mercoledì 8 settembre 2010

HOTEL DULCINEA, RILASCIATA L'AUTORIZZAZIONE

LA NOTA
Il Comandante dei VV.UU. replica ai miei quesiti ma di fatto non risponde alle domande che ho fatto. Difende, come un soldatino, i vigili ma non ci spiega se ha fatto verifiche per far emergere e sanzionare eventuali attività ricettive abusive. Non spiega neanche se la sanzione fatta al gestore dell'albergo è corretta o se doveva essere fatta ha chi è il proprietario dell'immobile che ha presentato tutta la documentazione dell'hotel. Sappiamo bene che se si vuole bisogna ricorrere al prefetto o al giudice di pace.
Nessuna parola sulle attività e sui ritardi dell'ufficio commercio. Anzi solo la nota stonata di un revisore dei conti (nel caso anche commercialista dell'Hotel) che, anzichè occuparsi di fare le pulci alle spese e al bilancio del Comune per conto del centro destra che lo ha eletto, preferisce valutare la mia attività politica. Lo voglio tranquillizzare: nessun impeto politico, solo il mio attento controllo su quello che succede o non succede in questo Comune che mi consente di valutare i fatti con elementi che ne lui ne i cittadini spesso non conoscono




Da Il Piccolo dell'8 settembre 2010 - Pagina 19 - Trieste

MUGGIA. DOPO L’INTEGRAZIONE DEI DOCUMENTI

Hotel Dulcinea, rilasciata l’autorizzazione 
La polizia municipale replica alle critiche

MUGGIA - Il Comune di Muggia ha rilasciato il nulla osta per l'apertura dell'albergo Dulcinea. L'autorizzazione ufficiale è stata data ieri dalla commissione competente, sulla base di un’integrazione della documentazione.
L’albergo di via Battisti era salito alla ribalta della cronaca in seguito a un blitz della divisione amministrativa della Questura e della polizia municipale di Muggia, che avevano rilevato come l’attività fosse iniziata senza l’autorizzazione.
Sulla vicenda si è acceso un aspro confronto, innescato dal consigliere comunale del Pdl Claudio Grizon, che ha criticato sia l'operato dei vigili urbani sia dell'ufficio comunale del Commercio.
Alle critiche di Grizon risponde ora, indirettamente, il comandante della polizia municipale Fabrizio Lanza, con una lettera inviata al sindaco Nesladek e al vicesindaco Crevatin, nella quale difende l'intervento della polizia municipale (in ausilio alla polizia di Stato).
Rimarcando come al legale rappresentante della società Muggia srl, proprietaria dell'attività ricettiva denominata Dulcinea, è stato «contestato l'art. 23 del Codice della strada, per aver affisso un’insegna pubblicitaria senza la prescritta autorizzazione comunale», Lanza replica appunto indirettamente a Grizon, il quale aveva evidenziato come l’amministrazione dovesse «rendere conto dell’operato degli uffici, e in particolare della violazione contestata dai vigili urbani al nuovo albergo».
Poiché si tratta di un «verbale redatto ai sensi della normativa stradale – spiega il comandante Lanza – il sindaco e l'amministrazione non hanno competenza in merito, in quanto solo il prefetto o il giudice di pace possono decidere su eventuali ricorsi». Dunque – precisa ancora Lanza – «nella circostanza nessuna persona, indipendentemente se consigliere comunale o meno, può interferire su questioni giudiziarie che non la vedono direttamente coinvolta».
Grizon si era inoltre mostrato scettico «sullo zelo dimostrato dalle forze dell’ordine, e in particolare quello dei vigili urbani», chiedendosi se avesse riguardato «anche i controlli per la prevenzione dell’abusivismo nel campo della ricettività, che probabilmente interessa anche il territorio muggesano». Secca la replica, del comandante Lanza: «Negli ultimi tempi la polizia municipale ha effettuato controlli, elevando sanzioni anche in altre realtà ricettive del comune”.
Sulla vicenda interviene anche, con una missiva al sindaco, Gian Paolo Galluccio, commercialista della Muggia srl (società proprietaria del Dulcinea), eletto lo scorso anno con i voti del centrodestra come revisore dei conti, il quale difende l'operato dell'Ufficio commercio, criticato da Grizon. Galluccio afferma che nella vicenda lo stesso Grizon «momentaneamente preso dall'impeto, figlio dell'agone politico, ha inteso valutare i fatti da una propria visuale che potrebbe non coincidere con la realtà». 
Riccardo Tosques

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