venerdì 5 ottobre 2012

IL DUOMO DI MUGGIA UNA PORTA DI CALCIO

Da Il Piccolo di venerdì 5 ottobre 2012 - Pagina 35 - Cronaca Trieste

Il duomo di Muggia una porta di calcio: più controlli dei vigili

Un pallone incastrato nel prezioso rosone solleva polemiche 
Il sindaco promette maggior severità e ricorso alle telecamere 

MUGGIA - Un pallone da calcio incastrato nel rosone del Duomo di Muggia. Peso 120 grammi. Colori rosso e nero. Come quelli del Diavolo (il Milan, s’intende). Proprietario? Sicuramente minorenne, ma per ora sconosciuto. Immagine decisamente inedita quella che piazza Marconi da qualche giorno sta offrendo ai muggesani che, tra il sacro e profano, stanno già ipotizzando un modo per riportare a terra l'oggetto blasfemo. 
«Lo tiro zo mi col sc’iopo», ha detto un anziano in piazza. «Ma varda che drio xe el vetro!», gli risponde l'amico. «Sì, ma mi go la mira bona», la pronta replica del tiratore scelto. Ma c'è chi più pragmaticamente attende il naturale corso degli eventi: «Si sgonfierà, prima o poi, e cadrà giù». Forse. Perchè in realtà potrebbe infilarsi ulteriormente all'interno dell'antro scavato nella facciata dell'edificio di culto dedicato ai Santi Giovanni e Paolo. E poi c'è la posizione più oltranzista, di quelli che dicono chiaro e tondo: «Zogar a balon in piazza no se pol». 
Per ora la soluzione più plausibile è quella di salire con l'autogru, prelevare il corpo del reato e risolvere la questione. Essendo di proprietà della Curia però il compito spetterebbe proprio alla Chiesa. «Ammetto che speravo che cadesse giù con un refolo di bora, ma niente da fare. A questo punto, visto che io non ho gli strumenti per tirare giù il pallone, proverò a chiedere ai vigili del fuoco, se possibile, di intervenire», spiega l’arciprete di Muggia monsignor Silvano Latin. 
Ma un pallone che s'incastra nella chiesa più amata dai muggesani può essere anche la scintilla per discutere su quale sia e quale debba essere il ruolo della piazza per antonomasia: salotto buono della cittadina? Luogo dove si riuniscono le famiglie? Cartolina tipo per i turisti? 
Le varie fazioni politiche hanno già iniziato a sbilanciarsi. «Ragazzini che sfrecciano tra i pedoni zigzagando con le biciclette o che utilizzano il portone del Duomo come una porta di calcio? Qui qualcosa deve cambiare», sentenzia Ferdinando Parlato, capogruppo consigliare di Un'Altra Muggia. L'esponente bandelliano è cristallino: «La piazza dev'essere aperta a tutti come lo è sempre stata ma se i genitori non controllano i propri figli è giusto che vi siano maggior controlli da parte dei vigili urbani anche perchè stando in piazza c'è sempre il rischio di ricevere una pallonata in testa». 
Meno dura, ma non meno inflessibile la posizione del Pdl. «La piazza a Muggia è sempre stata luogo di aggregazione, socializzazione e ricreazione sia per i più piccoli che per le famiglie e le persone anziane: non sarà quindi un pallone incastrato sul prezioso rosone del Duomo a mutare le belle tradizioni che hanno caratterizzato lo scorrere degli anni», spiegano i consiglieri Claudio Grizon e Christian Gretti. 
Resta il fatto che quel pallone rossonero, al di là della fede (calcistica), stona: «Per evitare altri palloni incastrati sul delicato rosone basterebbe che di tanto in tanto i nostri vigili urbani raccomandino ai genitori ed ai ragazzi una maggior attenzione evitando, questo sì, di usare la facciata del Duomo come una porta di calcio». Da qui la stoccata all'amministrazione comunale: «Ci vien da pensare però che i bambini e le loro famiglie forse scelgono la piazza come teatro dei loro giochi anche perché in prossimità del centro storico non ci sono altrettanto validi e magari più idonei spazi alternativi in campi giochi comunali»
Sulla vicenda il Comune di Muggia si è dimostrato fermo: «La Polizia locale vigila e vigilerà sui comportamenti affinché siano corretti non solo con il personale presente in loco in diversi momenti della giornata, ma anche attraverso il sistema di videosorveglianza che monitora costantemente tutta la piazza». Significative infine le parole del sindaco Nerio Nesladek: «La piazza è uno spazio di vita e lo specchio della nostra comunità, e in quanto tale è responsabilità di ciascun cittadino avere comportamenti consoni nel rispetto dell’altro». Insomma: giocare a pallone è un diritto sacrosanto. Ma oltre ai piedi, si utilizzi anche la testa. Riccardo Tosques

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