Da Il Piccolo del 5 luglio 2011 - Pagina 22 - Cronaca Trieste
Acquario, il Comune: «La gente sa»
Grizon: «Presa in giro di Nesladek». Ambientalisti: «Vanno chiusi i varchi laterali»
MUGGIA - Il Comune si difende: «La gente sa, quindi...». Gli ambientalisti non ci stanno: «Chiudiamo i varchi laterali». E dall'opposizione il Pdl tuona: «Ora un'interrogazione in Provincia». La frequentazione “non a norma di legge” del terrapieno Acquario registrata nello scorso week-end dal Piccolo ha suscitato un vespaio di reazioni. «Il sito Acquario risulta delimitato molto chiaramente, recintato sul lato strada e interdetto sugli altri lati con appositi dissuasori e cartelli. È stata data ampia pubblicità sul tipo e concentrazione degli inquinanti presenti e su come avviene la possibile contaminazione. Infine, sono state date indicazioni alla Polizia Municipale di effettuare la vigilanza sul sito: a fronte di un sito in cui non è possibile “entrare per sbaglio” chi vi accede lo fa consapevole del rischio a cui si espone». Il Comune di Muggia replica così, evidenziando poi che la «sigillatura, tra l’altro non prevista dalla legislazione in materia, avrebbe poco senso, come dimostrato da una delle foto, dove una gentile signora si appresta a scavalcare la recinzione». «A questo punto dopo le recenti notizie, bisogna pensare a chiudere i varchi posti ai lati di accesso al sito di "Acquario" in modo di non permettere l'entrata alla gente e accelerare le procedure per la bonifica dell'area più inquinata posta a ridosso del bagno di Punta Olmi». Idee chiare per Giorgio Jercog, coordinatore del Comitato per la salvaguardia del Golfo. Che poi rilancia: «Per quanto riguarda il sito prospiciente le piazzole si potrebbe pensare al suo utilizzo da subito, come area per il posteggio con divieto di balneazione, come al Molo Balota». Tono più duro infine quello del Pdl per voce del coordinatore comunale Claudio Grizon. «Ci spiace che dopo aver tentato di prendere in giro noi ora il sindaco Nesladek stia prendendo ancora una volta in giro i cittadini che, tratti ad arte in inganno dalle tabelle e dalle ampie aperture sull’area, ritengono in buona fede di non far nulla di male andando a pescare o prendere il sole su un’area che in realtà è inquinata e, fino a prova contraria, potenzialmente pericolosa. Paradossalmente, visti i segnali di divieto i vigili urbani dovrebbero farlo rispettare sanzionando i malcapitati. Ma non solo: il Comune non ha ancora l’area in concessione da parte della Regione». L'esponente pidiellino ha preannunciato un'interrogazione alla Provincia. (ri.to.)
Nessun commento:
Posta un commento