SEI MESI FA LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO PER RILANCIARE IL COMMERCIO
Muggia, ancora in alto mare il ”Centro in via” La bozza di statuto a metà aprile. Un negoziante: si doveva correre ai ripari molto prima
di GIOVANNI LONGHI
MUGGIA - A sei mesi dalla presentazione ufficiale è ancora in alto mare ”Centro in via”, il progetto di rilancio del tessuto commerciale di Muggia. Mezzo anno non è bastato al Comune, appoggiato da Confcommercio, per catalizzare attorno a sé l’interesse degli operatori, un centinaio quelli del centro storico, quasi altrettanti quelli attivi sul resto del territorio comunale.
Non solo l’auspicato ruolo del Comune di «interfaccia istituzionale per i commercianti», come l’ha definito l’assessore allo Sviluppo economico, Edmondo Bussani, è rimasto lettera morta, ma tra gli stessi operatori si è generata una frattura, che di fatto boccia quel progetto. Proposto come antidoto alla progressiva desertificazione del centro e come contromisura per contrastare l’effetto del polo commerciale Montedoro Freetime, ”Centro in via” riprende lo schema di analoghe esperienze tutt'ora in corso con successo nel comune di Trieste, precisamente a Opicina e a San Giacomo.
A Muggia l’idea sta annaspando tra lo scetticismo degli operatori (una decina, sulla quarantina dei presenti, quelli che avrebbero dato la loro adesione di massima nel corso dell’ultima riunione con il Comune neanche due settimane fa). Tra le possibili cause della tiepida accoglienza riservata all’iniziativa, anche la dilatazione dei tempi con cui il Comune esegue i vari passaggi per trasformare il progetto in realtà. La bozza di statuto dell’ipotetica associazione è ancora in fase di elaborazione, e nelle prossime settimane verrà spedita agli interessati per una prima valutazione. Se ne riparlerà nel corso di una riunione prevista verso la metà di aprile.
Proprio la scarsa agilità dell’istituzione pubblica e i tempi lunghi previsti per l’effettiva operatività del progetto hanno convinto una ventina di operatori muggesani, per lo più attivi nel settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, a intraprendere una strada autonoma giocando d’anticipo. Hanno dato così vita a un’associazione autonoma che ha già varato un calendario di massima di manifestazioni e iniziative di promozione e richiamo.
«Nessuno spirito polemico – aveva sottolineato il promotore di questo nuovo sodalizio, il ristoratore Paolo Cigui, all’indomani della scissione – ma solo l’esigenza di passare immediatamente dalle idee ai fatti». Una scelta indirettamente condivisa da Riccardo Cecchini, titolare di un negozio di giocattoli che si affaccia proprio sulla piazza centrale di Muggia: «Il Comune è in ritardo – sottolinea il commerciante –. Bisognava correre ai ripari molto prima, non aspettare che venisse aperto il centro commerciale a Montedoro o che la superstrada per la Slovenia ci tagliasse definitivamente fuori. Ora è un po’ tardi, e qui assistiamo a un continua, lenta agonia di piccoli negozi». «Qualcuno qui si piange un po’ addosso – replica Rosanna Lionetti, titolare di un negozio di calzature –. In realtà il progetto è valido, anche se per farlo decollare effettivamente ci vuole ancora del tempo. Siamo a un punto morto, ma sono fiduciosa che alla fine ne ricaveremo dei vantaggi».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Michela Deponte, titolare del negozio di abbigliamento vicino al duomo: «Solo un’azione coordinata può riuscire a favorire lo sviluppo – precisa – anche se qui a Muggia non siamo messi poi così male. Rispetto a Trieste non ci manca niente».
Per Margherita Veglia, che ha un negozio di filati a pochi metri dalla piazza, l’auspicata collaborazione tra operatori del settore è resa difficile dalle ridotte dimensioni delle rispettive attività, molte a conduzione individuale: «È difficile trovarci tra noi per confrontarci e discutere, significa allontanarsi e chiudere il negozio anche solo per brevi periodi. Il ”Centro in via”? Potrebbe andare bene, ma in una realtà già avviata. Qui dobbiamo appena riuscire a ripopolare il centro».
