A Udine gli 800 profughi ospitati alla Caserma Cavarzerani di via Cividale in rivolta a causa della qualità delle traduzioni e del cibo e dei posti letto.
A
Udine ci vado spesso e ogni volta mi capita di vedere decine e decine di
profughi e immigrati a zonzo per le strade: accovacciati davanti ai negozi
oppure seduti sui gradini delle case. Nei giorni scorsi nella centralissima
Piazza XX Settembre ne ho visti una decina schierati seduti a terra, senza
scarpe, con il cellulare in mano, auricolari all'orecchio e le scarpe nuove
fiammanti adagiate accanto al sole.
Ho
visto anche le processioni di profughi lungo la via Cividale, anch'essi con il
telefonino in mano e a dir il vero nessuno mi è parso sofferente o mal nutrito.
Tutti uomini giovani, di donne neppure una.
Che
dire poi della "profugopoli" o "imigratopoli" davanti alla
stazione dei treni questa si variopinta e composta anche da una nutrita
popolazione femminile: è da rimanerci a bocca aperta. Ci sono persone di ogni
nazionali
tà e colore della pelle che non si sa bene cosa facciano e come vivono. In un ancolo della strada un gruppo di ragazze schiamazzanti col cellulare in mano a farsi i selfie, dall'altra parte uomini e donne davanti seduti davanti ai negozi oppure posteggiati al Mc Donald, ovviamente senza fare consumazioni, ed altri ancora li incontri in giro in bicicletta.
tà e colore della pelle che non si sa bene cosa facciano e come vivono. In un ancolo della strada un gruppo di ragazze schiamazzanti col cellulare in mano a farsi i selfie, dall'altra parte uomini e donne davanti seduti davanti ai negozi oppure posteggiati al Mc Donald, ovviamente senza fare consumazioni, ed altri ancora li incontri in giro in bicicletta.
Insomma
mi chiedo davvero come i nostri cugini udinesi ce la facciano a vivere con
questo bazar in città. Nessuno però, uomo e donna che sia di questa o di quella
nazionalità, a fare la carità, o dall'aspetto trascurato. Da alcuni amici
udinesi ho avuto testimonianza di frequenti interventi delle forze dell'ordine
alla caserma di via Cividale e in giro per la città: con piantonamenti e
controlli dei documenti.
Di
frequente ragazze e donne giovani che frequentano i bus in orario serale hanno
timore a salire e cercano di stare il più vicino possibile all'autista e la
percezione di sicurezza si fa sempre più bassa complici anche atti di violenza.
Chi mi conosce sa che sono un moderato e so bene il valore dell'accoglienza ma
credo che ormai qui siamo in una situazione di non ritorno. Solo alla Caserma
Cavarzerani ce ne sono 800 di profughi e in tutta la città non oso neanche
immaginare quale possa essere la situazione.
Ebbene
credo che si debbano assumere provvedimenti seri e strutturali: in Italia, a
Udine, a Trieste o a Muggia non c'è spazio per poterne ospitare altri, oltre a
quelli che ci sono già. E' a rischio la sicurezza, l'incolumità delle persone e
l'identità delle nostre comunità e dell'Italia. Urgono politiche internazionali
tese a rasserenare le situazioni nei Paesi di provenienza di tutti questi
disperati altrimenti si rischia solo di alimentare l'industria dell'accoglienza
fatta da faccendieri della peggior specie che specula su queste persone
togliendo loro ogni dignità. Da cattolico so bene cosa ha detto il Papa. Ma è
ben vero che azioni tese a ristabilire la pace in quei paesi e condizioni di
sopravvivenza cono certamente un auspicio anche del Papa.
Spero
che la politica abbia la capacità di esserci, ad ogni livello, e di saper
interpretare i bisogni delle nazioni così come delle nostre comunità.
Altrimenti di caserme Cavarzerani ne sorgeranno a decine in ogni dove nella
nostra bella Italia e sarà il caos.
Claudio Grizon
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