la sinistra dovesse farcela ad eleggerlo sindaco: bazar multietnici equo solidali a favore di non ben identificate associazioni non governative, festival teatrali e scientifici costosissimi, contributi per attività culturali degli ambienti culturali amici e tagli clamorosi per chi non la pensa come loro.
Se Cosolini ed i suoi dovessero malauguratamente guidare la città – sottolineano Grizon e Romita - alzerebbero ed alimenterebbero barriere e divisioni vere nella comunità culturale triestina, come abbiamo già visto con la Bassa Poropat in Provincia in questi cinque questi anni, dove hanno privilegiato una cerchia di pochi fortunati a scapito di organismi culturali prestigiosi.
D’altra parte chi si occupa di cultura – concludono Grizon e Romita - senza essere di parte, trema alla sola idea che la sinistra torni a guidare il Comune o magari nel 2013 la Regione: i danni che ha fatto l’assessore regionale di Rifondazione Comunista Roberto Antonaz non li scorda nessuno, a partire dai suoi uffici ai tanti operatori e volontari che si occupano di cultura a Trieste e in regione senza essere allineato ai compagni della sinistra.

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