venerdì 17 gennaio 2014

PROVINCIA DA ELIMINARE, IL "NO" UNISCE MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE

Da Il Piccolo di venerdì 17 gennaio 2014 - Pagina 21 - Cronaca Trieste 

Provincia da eliminare, il “no” unisce maggioranza e opposizione 
Seduta straordinaria a Palazzo Galatti. Cok (Pd): ok il riordino di competenze ma qui anche minoranze da tutelare. Grizon (Ncd): grave che la giunta Serracchiani non abbia fatto simulazioni sui costi 

di Matteo Unterweger 

Un fiume in piena fra contrarietà più o meno marcata, perplessità ai più svariati livelli (dalla legittimità costituzionale all’interrogativo sul subentro nelle competenze) e richieste di prendere ancora del tempo. Per riflettere, valutare, pesare i costi. 
È stato un dibattito-fiume, protrattosi per oltre tre ore, quello ospitato nella serata di ieri dall’aula del Consiglio provinciale. Il tema: il “superamento” delle Province annunciato dalla Regione guidata da Debora Serracchiani e dal centrosinistra. Sul tavolo non solo la modifica (che dovrà passare anche al vaglio del Parlamento) allo statuto speciale del Fvg, con l’abolizione dell’ente Provincia, ma anche la proposta contenuta dal disegno di legge 29 con cui in via sulla carta transitoria - in attesa appunto della cancellazione - le Province verrebbero tramutate in enti di secondo livello, gestiti da sindaco e consiglieri comunali. 
«Transitoria? Ma se non si dovesse arrivare a modificare lo statuto?», si è chiesta la presidente provinciale Maria Teresa Bassa Poropat, da sempre fiera oppositrice del depennamento istituzionale portato avanti da Serracchiani. E, all’epoca della campagna elettorale, cavalcato pure dagli altri candidati governatore. Dal Consiglio provinciale, ieri, un messaggio chiaro: «Valutate, state attenti. C’è bisogno di riflettere», la sintesi di Maria Monteleone (Pd)
Destinatari del monito trasversale i consiglieri regionali ospiti a palazzo Galatti: Franco Codega e Stefano Ukmar (Pd), Emiliano Edera (Cittadini), Giulio Lauri (Sel), Igor Gabrovec (Ssk, eletto nella lista del Pd), l’ex sindaco di Trieste Roberto Dipiazza (Autonomia responsabile), Elena Bianchi e Andrea Ussai (M5S), e Rodolfo Ziberna (Pdl). 
Dai componenti dell’assemblea di piazza Oberdan si è saputo come l’assessore regionale Paolo Panontin, delegato alle Autonomie locali, al mattino avesse affermato di volersi prendere ancora qualche giorno di meditazione sulla legge 29 prima di procedere con l’iter. 
Dall’aula di palazzo Galatti, ieri sera, Bassa Poropat ha ribadito il proprio netto “no” all’operazione di soppressione delle Province: «I risparmi non ci saranno. E l’istituzione va valutata sulla base dei servizi che eroga. Le funzioni di area vasta - ha continuato la presidente della Provincia di Trieste -, e penso a politiche attive del lavoro, trasporto pubblico, ambiente, edilizia scolastica, a chi passeranno se non possono essere gestite dai Comuni? Qui si è partiti dai contenitori, non dai contenuti. Abbiamo chiesto all’assessore Panontin del tempo per affrontare la “riforma delle riforme”»
«Si ripropongono situazioni tipiche del Medioevo - è andato giù duro Claudio Grizon (Pdl) in un lungo intervento, assestandosi per una volta sulla stessa linea della presidente -. È grave che la Regione non abbia effettuato simulazioni sui costi»
Dal Pd, poi, Stefan Cok: «Nessuno nega la necessità di riordino delle competenze degli enti locali. La Provincia ne ha di numerose e importanti. Il nostro compito è di rappresentare aspetti e criticità in un dibattito in cui le Province devono svolgere un ruolo da protagoniste. Ricordiamoci poi che in questo territorio ci sono minoranze culturali e linguistiche da tutelare e la Regione deve tenerne conto». 
Per Paolo Polidori (Lega Nord) il discorso è anche di «difesa del buon senso, del ruolo istituzionale e organizzativo delle Province. I consiglieri regionali dovranno pensare ognuno in maniera intellettualmente onesta. Perché qui, così, si fa un passo indietro». Sabrina Morena (Sel) non ha nascosto i dubbi sul «disegno di legge 29, per criticità che sicuramente vanno a incidere sulla questione della rappresentanza democratica», ricordando inoltre la necessità di simulazioni nell’ambito di un riordino «per non rischiare di bloccare le amministrazioni. Perché - la sottolineatura - si ereditano anche i mutui in essere della Provincia». 
Accorato richiamo al ruolo di «sentinelle», chiamate a «moralizzare l’apparato» dei funzionari, per i consiglieri regionali da parte di Giorgio Rossi (Lista Dipiazza)

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