Il ricordo ancora vivo di una raffineria che non c'è più, edifici vuoti e abbandonati, impianti divelti, vecchie tubazioni tagliate, strade divorate dall'erba e dagli alberi, serbatoi immensi un tempo pieni di greggio che non ci sono più, qualche brandello di serbatoio ancora da vuotare e bonificare.
Oggi su invito dell'ing. Stefano Vendreame, direttore della sede triestina del gruppo Teseco, ho avuto l'occasione di effettuare un sopralluogo sulle sue aree e prendere atto dello stato dell'avanzamento dei lavori sul completamento dello smaltimento degli ultimi brandelli di serbatoio e delle bonifiche conseguenti.
Li dove un tempo svettavano nel cielo serbatoi alti decine di metri oggi non c'è più nulla, solo aree vuote bonificate o da bonificare.
L'accordo di programma tra le istituzioni locali prevedeva tra l'altro la realizzazione di aree commerciali per le quali Teseco ha preparato dei progetti sui quali è ormai indilazionabile il parere urbanistico del Comune di Muggia.
Il progetto complessivo comunque prevede ampie aree verdi e piste ciclabili tra l'abitato di Aquilinia che s'affaccia su via Flavia di Stramare e le aree commerciali: interventi che riqualificheranno l'area che a memoria dei residenti è sempre stata caratterizzata dalle saline prima, dalla pista di aerei, più a monte dal campo profughi e dalla presenza di serbatoi a dir il vero inquietanti.
Le aree sono purtroppo condizionalte anche dalla questione del SIN, i siti inquinnati d'interesse nazionale, che speriamo possano trovare presto una soluzione senza un aggravio di costi per le aziende interessate.
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