MUGGIA - A sei mesi dalla presentazione ufficiale è ancora in alto mare ”Centro in via”, il progetto di rilancio del tessuto commerciale di Muggia. Mezzo anno non è bastato al Comune, appoggiato da Confcommercio, per catalizzare attorno a sé l’interesse degli operatori, un centinaio quelli del centro storico, quasi altrettanti quelli attivi sul resto del territorio comunale.
Non solo l’auspicato ruolo del Comune di «interfaccia istituzionale per i commercianti», come l’ha definito l’assessore allo Sviluppo economico, Edmondo Bussani, è rimasto lettera morta, ma tra gli stessi operatori si è generata una frattura, che di fatto boccia quel progetto. Proposto come antidoto alla progressiva desertificazione del centro e come contromisura per contrastare l’effetto del polo commerciale Montedoro Freetime, ”Centro in via” riprende lo schema di analoghe esperienze tutt'ora in corso con successo nel comune di Trieste, precisamente a Opicina e a San Giacomo.
A Muggia l’idea sta annaspando tra lo scetticismo degli operatori (una decina, sulla quarantina dei presenti, quelli che avrebbero dato la loro adesione di massima nel corso dell’ultima riunione con il Comune neanche due settimane fa). Tra le possibili cause della tiepida accoglienza riservata all’iniziativa, anche la dilatazione dei tempi con cui il Comune esegue i vari passaggi per trasformare il progetto in realtà. La bozza di statuto dell’ipotetica associazione è ancora in fase di elaborazione, e nelle prossime settimane verrà spedita agli interessati per una prima valutazione. Se ne riparlerà nel corso di una riunione prevista verso la metà di aprile.
Proprio la scarsa agilità dell’istituzione pubblica e i tempi lunghi previsti per l’effettiva operatività del progetto hanno convinto una ventina di operatori muggesani, per lo più attivi nel settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, a intraprendere una strada autonoma giocando d’anticipo. Hanno dato così vita a un’associazione autonoma che ha già varato un calendario di massima di manifestazioni e iniziative di promozione e richiamo.
«Nessuno spirito polemico – aveva sottolineato il promotore di questo nuovo sodalizio, il ristoratore Paolo Cigui, all’indomani della scissione – ma solo l’esigenza di passare immediatamente dalle idee ai fatti». Una scelta indirettamente condivisa da Riccardo Cecchini, titolare di un negozio di giocattoli che si affaccia proprio sulla piazza centrale di Muggia: «Il Comune è in ritardo – sottolinea il commerciante –. Bisognava correre ai ripari molto prima, non aspettare che venisse aperto il centro commerciale a Montedoro o che la superstrada per la Slovenia ci tagliasse definitivamente fuori. Ora è un po’ tardi, e qui assistiamo a un continua, lenta agonia di piccoli negozi». «Qualcuno qui si piange un po’ addosso – replica Rosanna Lionetti, titolare di un negozio di calzature –. In realtà il progetto è valido, anche se per farlo decollare effettivamente ci vuole ancora del tempo. Siamo a un punto morto, ma sono fiduciosa che alla fine ne ricaveremo dei vantaggi».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Michela Deponte, titolare del negozio di abbigliamento vicino al duomo: «Solo un’azione coordinata può riuscire a favorire lo sviluppo – precisa – anche se qui a Muggia non siamo messi poi così male. Rispetto a Trieste non ci manca niente».
Per Margherita Veglia, che ha un negozio di filati a pochi metri dalla piazza, l’auspicata collaborazione tra operatori del settore è resa difficile dalle ridotte dimensioni delle rispettive attività, molte a conduzione individuale: «È difficile trovarci tra noi per confrontarci e discutere, significa allontanarsi e chiudere il negozio anche solo per brevi periodi. Il ”Centro in via”? Potrebbe andare bene, ma in una realtà già avviata. Qui dobbiamo appena riuscire a ripopolare il centro».
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