Da Il Piccolo del 31 luglio 2009 - Pag. 14
An e Fi non ci stanno: «Faremo opposizione dura». Vascotto espulso dall’aula
Garantire l’uso della lingua slovena, in modo da interpretare meglio il territorio. E’ questo l’aspetto più significativo delle modifiche allo Statuto dell’ente che la maggioranza di centrosinistra ha proposto ieri al consiglio provinciale. «Cambiare lo Statuto – ha spiegato la capogruppo del Partito democratico, Maria Monteleone – è uno degli obiettivi dichiarati all’atto dell’insediamento, perché riteniamo l’attuale documento superato dai tempi.
Il vecchio Statuto risale al 2000 – ha aggiunto – ed è arrivato il momento di rivederlo, per renderlo più adeguato alle funzioni proprie attribuite dallo Stato e dalla Regione e idonee a soddisfare gli interessi e le esigenze della comunità. Questa amministrazione vede il territorio come una risorsa e assicurare l’uso della lingua slovena è uno degli strumenti con cui tale politica può essere attuata».
Carla Melli, capogruppo dei Verdi, ha sottolineato: «Siamo contrari alla monocultura in tutte le sue espressioni – ha proseguito – e nella nostra bozza è contenuto anche l’impegno della Provincia alla salvaguardia dell’ambiente nella sua biodiversità, riconoscendo l’acqua come patrimonio dell’umanità. L’uso della lingua slovena – ha detto – è un arricchimento per l’intera comunità».
Elena Legisa, capogruppo di Rifondazione comunista, ha evidenziato la parte del nuovo Statuto che riguarda la partecipazione «concetto decisivo per tutti – ha sottolineato – perché chi governa un ente non è mai il detentore della verità, ma deve continuamente cercare l’aiuto delle associazioni e dell’intera comunità per migliorarsi e migliorare la Provincia».
Le tre rappresentanti della maggioranza di centrosinistra hanno insistito sul fatto che «nel tempo, Statuto e regolamento della Provincia si sono sovrapposti, intrecciandosi su determinati argomenti ed è indispensabile riportare ciascuno dei due documenti alla propria natura originaria, con funzioni ben separate».
Per arrivare all’approvazione del nuovo Statuto è necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi nella prima votazione, altrimenti nella seconda o nella terza è sufficiente la maggioranza semplice. «Faremo opposizione dura fin dall’inizio – ha annunciato il capogruppo di An, Marco Vascotto – perché riteniamo sbagliato arrivare all’approvazione di un documento così importante come lo Statuto a colpi di maggioranza». «La proposta della maggioranza – ha commentato Claudio Grizon, capogruppo di Forza Italia – è fortemente ideologica. Ci opporremo anche facendo ostruzionismo: lo Statuto è di tutti e non solo di chi governa».
Proprio Vascotto è stato espulso dall’aula del consiglio ieri sera, dopo aver subito due richiami dal presidente Boris Pangerc durante il suo intervento: «Volevano stabilire le modalità di discussione e presentazione degli emendamenti senza parlarne con l’opposizione», ha aggiunto Vascotto.
Ugo Salvini
Garantire l’uso della lingua slovena, in modo da interpretare meglio il territorio. E’ questo l’aspetto più significativo delle modifiche allo Statuto dell’ente che la maggioranza di centrosinistra ha proposto ieri al consiglio provinciale. «Cambiare lo Statuto – ha spiegato la capogruppo del Partito democratico, Maria Monteleone – è uno degli obiettivi dichiarati all’atto dell’insediamento, perché riteniamo l’attuale documento superato dai tempi.
Il vecchio Statuto risale al 2000 – ha aggiunto – ed è arrivato il momento di rivederlo, per renderlo più adeguato alle funzioni proprie attribuite dallo Stato e dalla Regione e idonee a soddisfare gli interessi e le esigenze della comunità. Questa amministrazione vede il territorio come una risorsa e assicurare l’uso della lingua slovena è uno degli strumenti con cui tale politica può essere attuata».
Carla Melli, capogruppo dei Verdi, ha sottolineato: «Siamo contrari alla monocultura in tutte le sue espressioni – ha proseguito – e nella nostra bozza è contenuto anche l’impegno della Provincia alla salvaguardia dell’ambiente nella sua biodiversità, riconoscendo l’acqua come patrimonio dell’umanità. L’uso della lingua slovena – ha detto – è un arricchimento per l’intera comunità».
Elena Legisa, capogruppo di Rifondazione comunista, ha evidenziato la parte del nuovo Statuto che riguarda la partecipazione «concetto decisivo per tutti – ha sottolineato – perché chi governa un ente non è mai il detentore della verità, ma deve continuamente cercare l’aiuto delle associazioni e dell’intera comunità per migliorarsi e migliorare la Provincia».
Le tre rappresentanti della maggioranza di centrosinistra hanno insistito sul fatto che «nel tempo, Statuto e regolamento della Provincia si sono sovrapposti, intrecciandosi su determinati argomenti ed è indispensabile riportare ciascuno dei due documenti alla propria natura originaria, con funzioni ben separate».
Per arrivare all’approvazione del nuovo Statuto è necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi nella prima votazione, altrimenti nella seconda o nella terza è sufficiente la maggioranza semplice. «Faremo opposizione dura fin dall’inizio – ha annunciato il capogruppo di An, Marco Vascotto – perché riteniamo sbagliato arrivare all’approvazione di un documento così importante come lo Statuto a colpi di maggioranza». «La proposta della maggioranza – ha commentato Claudio Grizon, capogruppo di Forza Italia – è fortemente ideologica. Ci opporremo anche facendo ostruzionismo: lo Statuto è di tutti e non solo di chi governa».
Proprio Vascotto è stato espulso dall’aula del consiglio ieri sera, dopo aver subito due richiami dal presidente Boris Pangerc durante il suo intervento: «Volevano stabilire le modalità di discussione e presentazione degli emendamenti senza parlarne con l’opposizione», ha aggiunto Vascotto.
Ugo Salvini
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