domenica 18 gennaio 2009

GRIZON: A MUGGIA POCHI GLI SLOVENI, LA CARTELLONISTICA NELLE FRAZIONI MUGGESANE SPESA IMPOSTA E NON PRIORITARIA

“Per Renzo Tondo la firma sul decreto del 18 dicembre e pubblicato sul BUR del 14 gennaio scorso era un atto dovuto, conseguente alle decisioni della Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena, ma per Muggia la cartellonistica in sloveno sarebbe solo una spesa imposta e non prioritaria”.

Con queste parole Claudio Grizon, coordinatore e consigliere comunale di Forza Italia a Muggia, ha commentato la firma del governatore Tondo sul decreto che da il via alla posa della segnaletica stradale anche in lingua slovena nelle frazioni periferiche di Muggia.

“Secondo il decreto – ricorda Grizon - a Muggia i cartelli in sloveno andrebbero installati nelle frazioni di Santa Barbara, Zaule, Rabuiese, Belpoggio, Stramare, Vignano, Noghere, Chiampore e Lazzaretto ma considerato che rispetto ai quasi 13.500 abitanti di Muggia le famiglie di lingua slovena sono poche decine, sarebbe una spesa finalizzata solo a porre delle “bandierine” ideologiche di cui la gran parte della popolazione non sente l’esigenza”.

“Per giustificare questa posizione – spiega il coordinatore forzista - basta ricordare infatti le sole 99 preferenze che l’unico esponente della comunità slovena, candidato nella lista “Uniti con Nesladek” ha avuto alle elezioni comunali dell’aprile 2006. Qualora fossero anche il triplo i cittadini di lingua slovena non so di quale utilità possano essere i cartelli stradali anche in sloveno. Credo che le priorità dell’amministrazione dovrebbero essere altre”.

“Al sindaco Nesladek – sottolinea il consigliere Grizon - voglio ora suggerire molta prudenza se deciderà di passare subito all’applicazione del DPGR n.346. Gli ricordo che, pur prevedendo l’art. 10 della legge n.38/2001 le norme sulle “Insegne pubbliche e toponomastica” per l’individuazione dei Comuni e delle frazioni in cui posarle, ci sono nella comunità muggesana sensibilità e ragioni diverse che devono essere tenute in considerazione per evitare laceranti contrapposizioni politiche”.

“Pur non condividendo l’utilità della spesa – conclude Grizon - se il sindaco dimostrerà di non avere posizioni precostituite, a prescindere da quanto previsto dal decreto, siamo a disposizione per cercare un dialogo che porti con l’equilibrio necessario i luoghi in cui porre le tabelle bilingui”.

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