giovedì 9 dicembre 2010

E’ NESLADEK IL RESPONSABILE DELLA STANGATA DI +55% SULLA TARSU

Grizon (PDL): la legge non è così perentoria, precisa che và tassata “l’omogenea potenzialità di rifiuti” e le categorie devono essere considerate “in via di massima”: è stata interpretata così per consentire l’aumento!


La stangata della TARSU sugli esercenti muggesani è colpa del sindaco Nesladek e della sua maggioranza che l’hanno imposta con una delibera di consiglio nell’ambito dell’iter di approvazione del bilancio di previsione 2010.
Abbiamo tentato di fermali con degli emendamenti perché siamo convinti che un bar o un ristorante non produce rifiuti come un centro commerciale ma il sindaco, l’assessore al bilancio Leiter e la loro maggioranza li hanno respinti senza preoccuparsi dell’incredibile aumento alla tassa che andava a colpire una categoria già abbastanza oberata e alla quale proprio in periodo di crisi non era il caso di applicare aumenti di tale entità.
Ci avevano detto che con il passaggio da 4,95 a 7,70 euro a mq, circa il 55% di aumento e non il 35, 40% come è stato fatto intendere, l’amministrazione si aspettava un aumento delle entrate di circa 50 mila euro.
Pertanto il presidente di Aseot Paolo Cigui ha tutte le ragioni di protestare ma va detto che a difendere la sua categoria in consiglio comunale siamo solo noi del centro destra.
Il riferimento ai 14,40 euro a mq di TARSU per gli esercenti di Trieste da parte del sindaco è risibile anche perché è completamente diverso il contesto ed il giro d’affari ed il numero dei potenziali clienti.
Comunque sia ho ben riletto le delibere e la legge che regola la TARSU che parla in primo luogo di "omogenea potenzialità di rifiuti e tassabili con la medesima misura tariffaria” precisando che la tabella di riferimento della legge va seguita “in via di massima”: situazioni che, come si può verificare nella delibera con cui è stato previsto l’aumento e così anche nella delibera che il consiglio voterà nei prossimi giorni e con cui Nesladek intende proporre le stesse tariffe per il 2011, non sono state rispettate e garantite. Si è interpretata la legge in modo di consentire gli aumenti.
Va sottolineato che la costante giurisprudenza di legittimità ha in più occasioni affermato che in materia di tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani l’Ente, nel formulare la classificazione delle categorie e sottocategorie e nello stabilire le tariffe per ciascuna di esse, deve tener conto, in applicazione dell’art.68, comma 2, del D.lgs. n. 507/1993, del criterio dell’omogeneità (e quindi un bara o un ristorante non può essere paragonato ad un supermercato) e deve comprendere in ciascuna di esse, soltanto i locali e le aree che presentino analoga attitudine a produrre rifiuti con riferimento alle caratteristiche peculiari delle singole attività.
Oltretutto non è possibile inserire in categorie distinte con tariffe diverse attività corrispondenti o analoghe svolte in locali privati e su aree pubbliche, dovendo presumersi la stessa potenzialità di rifiuti, salve diverse risultanze in fatto riscontrabili per particolari attività o per particolari condizioni e modalità di svolgimento della medesima attività (Corte di cassazione, sentenza n. 18548 del 04/12/2003; Corte di Cassazione , sentenza n. 18862 del 20/09/2004).
Pare proprio ormai indilazionabile l’applicazione anche a Muggia dell’art. 49 del  Decreto Ronchi e del suo regolamento attuativo che hanno previsto l'introduzione progressiva della T.I.A. "tariffa di igiene ambientale" al posto della TARSU, la "tassa rifiuti solidi urbani". Ogni cittadino, ogni famiglia, ogni impresa devono pagare per lo smaltimento dei rifiuti che in realtà produce e non sulla base di criteri non oggettivi.
La principale differenza riguarda il metodo di calcolo, che prevede l'uso, oltre a dati fissi come la superficie dell'immobile (TARSU), di parametri più variabili e personali, come il numero degli occupanti l'immobile e l'effettiva produzione di rifiuti in termini sia quantitativi che qualitativi. Gli addebiti, pertanto, dovrebbero risultare più equi e meno gravosi per le famiglie numerose che abitano immobili di dimensioni ridotte.

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