mercoledì 2 luglio 2008

VERONESE SI DIMETTE E LA MAGGIORANZA CHE SOSTENEVA NESLADEK INIZIA A SGRETOLARSI

Grizon (F.I.): “dopo mesi di malumori, voci e tensioni più o meno palesi che davano in uscita Veronese, la Tull e Valentich, a favore di tre assessori esterni, con le improvvise dimissioni dell’assessore Veronese, assessore ai servizi tecnici e alla vigilanza, vengono rese pubbliche le incrinature politiche del centro sinistra maggesano, sempre meno adeguato a gestire lo sviluppo della cittadina”.

“L’operazione si sarebbe dovuta concludere – svela Claudio Grizon, coordinatore e consigliere comunale di Forza Italia a Muggia – dopo le modifiche allo statuto che avrebbero dovuto aprire le porte a tre assessori esterni, ma Nesladek si è accorto di non avere il consenso della sua maggioranza per l’operazione e, vista l’indisponibilità di Forza Italia ad assecondare le modifiche che aveva proposto senza neanche il consenso della giunta, si è visto costretto a rinviare l’argomento a settembre sperando in un rasserenamento degli animi”.

“In sostanza Nesladek ha preso atto – spiega Grizon - che in questa situazione non sarebbe andato lontano: Veronese si è rivelato poco operativo divenendo l’assessore delle multe in viale XXV Aprile (nel 2007 il Comune ha incassato 180 mila euro), la Tull, assessore al sociale, poco presente ed efficace secondo gli stessi militanti del suo partito, mentre su Valentich pesavano i ritardi dell’ufficio urbanistica”.

“A questo punto – commenta il coordinatore forzista – Nesladek poteva perseguire una soluzione interna, che secondo alcuni avrebbe portato sui banchi della giunta Diego Apostoli al sociale, Omero Leiter al bilancio e Andrea Mariucci – che notoriamente fin dall’inizio anela ad un assessorato - magari al posto di Veronese, o una esterna tutta da definire, ma con l’incognita sull’atteggiamento del “partito” degli assessori trombati”.

“Il buon Veronese quindi, l’assessore quale ha dichiarato che in un anno e mezzo a Zaule si sono verificati solo 5 incidenti, - ironizza Grizon – ha scombinato probabilmente i piani del sindaco, costretto a questo punto a sostituire un assessore scontentando più d’uno, mandando forse anche al macero quelle modifiche statutarie sul numero degli assessori esterni tanto care al sindaco che, qualora i nostri voti non fossero stati sostitutivi di quelli di una parte della maggioranza, sarebbero state votate anche da noi”.

“Ad ottobre – conclude il coordinatore Grizon – forse arriveremo al giro di boa di metà mandato, ma la sinistra sembra rivivere il clima dei giorni in cui, nella primavera del 1995, maturò la sfiducia al sindaco Sergio Milo che, dopo pochi mesi di commissariamento, portò all’elezione di Roberto Dipiazza, il sindaco della svolta”.

Trieste, 2 luglio 2008

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