Grizon e Rovis (Pdl):
salvare il Galvani e lanciare un progetto per un rinnovato istituto professionale
che sappia mettere in relazione i nostri giovani con le professioni più
ricercate
“Il destino dello storico istituto professionale Galvani, che ha
formato tanti elettrotecnici, meccanici, odontotecnici, analisti chimici, ecc.
sembra davvero appeso ad un filo”.
Lo rivela Claudio Grizon,
capo gruppo del Pdl a Palazzo Galatti ricordando che “venerdì prossimo la
giunta provinciale potrebbe decretarne la liquidazione, ovvero la spartizione
dei suoi indirizzi di studio e dei suoi 230 studenti tra il Nautico e il
Nordio”.
A tal fine, nella recente riunione della commissione competente,
il consigliere pidiellino ha chiesto all’assessore
provinciale alla programmazione scolastica Adele Pino “quali sono le
prospettive per il Galvani nel nuovo piano per il dimensionamento scolastico”.
“Anche a seguito di segnalazioni e preoccupazioni che mi sono
state manifestate – afferma Grizon - credo che la Provincia debba fare il
possibile per salvare l’unico Istituto professionale rimasto a Trieste”.
Il limite minimo di alunni che ogni istituto deve avere per
assicurarsi l’autonomia è di 400 e, purtroppo, oggi il Galvani è attestato a
soli 230 alunni, suddivisi in tre corsi di studio, che già da tre anni sta
sotto al limite di legge.
Negli anni scorsi è emersa più volte l’ipotesi di uno smembramento
del Galvani tra Nautico (400 iscritti) e Nordio (386 studenti), anch’essi ormai
a rischio, ma le pressioni del corpo insegnante e degli studenti ha portato a
mantenere l’autonomia.
Il tema del destino del Galvani ora è ritornato d’attualità.
“L’assessore – prosegue l’esponente del centro destra - ci ha informati di aver
avviato le consultazioni previste con i dirigenti scolastici, con i sindacati e
il consiglio d’istituto. Sentita la Pino sul tavolo ci sarebbero
sostanzialmente tre soluzioni: l’accorpamento del Galvani al Nautico o al
Nordio oppure l’accorpamento al Nautico con lo scorporo dell’indirizzo degli
“audiovisivi” a favore del Nordio che coinvolgerebbe ben 120 alunni sugli
attuali 230”.
Ci sarebbe, comunque, anche la possibilità, perorata da alcuni
sindacati, del trasferimento del Galvani al Nautico con i tre indirizzi di
studio, soluzione che lascerebbe per il futuro il Nordio sulla soglia di
galleggiamento rispetto al limite dei 400 alunni per ogni istituto autonomo.
Il sindacato GILDA, sempre secondo la Pino, propenderebbe per la
riproposizione di un polo professionale accorpando il Sandrinelli al Galvani.
“Comunque sia – evidenzia amareggiato Grizon – il rischio è che
alcune di queste soluzioni possano mettere fine allo storico Galvani che, ai
bei tempi, aveva pure una succursale a Muggia”.
Sul tema interviene anche il capo
gruppo del Pdl al Comune di Trieste Paolo Rovis. “Condivido le
preoccupazioni che Grizon ha sottoposto all’assessore Pino – sottolinea Rovis
–: il nostro rammarico non è certamente dato dalla perdita delle direzioni
scolastica ed amministrativa ma dall’identità e del ruolo che l’istituto
professionale potrebbe avere anche a Trieste proprio quando nel mondo del
lavoro gli operai ed i tecnici potrebbero avere maggiori sbocchi occupazionali
degli altri indirizzi di studio”.
“In tempi di crisi e disoccupazione – aggiungono Grizon e Rovis -
sarebbe ancor più necessario indirizzare famiglie e studenti su corsi di studi
che offrono certamente maggiori sbocchi occupazionali di altri che, invece,
continuano ad ingrossare la percentuale dei giovani disoccupati attestata al
40%”.
“Auspico che l’assessore Pino – conclude Grizon - anziché
assecondare solo i numeri, voglia proporre nel nuovo piano per il
dimensionamento scolastico una nuova sfida: gettare le basi per ridare nuove
prospettive ad un istituto professionale che sappia mettere in relazione i
nostri giovani con le professioni più ricercate”.
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