Nuovo stop al Consiglio, Muggia in stalloCentrodestra, Longo e Coslovich fanno mancare il numero legale in aula. Nesladek: «Boicottaggio»
di Ugo Salvini
di Ugo Salvini
MUGGIA - È sempre più tesa la situazione politica in Consiglio comunale a Muggia, che l’altra sera ha vissuto una nuova sospensione, per mancanza del numero legale. La situazione, com’è noto, è determinata anche dall’impossibilità di procedere alla surroga dei due consiglieri di maggioranza, Decolle e Riosa, dimissionari. Conseguenza: la sospensione preventiva anche della seduta in programma ieri. È successo che, all’atto della richiesta, proveniente dall’opposizione di centrodestra, di rinviare di una decina di giorni la discussione sui lavori di riqualificazione della costa e sull’Acquario, «per permetterci di approfondire argomenti molto importanti» ha spiegato Claudio Grizon del Pdl, la maggioranza ha risposto negativamente. A quel punto, i componenti del centrodestra, con la sola eccezione di Ferdinando Parlato di Un’altra Muggia, assieme a Fabio Longo, del gruppo misto, e a Maurizio Coslovich, della Federazione della sinistra, hanno abbandonato l’aula, facendo così mancare il numero legale.
Immediata la reazione del sindaco, Nerio Nesladek. «Ancora una volta i lavori sono stati interrotti da alcuni consiglieri che hanno così dimostrato - scrive il sindaco - che il bene di Muggia viene dopo i loro interessi di bottega e il loro astio nei confronti di quelli che considerano nemici da abbattere. I risultati della loro azione - aggiunge - sono tutti negativi e cioè un grave ritardo nella partenza dei lavori della costa e dell’Acquario, nella realizzazione della nuova sede della Protezione civile, nelle procedure di avvio dei lavori socialmente utili e perfino nella riparazione dello scuolabus. È prevalsa - osserva Nesladek - la logica del tanto peggio tanto meglio. Privi di visioni alternative - continua il sindaco di Muggia - ora si affidano al boicottaggio. Qualcuno ha persino detto che non vota i progetti perché non li conosce, e ciò è grave perché avrebbe potuto esaminarli e discuterli nelle commissioni. Siamo al ricatto - conclude - in quanto la destra ha detto che avrebbe votato i provvedimenti se si fosse dimesso il sindaco, anteponendo così un fatto personale a un interesse della città».
Sull’altro fronte, Longo spiega che «siccome il centrosinistra mi ha fatto sapere che possono fare senza di me, ho agito di conseguenza». In un comunicato congiunto, Popolo della Libertà, Fratelli d’Italia e l’indipendente Claudio Di Toro, scrivono che «dopo aver assistito per anni, da parte del sindaco, a retorici inviti al confronto nel merito, l’altra sera abbiamo avuto la conferma dell’ipocrisia politica di Nesladek e del Pd, in quanto hanno respinto la nostra disponibilità».
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