Nel corso della trasmissione Porta a Porta di
mercoledì scorso (12 settembre), in cui si commentava la sentenza della Corte
Costituzionale tedesca e dei fattori che impediscono la crescita, il direttore
del circolo della stampa estera a Roma, il tedesco Tobias Piller nel ribattere
alle argomentazioni degli altri ospiti, ha citato quanto gli ha riferito Debora
Serracchiani, ovvero il fenomeno, a suo dire, delle imprese friulane che
scappano in Austria “perché oppresse dalla burocrazia friulana”.
Il direttore, da parte sua, ha avuto
l’intelligenza di aggiungere che se questa è la fotografia del Friuli
figuriamoci allora a Roma e Napoli quale sia la situazione, riconoscendo
implicitamente una storica differenziazione in positivo per il Friuli Venezia
Giulia. Il fatto lo trovo di una gravità inaudita a conferma che la laziale
Serracchiani, pur di danneggiare l’immagine di Tondo, è pronta a sputare sulla
storia e sulla realtà della Regione che lei si è candidata a governare; inoltre
la raffigurazione che fa, dimostrando di non conoscere i problemi del FVG, è
del tutto carente e distorta. Il FVG che, insieme al nord est, è terra
trainante dell’economia nazionale vive sulla propria pelle i problemi dei
confini storici prima chiusi e poi, con l’Europa, resi luogo di competizione
soprattutto per effetto del differenziale fiscale, molto più vantaggioso in
Austria e in Slovenia.
La promozione carinziana verso le nostre imprese
volta ad un loro trasferimento oltre confine è martellante, e gli elementi a
sostegno del vantaggio prospettato sono i seguenti: 1) Abbiamo una fiscalità
sulle imprese molto più vantaggiosa, consentiamo detrazioni fiscali che
l’Italia non ha; 2) La nostra sinistra non è come la vostra, da noi c’è meno
conflittualità e le imprese sono considerate una grande risorsa; 3) Da noi c’è
meno burocrazia e comunque esiste un sistema che mette su un piano di parità,
nell’eventuale contenzioso fisco e contribuente; 4) il costo del lavoro è più
basso perché incide meno la fiscalità; 5) Il costo dell’energia è più basso. A
questi elementi l’ing Benedetti della Danieli ha giustamente aggiunto un
fattore strutturale di svantaggio per il FVG che è il tasso di denatalità e
quindi meno forza giovane a disposizione delle aziende e per la crescita.
La Slovenia non fa azioni di promozione, ma di
fatto la esercita in modo pesante con una fiscalità oggi sulle imprese
bassissima che è al 15% e con un costo dei carburanti molto basso, fermo
restando, però, che oggi è un Paese in grosse difficoltà dal punto di vista del
disavanzo di bilancio. Ciò ha comportato la delocalizzazione, ad esempio
dell’autotrasporto che nel FVG è sceso da 50mila a 10mila addetti e in Slovenia
è salito a 55mila addetti, creando una concorrenza impari sul mercato interno
nostro, rispetto agli autotrasportatori italiani.
Questo quadro è più complesso e articolato di
come la Serracchiani mostra di conoscere, dimostra quanto sia fondata e giusta
la battaglia, di Illy e di Tondo, nei confronti del Governo nazionale affinchè
riconosca al FVG gli strumenti di autonomia che sono indispensabili per
realizzare politiche atte a contrastare questa concorrenza impari. Azione
analoga portata avanti di pari passo con Durnwalder, presidente della Provincia
di Bolzano che pur avendo maggiori risorse di noi, non le può mettere a frutto
nel modo più necessario per mancanza di strumenti.
Questa è la ragione per cui nella legge sul
Federalismo Fiscale abbiamo voluto la norma sulla fiscalità di concorrenza ai
confini e la ragione per cui nel famoso patto Tondo-Tremonti, sulla legge di
stabilità, si è ottenuto quella modifica statutaria che consentirà, attraverso
le norme di attuazione in corso, al FVG di avere una Autonomia fiscale sia di
entità che di modalità, ovvero la possibilità di passare dalla politica dei
contributi alla politica della detrazione fiscale per gli aventi diritto, così
da bypassare completamente tutti i fattori di burocrazia che hanno un costo per
le aziende e le famiglie, e ritardano gravemente l’efficacia dei provvedimenti
regionali.
Tondo non ha mai nascosto che il suo primo
obiettivo è abbattere una burocrazia, certamente regionale che esiste, ma
soprattutto nazionale che incide da noi come in ogni altra parte d’Italia.
Tondo non ha mai nascosto che il suo primo
obiettivo è abbattere una burocrazia, certamente regionale che esiste, ma
soprattutto nazionale che incide da noi come in ogni altra parte d’Italia.
Mentre la Serracchiani è tutta protesa ad
accusare la Regione e a giustificare il centralismo del Governo Monti, a noi fa
incazzare che a Roma non capiscano che le code per la benzina verso la Slovenia
fanno perdere entrate e creano un grave danno all’economia locale e al Paese.
La Serracchiani su questo dovrebbe spendere parole a Bruxelles e nelle sue
apparizioni televisive, che è il mestiere che meglio sa fare.
Da tutto questo traiamo delle conclusioni: In
primo luogo è tragico avere una rappresentante al Parlamento Europeo e
candidata alla Regione che dimostri, così gravemente, di non conoscere, nella
giusta profondità, i problemi socio economici di questa regione; quindi è
deprimente il suo atteggiamento di cercare di rappresentare negativamente il
FVG fuori dei suoi confini, nella speranza di apparire come colei che lo può
far resuscitare.
Tutta questa “innovazione positiva” la dovrebbe
portare in compagnia di Rifondazione Comunista, del Sel e di una parte del suo
stesso partito che ha già impedito a Illy, che poteva certamente fare cose
positive, di agire pienamente nella direzione che avrebbe voluto.
Al riguardo
non possiamo dimenticare come fu proprio la sinistra, con il Governo Prodi, ad
impedire a Illy di avere il commissariamento per realizzare la Terza Corsia che
insistentemente chiedeva, di avere la legge nazionale per realizzare
l’Euroregione e di avere il riconoscimento dei decimi delle pensioni, e per
questo Illy dovette arrivare ad una sentenza della Corte Costituzionale. Cose
queste che Tondo ha ottenuto grazie ad una diversa sensibilità dimostrata dal
Governo Berlusconi verso i problemi concreti di questa comunità regionale.
La Serracchiani dice di avere avuto grandi
soddisfazioni; lei che viene da fuori e che ha potuto apprezzare l’apertura
mentale della nostra comunità, dimostri allora anche riconoscenza rispettando
davvero nel merito il lavoro e le esigenze di una comunità regionale che dal
dopoguerra ad oggi ha saputo sempre dare dimostrazione di essere virtuosa. Noi
comprendiamo il suo disagio a non sentirsi parte fino in fondo di questa
comunità regionale, è un disagio che noi, che ci sentiamo parte integrante di
questa comunità, non abbiamo e se a volte ci critichiamo, dentro i confini, è
perché vogliamo fare di più; fuori ci preoccupiamo di parlarne nel modo dovuto.
Impari a farlo anche lei.
On. Isidoro Gottardo
Coordinatore Regionale del PDL
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