mercoledì 20 maggio 2015

SVALIGIATA LA CANONICA DI MUGGIA VECCHIA

Da Il Piccolo di mercoledì 20 maggio - Pagina Provincia



Il racconto di don Andrea "Sono entrati da una finestra apertaNessun segno di infrazione"







Svaligiata la canonica di Muggia Vecchia
I ladri entrano in casa del parroco e rubano 400 euro in contanti e oggetti preziosi. Scoppia la polemica sulla sicurezza

di Riccardo Tosques

MUGGIA - Quattrocento euro in contanti e qualche prezioso. È il bottino dei ladri penetrati nella casa del parroco di Muggia Vecchia don Andrea Destradi. A darne notizia lo stesso sacerdote: «Da quando sono qui è la prima volta che accade un simile fatto in canonica, anche se la chiesa negli ultimi mesi purtroppo è stata già “visitata” più volte». 
E sull’accaduto le parti politiche si dividono: il centrosinistra cerca di minimizzare, il centrodestra chiede invece di tornare a presidiare l’ex valico di confine. 
Don Andrea Destradi, dal 24 giugno 2014 approdato a Santa Maria Assunta, è amareggiato. Ignoti sono penetrati nella canonica, molto probabilmente da una finestra lasciata incautamente aperta da qualche collaboratore, come racconta lo stesso don Destradi: «Non abbiamo registrato segni di effrazione, ipotizzo dunque che sia andata proprio così. Comunque chi ha agito era interessato ai soldi, custoditi in due cassette di metallo. Una reflex, una videocamera e altri strumenti tecnologici, pur essendo tutti in bella vista, fortunatamente, non sono stati rubati». 
Destradi ha sporto regolare denuncia alla Polizia di Stato, anche se c’è stato qualche problema di comunicazione con le Forze dell’ordine: «Inizialmente avevo chiamato il Comando dei Carabinieri senza però però avere risposta al telefono. Allora mi sono rivolto alla Polizia. Ho dovuto spiegare loro dove si trovava la chiesa di Muggia Vecchia, ma a parte questo sono stati molto cortesi e professionali». 
Quella di Santa Maria Assunta è un’area sacra che però è stata profanata più volte negli anni. Clamore fece il furto dell’automobile ai danni di don Serafin, come il furto della bronzea rosa dei venti collocata vicino al belvedere. «Purtroppo in passato i ladri sono venuti spesso a fare visita quassù – conferma don Andrea – probabilmente visto che è un luogo piuttosto isolato e tranquillo. D’altronde, da quando sono qui, la nostra chiesa è stata derubata più volte per diversi mesi». 
Sino al dicembre scorso, infatti, la basilica era stata presa di mira da uno sconosciuto che per mesi, con chirurgica costanza, scassinava con un tronchese il lucchetto che custodiva le offerte dei fedeli per l’accensione dei lumini. In quel caso le videocamere di sorveglianza avevano inchiodato un pensionato settantenne che in bicicletta arrivava da un paese della vicina Slovenia facendo bottino in chiesa. Il furto in canonica ha riacceso il discorso sulla sicurezza a Muggia. 
L’assessore alla Promozione della Città Stefano Decolle minimizza, esprimendo qualche perplessità invece sulla mancanza di comunicazione da parte delle Forze dell’ordine: «Un furto in un non luogo dove non ci sono tante cose da rubare può accadere. Fermo restando che bisogna essere sempre vigili, mi chiedo sul perché don Andrea non abbia trovato i Carabinieri, dovendo poi spiegare alla Polizia dove si trova la chiesta di Muggia Vecchia. Su questo e altri argomenti avrò comunque a breve un incontro con le Forze dell’ordine del territorio». 
Più preoccupato il consigliere comunale del Pdl Claudio Grizon: «Apprendo con vivo dispiacere dell’ennesimo furto effettuato sul nostro territorio. Questo fatto accade proprio a pochi giorni da quando la Compagnia dei Carabinieri è stata declassata a Tenenza». Grizon poi ricorda la questione dell’ex confine: «L’ex valico con la Slovenia costituisce purtroppo ancora un varco da presidiare con estrema puntigliosità ed attenzione in considerazione della particolarità della sua posizione e della vicinanza con la Croazia da dove sono possibili passaggi di extracomunitari provenienti da ogni dove, se non addirittura dai paesi in cui imperversa la guerra dell’Isis nel nord Africa». 
Sulla vicenda del furto in canonica don Andrea Destradi ha preferito concludere con un passaggio delle Sacre Scritture citando la prima lettera a Timoteo: «L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori».

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