Il mio intervento al 1°Congresso Provinciale del Popolo della libertà di Trieste
Cari Amici,
ho il piacere di rappresentare qui oggi il gruppo consiliare del PDL in Provincia e, oltre al mio, vi porto il saluto del mio vice Massimo Romita, di Viviana Carboni e Daniela Pallotta.
Dai banchi dell’opposizione, sui quali ancora una volta siamo purtroppo finiti a causa di errori di certa politica nazionale e locale, cerchiamo di stimolare e provocare l’amministrazione Bassa Poropat che da parte sua, non riesce ad uscire dall’ombra della giunta Cosolini che ormai si proietta da piazza Unità fino a piazza Vittorio Veneto, e che ha di fatto “commissariato” Palazzo Galatti su molte questioni a partire dalla Ferriera, alle crisi aziendali fino allo sviluppo del porto e delle aree industriali.
In questa occasione non posso non sottolineare però la nostra contrarietà alle scelte del governo Monti in merito al declassamento delle Province ad enti di secondo livello, con competenze fortemente ridimensionate ed oltretutto vaghe: purtroppo anche il PDL, piuttosto che ascoltare l’on. Giuseppe Castiglione presidente nazionale dell’UPI, ha ritenuto che dando in pasto le Province all’opinione pubblica e a una buona parte dei media, l’antipolitica si sarebbe placata e accontentata. Invece non è così.
Anziché metter mano e tagliare migliaia di enti, consorzi e società partecipate dalle autonomie locali, e le relative costose poltrone, i partiti hanno colpito le Province, ovvero un livello istituzionale di questo Stato, che nel sistema italiano storicamente hanno rappresentato una dimensione territoriale, culturale e istituzionale alla quale gli italiani, sulla base dei recenti sondaggi, si sentono tutt’ora legati.
Fortunatamente qui in Friuli Venezia Giulia abbiamo ancora, e nonostante tutto, un’autonomia regionale anche in materia di assetto dei livelli istituzionali, e sono lieto che l’amico Renzo Tondo con la sua maggioranza abbiano deciso di non recepire le norme nazionali sulle Provincie ma di voler definire autonomamente un ineluttabile riassetto dei ruoli e delle competenze dei livelli istituzionali nella nostra regione.
Credo che anche la ridefinizione di ruoli e competenze tra i livelli istituzionali regionali possa rientrare a pieno titolo in quel percorso fruttuoso portato avanti con serietà, responsabilità e sobrietà da Tondo dalla sua giunta in questi anni rispetto al contenimento del debito pubblico, la riduzione della spesa, l’individuazione di nuove entrate e la semplificazione dell’apparato amministrativo.
Ed in questa prospettiva credo che la Regione dovrà responsabilmente proseguire nella devoluzione di alcune competenze al sistema delle autonomie locali trasferendo in particolare alle Province tutte le competenze degli ATO, la formazione professionale ed quelle del turismo oggi in capo a Turismo FVG.
D’altra parte se dovessimo soffermarci solo sulla Provincia di Trieste come non convenire sul fatto che un ente con questa rigidità sulle risorse ed in particolare gestito in questo modo dal centro sinistra davvero rischia di non servire.
Quando l’Ente lo gestiva il centro destra con i presidenti Codarin e Scoccimarro la Provincia c’era dove serviva, contava, si faceva sentire, esercitava senza esitazione il suo ruolo. Oggi assistiamo ad un’amministrazione chiusa in se stessa che non riesce a esercitare il proprio ruolo ed affermare le proprie competenze.
Si prospettano quindi a breve scelte importanti per il sistema delle autonomie locali. Auspichiamo che i consiglieri regionali non pensino di difendere senza un’analisi critica il ruolo della Regione a scapito delle Province, che, nonostante il grande lavoro della giunta Tondo, si caratterizza ancora per un suo centralismo alimentato in particolare da un apparato di dirigenti che pensano solo a tutelare il loro sistema di potere.
Ricordiamoci tutti che se la Regione è a statuto speciale lo deve a Trieste ed in parte a Gorizia: facciamo valere questi principi con le nostre idee e non con i numeri perché rispetto al Friuli su questo piano soccomberemo sempre.
Nella semplificazione, nella ridefinizione dell’estensione dei loro territori, nella rivisitazione dei suoi ruoli e delle competenze di questi Enti sarebbe logico dare priorità alle affinità storico culturali, al mantenimento della tipologia dei tessuti sociali ed economici, a dare integrità ai territori vocati alla produzione agricola, viti vinicola e all’economia che verte attorno al mare, a partire dalla pesca fino alla portualità.
Certo tutto questo non sarà facile ma il tempo che viviamo non ci consente di soprasedere alle decisioni e a temporeggiare: è il momento del coraggio delle scelte serie e responsabili.
La nostra gente aspetta dalla politica segnali chiari e forti che non mortifichino però le nostre famiglie al centro dei nostri valori ma ultimamente, diciamolo chiaro, penalizzate da certe scelte del governo che non ha osato intervenire dove forse avrebbe dovuto e potuto ottenendo per altro maggiori risultati.
Questo congresso si celebra in un momento delicato di forti cambiamenti nella politica e nella società. Rappresenta comunque una svolta pur nella continuità dei suoi vertici.
Auspico che in futuro anche nel PDL si premi di più la meritocrazia, le capacità dei singoli, l’impegno e la rappresentatività perché saremo più credibili agli occhi dei nostri elettori ed i nostri consensi ne beneficerebbero.
Al PDL triestino l’augurio più sincero per un futuro pieno di successi e a Sandra Savino e a Piero Tononi che oggi si riassumono l’onore e l’onere di guidarlo i miei più cari auguri di buon lavoro e a tutti voi auguro che abbiate sempre il coraggio di testimoniare le vostre idee con la forza dei nostri valori, siate voi consiglieri rionali, comunali, provinciali o regionali, oppure dirigenti del partito, per una Trieste più grande, più ricca, più solidale, più libera.
Claudio Grizon
Capo Gruppo del PDL in Provincia di Trieste
Trieste, 4 marzo 2012
Foto C.Gretti
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