domenica 29 agosto 2010

DEBITO DA 250 MILA EURO IN PROVINCIA, ATTIVITA' BLOCCATA

Da Il Piccolo del 29 agosto 2010 - Pagina 14 - Trieste


GLI AVVOCATI DEGLI EX AMMINISTRATORI ASSOLTI PRESENTANO IL CONTO


Debito di 250mila euro in Provincia, attività bloccata

L’assessore De Francesco: «Parcelle impreviste».
Vascotto (An-Pdl): «Si sono costituiti parte civile, adesso pagano»

di MADDALENA REBECCA

Che gli avvocati prima o poi avrebbero presentato il conto, lo sapevano. Quello che non sospettavano era invece di dover pagare un importo a sei cifre. E così, quando si sono visti presentare una parcella da 250 mila euro dai difensori dell’ex presidente provinciale Fabio Scoccimarro, dell’allora assessore Piero Tononi e dell’ex capo di gabinetto Francesca Vivarelli - coinvolti e poi assolti nel cosiddetto ”processo del gazebo” -, gli attuali vertici di palazzo Galatti hanno dovuto correre ai ripari. Come? Bloccando temporaneamente tutti i pagamenti dell’ente, in attesa di recuperare le risorse necessarie a saldare l’impegnativa fattura.
IL BLOCCO «Si è trattato però di un blocco durato appena quattro giorni - precisa l’assessore al Bilancio Mariella De Francesco -. Giusto il tempo per ristabilire la copertura dell’improvviso debito fuori bilancio. Parcelle da 250 mila euro, del resto, normalmente non ne arrivano molte. E dal momento che il Patto di stabilità impone limiti precisi, prima di convocare la giunta e individuare la copertura, abbiamo inevitabilmente dovuto sospendere le spese. La situazione, tuttavia, è già tornata alla normalità. Il blocco è stato rimosso subito dopo la riunione di giunta convocata mercoledì scorso».
IL DEBITO Va detto però che il pagamento dei 250 mila euro dovuto ai difensori degli degli ex amministratori provinciali, tra cui gli avvocati avvocati Alfredo Antonini e Claudio Giacomelli, non esaurirà i debiti dell’amministrazione Bassa Poropat legati a vicende giudiziarie. Oltre alle spese legali per l’affaire gazebo”, infatti, andranno sostenute anche quelle per l’altro processo a carico di Scoccimarro, Tononi e del dirigente Luciano Daveri, indagati e poi assolti per abuso d’ufficio e irregolarità nell’affidamento di incarichi.
PARTE CIVILE La giunta Bassa Poropat, inoltre, si vedrà recapitare pure una terza parcella: quella dell’avvocato Maurizio Consoli relativa all’assistenza legale fornita all’ente costituitosi parte civile nel processo innescato dall’installazione del gazebo per la distribuzione agli anziani delle tessere dei bus. «È vero - precisa ancora l’assessore De Francesco -. ai 250 mila euro di spese legali per gli ex amministratori andrà aggiunto anche l’onorario dell’avvocato Consoli. In questo caso, però, parliamo di una cifra molto più contenuta e già preventivata. Al momento di costituirci parte civile, infatti, avevamo previsto la relativa copertura. Del tutto imprevista, a livello di entità di spesa, si è rivelata invece l’altra parcella. Sapevamo di dover procedere al pagamento, visto che il processo di appello si è concluso da tempo (la sentenza di assoluzione è stata pronunciata lo scorso 1° marzo dal presidente della Corte d’Appello Mario Trampus ndr), ma non conoscendone l’importo, non avevamo la copertura».
L’OPPOSIZIONE Parole che lasciano di stucco il consigliere provinciale di An-Pdl Marco Vascotto, autore di un’interrogazione presentata proprio per conoscere le motivazioni del blocco dei pagamenti scattato nei giorni scorsi. «Se le affermazioni dell’assessore corrispondono al vero, c’è da essere seriamente preoccupati per la scarsa capacità di previsione dell’amministrazione. Capirei il problema se si verificasse, chessò, una tromba d’aria che all’improvviso buttasse giù palazzo Galatti. Ma qui - continua Vascotto - parliamo di un processo conclusosi oltre sei mesi fa. Possibile che questa giunta, arrivata peraltro non l’altro ieri ma quattro anni fa, non abbia stipulato un’assicurazione in grado di far fronte a spese consistenti o una qualche altra griglia di copertura? Mi pare davvero strano che, da un giorno all’altro, la giunta si sia ritrovata così in difficoltà da dover ricorrere addirittura al blocco dei pagamenti. Cose simili possono succedere ad un privato che si trova a ricevere una ”botta” inattesa, non certo ad un ente pubblico come la Provincia».
LA SCELTA Scarsa lungimiranza quindi a cui, secondo Vascotto, si sommano poi gli effetti di un’altra mossa ”inopportuna”: la scelta di costituirsi parte civile sostenendo di essere stata lesa nella propria immagine dalla condotta degli ex amministratori. «In questo ci hanno messo del loro - prosegue l’esponente di An-Pdl -. Se volevano andare a recuperare eventuali danni d’immagine, potevano almeno aspettare la conclusione del processo penale. Invece hanno accelerato i tempi e ora ne pagano le conseguenze. Ancora oggi mi sfugge l’opportunità di quell’azione. Si sarebbe potuto attendere l’esito dell’appello e poi agire».
LA DELIBERA L’impressione del centrodestra, insomma, è che in tutta questa vicenda la Provincia «abbia perso la barra del comando. Tanto da dover addirittura sospendere i pagamenti dell’ente per riuscire a riprendere il controllo». «La cosa comunque - conclude Vascotto - non può finire così. Voglio vedere le carte e capire anche in che modo si è arrivati alla copertura del debito. Passaggio che, ricordo, per legge richiede il coinvolgimento del consiglio provinciale».

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