venerdì 27 gennaio 2012

MORTO DON DESSANTI "IL PRETE DEI POVERI"

Da Il Piccolo di venerdì 27 gennaio 2012 - Pagina 31 - Cronaca Trieste

Morto don Dessanti «il prete dei poveri»

Se ne è andato in silenzio, con la stessa discrezione con la quale per anni la notte aveva girato tra le panchine, i portoni e i vagoni dei treni alla ricerca dei barboni in difficoltà. Don Antonio Dessanti era definito «il sacerdote dei poveri» perché per i più fragili, per quelle anime che non avevano nemmeno la forza di avvicinarsi alla sua parrocchia per chiedere un pezzo di pane o una tazza di tè caldo, lui aveva una particolare sensibilità. Da tempo ricoverato all’Itis, monsignor Dessanti è morto nella mattinata di mercoledì. Nato a Buie d’Istria il 31 maggio del 1921, ordinato sacerdote nel 1946, don Antonio ha guidato dal 1992 al settembre del 2009 la parrocchia della Beata Vergine del Rosario. È in quel contesto che il sacerdote ha consolidato il suo rapporto con i cittadini distinguendosi sempre per il suo forte impegno morale e spirituale a servizio della diocesi e dell’intera comunità. Entrando nella sua canonica in via dei Rettori, riscaldata da una stufetta e con il pavimento rattoppato da vecchi tappeti, il suo impegno nella difesa dei valori della nazione e dell’italianità non si leggeva soltanto nelle sue parole, ma anche nei tricolori esposti, nei libri sistemati alla rinfusa, nei ritagli di giornale che conservava accuratamente o appiccicava al muro. In fondo alla sua chiesa aveva posizionato un’urna dove chi ne sentiva la necessità poteva lasciare un pensiero, una riflessione ma anche una richiesta d’aiuto. E lui quei bigliettini intrisi di sofferenza e di gratitudine li leggeva tutti e ne faceva tesoro. Laddove poteva, interveniva. Don Antonio era il sacerdote degli esuli, degli istriani. Nel febbraio dello scorso anno l’Unione degli Istriani ha voluto consegnargli il premio “Histria terra”. Nella motivazione Dessanti veniva definito «faro di carità cristiana, protagonista della storia della terra istriana, concreto nel suo operare». Fino a che ha avuto forza, il sacerdote nato a Buie ha continuato a svolgere il suo compito di confessore anche all’Itis. Prima che le sue condizioni peggiorassero, gli ospiti dell’istituto continuavano a cercarlo tra i corridoi e le stanze per avere da lui una parola di conforto, un messaggio di fede. E lui, con la pazienza che lo ha sempre contraddistinto, non ha mai negato un abbraccio, una carezza, un sostegno spirituale. Don Antonio Dessanti aveva trasformato la sua parrocchia, quella della Beata Vergine del Rosario, in un vero e proprio punto di riferimento per le persone in difficoltà: non ha mai guardato chi aiutare, l’ha fatto e basta. Un impegno costante, appassionato che nel novembre 2009 il Comune ha inteso riconoscere conferendogli il sigillo trecentesco della città. Laura Tonero

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