Credo che con la scomparsa di Galliano Donadel la sinistra muggesana, ma anche tutta la comunità, abbia perso forse l'ultimo personaggio politico di spessore che, pur rappresentando le origini e la storia di quel vecchio Partito Comunista che la Democrazia Cristiana prima ed il pentapartito e il centro destra poi hanno tanto combattuto, credo debba essere ricordato con rispetto anche per il suo generoso impegno sociale.
Donadel, per quel poco che ho avuto occasione di conoscerlo e di parlare con lui, posso dire che aveva un carattere forte, ruvido e schietto, forse poco politico ma sicuramente franco. Ha rappresentato fino all'ultimo istante un punto di riferimento nella sinistra a Muggia che ormai sembra aver perso ogni riferimento alle storiche figure della storia del Partito Comunista.
Da vent'anni son finiti i tempi di quella sinistra cara a Donadel e degli scontri tra un Comune guidato da una maggioranza schiacciante di sinistra egemonizzata dal PCI e da un'opposizione imperniata essenzialmente attorno al ruolo e agli uomini e donne della Democrazia Cristiana, da quando con il pentapartito nel novembre del 1989 venne eletto sindaco il socialista Jacopo Rossini. Credo però sia rimasta, a Muggia ben più che a Trieste, una consolidata mentalità legata all'essere "di quà" o "di là", incentrata su due caolizioni ove un tempo prevaleva sempre la sinistra ma ormai sia per ragioni demografiche che sociologiche e politiche conta molto la notorietà di chi è chiamato a guidarle, la loro compattezza ed il programma proposto. Ma questi sono temi per la prossima ed imminente campagna elettorale.
Da Il Piccolo del 31 ottobre 2010
È morto Donadel, storica figura di politico e sportivo
MUGGIA. UNA VITA NELLA SINISTRA
Nella notte di venerdì è morto, a 88 anni, Galliano Donadel, storica figura della politica e dello sport muggesani, e non solo. Colpito da un malore venerdì nella sua casa di Chiampore, è spirato poche ore più tardi.
A Muggia fu consigliere comunale e varie volte assessore con il Pci, fra gli anni '70 e '80, poi per due volte consigliere provinciale e altrettante consigliere regionale. La sua scomparsa ha colto di sorpresa la comunità, in cui per decenni ha svolto importanti ruoli come politico e come sportivo, prima atleta nel ciclismo e poi dirigente nel calcio (presidente della Fortitudo e consigliere regionale della Federcalcio), partecipando con passione alla vita cittadina. In queste settimane stava correggendo le bozze di un libro autobiografico, scritto assieme al figlio.
Tanti i muggesani che ieri hanno voluto ricordarlo, a cominiciare dell'ex sindaco Willer Bordon, che con Donadel ha avuto un lungo, ininterrotto rapporto. «Era un vulcano - racconta Bordon - che ogni tanto anche esplodeva. Una riserva inesauribile di energia, un passione politica travolgente. Il mio primo comizio lo feci assieme a lui, nel 1970, quando venne chiamato a dirigere il Pci a Muggia in vista delle elezioni comunali. Era uno della vecchia guardia - aggiunge - di quella fucina dirigenziale nata dai cantieri navali, una classe dirigente autodidatta, formatasi sul campo. Personaggi straordinari, come Gildo Campagna e Gastone Millo, che avevano un forte radicamento con la realtà».
Fedele Valentich, una vita passata assieme a Donadel nel partito e in consiglio comunale, ne ricorda anche il ruolo nello sport: «Fino all'ultimo ha dato il suo contributo al partito, anche in campo sociale. Come sportivo amava il ciclismo, vinse una quarantina di importanti gare, fu presidente della Fortitudo calcio, e venne insignito della Stella al merito del Coni».
«L'ultima volta l'ho incontrato a Muggia la scorsa primavera - racconta il segretario provinciale del Pd Roberto Cosolini - e mì colpì il suo entusiasmo, ancora straordinario. Trasmetteva grande energia e passione. Lascia un grande vuoto fra tutti quelli che hanno condiviso con lui la vita politica ma anche quella sportiva».
Fino a due anni fa Donadel è stato presidente della Cooparativa popolare di Chiampore, ora guidata da Renzo Nicolini: «La sua scomparsa - commenta - mi ha colpito profondamente. Era entusiasta della vendita della cooperativa al Comune, un passaggio che ha concluso un ciclo in cui lui è stato punto di riferimento. Come amministratore ebbe una grande onestà intellettuale; non accettava il modo attuale di fare politica, ma non aveva mancato di partecipare con entusiasmo all'ultimo congresso del Pd» (gi. pa.)
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