mercoledì 13 novembre 2013

L’EX CAMPO PROFUGHI DI PADRICIANO OCCUPATO SENZA TITOLO DALL’UNIONE DELLE BORGATE CARSICHE

Grizon (Pdl): fallito il progetto della giunta Bassa Poropat che voleva dar casa ad associazioni, consorzi e cooperative slovene

“Avrebbe dovuto essere uno dei progetti di punta del secondo mandato della presidente Bassa Poropat ma si sta rivelando una pala al piede con tanto di complicanze giudiziarie ad oggi irrisolte”.
Lo rivela Claudio Grizon, capo gruppo del Pdl a Palazzo Galatti, evidenziando che “l’oggetto del contendere è l’ex Campo Profughi di Padriciano che alcuni anni orsono la Provincia ha acquisito dal Demanio permutando altri beni non necessari ai propri scopi”.
“Per Padriciano – ricorda Grizon - la Provincia avrebbe voluto costruire non è ben chiaro quale progetto, attingendo inizialmente a risorse residue dell’ex Comunità Montana pari a 1.150.000 euro, congelate da anni, e a fondi europei”. “Sembra, comunque, che il suo vero fine avrebbe dovuto essere quello di dar casa ad associazioni, cooperative, consorzi e organizzazioni espressione diretta o indiretta della comunità slovena, operanti sul Carso nel campo dell’agricoltura”.
Per fare il punto sullo stato delle cose e per chiarire le ragioni del silenzio attorno alla questione dell’ex Campo Profughi Grizon, di concerto con gli altri esponenti dell’opposizione, ha chiesto prima dell’inizio della pausa estiva una riunione della Commissione Trasparenza presieduta da Stefano Martucci della Lista Dipiazza che s’è alla fine svolta lo scorso 11 ottobre.
In primo luogo nei propositi di Grizon si trattava di procedere agli approfondimenti necessari in merito agli interventi di messa in sicurezza e bonifica dall’amianto che è stato riscontrato nell’area e di comprendere se è ancora utile mantenere nel patrimonio provinciale l’intero comprensorio.
“Nel corso della commissione – sottolinea il capo gruppo del Pdl - abbiamo appreso che per ben due volte è stata respinta la richiesta di intavolazione della proprietà dell’area per incongruenze planimetriche e che il Demanio, a cui competono i relativi adempimenti, non ha le risorse per perfezionare gli atti: siamo davvero all’assurdo”.
Nel frattempo però la Provincia, a più riprese, si è fatta carico di alcune spese di pulizia e bonifica delle aree che in parte si devono ancora completare.
“Abbiamo poi appreso – prosegue Grizon - che nel frattempo sono stati perfezionati dei regolari contratti di concessione con l’Unione degli Istriani, per gli spazi dedicati al suo museo, e con un’associazione di speleologi mentre, audite audite, si è aperto un vero e proprio contenzioso con l’Unione Coordinativa delle Borgate Carsiche presieduta da Carlo Grghich che sta occupando senza titolo una parte delle palazzine fin da quando il bene era in capo al Demanio, impedendo l’accesso alla stessa Provincia che dovrebbe completare dei lavori di bonifica e delle caratterizzazioni”.
Per risolvere il contenzioso la giunta provinciale sei mesi orsono ha affidato ad un legale l’incarico per far sloggiare l’Unione delle Borgate Carsiche che, da parte sua, “da quanto ci è stato relazionato – spiega Grizon - sembra che in questo modo voglia ricattare le istituzioni in quando ritiene che la comunità che rappresenta non è mai stata indennizzata per i terreni che a suo tempo sono stati espropriati per pubblica utilità per la realizzazione del Sincrotrone e dell’Area di Ricerca”.
“In questo modo – conclude Grizon - quello che doveva essere un progetto prestigioso per Palazzo Galatti è diventato un problema ingombrante sia sul piano finanziario, in quanto sta mettendo a rischio il milione e 150 mila euro che erano stati stanziati per l’iniziativa e che scadono nel 2014, sia sul piano politico per quanto riguarda i rapporti con una parte di quella comunità slovena che ha contribuito per ben due volte a far eleggere la presidente Bassa Poropat, ma che si è impantanata senza ragione e diritto in una contrapposizione giudiziaria che non può che veder vincitrice la Provincia”.
A questo punto l’esponente del Pdl in Commissione Trasparenza ha messo in evidenza che “alla luce dei fatti, e viste le difficoltà finanziarie che gli enti pubblici stanno vivendo in particolare per la questione del patto di stabilità, non ha assolutamente più senso che la Provincia mantenga nel suo patrimonio l’ex Campo Profughi in quanto non esiste allo stato alcun progetto concreto di ristrutturazione che abbia copertura finanziaria” (si tratterebbe di oltre una decina di milioni di euro) e che sia in linea con le finalità dell’Ente. Ha evidenziato inoltre che semmai, “se di investimenti si deve parlare, questi devono esser fatti prevalentemente nei settori dell’edilizia scolastica e della viabilità”. Consapevole di essersi impantanata in un progetto senza futuro la giunta Bassa Poropat con il bilancio 2013 ha finalmente deciso di porre l’ex Campo Profughi tra i beni da valorizzare anche con l’alienazione. “A questo punto – chiude secco Grizon – aspettiamo un bando per la raccolta di manifestazioni d’interesse o altre iniziative simili utili ad accelerare la vendita del comprensorio”.
(comunicato inviato a Il Piccolo il 22 ottobre 2013)

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