martedì 23 novembre 2010

IL PDL: NO ALL'AMPLIAMENTO DELL'ASILO DI CHIAMPORE

Da Il Piccolo del 23 novembre 2010 - Pagina 19 - Trieste

MUGGIA. IL COORDINAMENTO COMUNALE INTERVIENE SUL PROGETTO

Il Pdl: no all’ampliamento dell’asilo di Chiampore

«Il Comune deve garantire strutture raggiungibili». L’assessore Rossi: nessun trasferimento forzato


Rimane caldo il ”tema asili” nel territorio comunale di Muggia. Sono ancora irrisolte le questioni sorte nella scuola materna delle Canossiane ad Aquilinia, a rischio chiusura, e in quello parrocchiale di via XXV Aprile, dove il parroco don Latin, in seguito a problemi economici della struttura, ha proposto il part-time per le maestre, soluzione però respinta dai genitori. Ultimo, in ordine di tempo, il caso dell’asilo «San Matteo» di Zindis, anche questo in difficoltà economiche, caso sui cui sviluppi riferiamo in questa pagina.

di RICCARDO TOSQUES

MUGGIA «L’ipotizzato spostamento di cinquanta bambini da Muggia centro a Chiampore non ci pare una soluzione funzionale rispetto alle abitudini e ai percorsi che i genitori intraprendono quotidianamente per raggiungere i propri luoghi di lavoro». Il coordinamento comunale del Pdl dichiara la propria contrarietà rispetto al progetto di ampliamento che dovrebbe interessare la scuola dell'infanzia “Il Biancospino” di Chiampore.
Il piano, fortemente caldeggiato dall'assessore alle Politiche giovanili di Muggia Loredana Rossi, avrà un costo di circa 500mila euro, fondi che il Comune è in procinto di chiedere direttamente alla Regione.
L'ampliamento dell'asilo ha il dichiarato obbiettivo di raddoppiare gli spazi attuali, allargando il refettorio e ingrandendo lo spazio riservato alle attività, per poter così “svuotare” l'asilo Borgolauro, attualmente inserito nel comprensorio della scuola Edmondo De Amicis.
«L’amministrazione comunale ha il compito e il dovere di creare i presupposti per garantire che le famiglie muggesane abbiano la possibilità di lasciare i propri bambini in strutture adeguate e, soprattutto, facilmente raggiungibili e con orari d’accesso in linea con i tempi di lavoro dei genitori», sottolinea il coordinamento del centrodestra muggesano.
Sulla questione anche il capogruppo della lista civica Insieme per Muggia, Italo Gioacchino Santoro, esprime i propri dubbi riguardo alle «reali esigenze dei genitori di trasferire i bimbi dal centro sino a Chiampore, una zona bella ma sicuramente scomoda e fuori dai percorsi di chi si deve recare in città per lavoro».
Da qui dunque l’invito del Pdl «a calibrare l’intervento alla scuola Biancospino a seconda delle direttive della riforma Gelmini, con conseguente ridimensionamento dell’attuale progetto, e a reperire nel contempo risorse da investire, con opportuni progetti e convenzioni, che abbraccino l’intero territorio muggesano».
Il rischio è quello già paventato anche dalla stessa amministrazione. «Se le strutture private dovessero ridimensionare le proprie attività, o cessarle addirittura del tutto, come pare possa accadere per quella di Aquilinia alla fine di questo anno scolastico – osserva ancora il coordinamento del Pdl – il Comune non sarebbe assolutamente in grado assumersi l’onere finanziario e organizzativo per gestire e dare risposte ai bisogni delle famiglie private relativamente ai servizi per l’infanzia».
Di fronte alle considerazioni giunte dal Pdl locale, l'assessore alle Politiche giovanili Loredana Rossi conferma la propria posizione: «L'ampliamento della scuola Biancospino è una delle chiavi possibili per risolvere il sovraffollamento del comprensorio De Amicis, e poi personalmente ritengo che, seppur isolata rispetto al centro cittadino, la Biancospino goda di un bellissimo giardino e di una struttura che potrebbe essere molto più comoda rispetto all'attuale. In ogni caso, sicuramente non obbligheremo i genitori della Borgo Lauro a trasferire i loro bimbi a Chiampore».
L'assessore Rossi evidenzia poi l'impossibilità concreta «di creare una nuova struttura, come proposto dallo stesso Pdl con un emendamento da inserire nel Piano anticrisi. I costi per una nuova struttura sono impensabili, così come l'idea di recuperare gli edifici esistenti».

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