Il primo sondaggio sulle intenzioni di voto per i partiti e sulla fiducia ai leader dopo le elezioni regionali è stato effettuato dall’Istituto Piepoli. Ovviamente il risultato del voto si riflette sul sondaggio secondo quel processo circolare che tiene legati il momento reale (il voto) e quello virtuale (il sondaggio).
La principale novità è il netto aumento di consensi per Silvio Berlusconi che ha guadagnato 4 punti, collocandosi ben al di sopra del 50%, nelle due settimane a cavallo del voto. Con ciò ha cumulato i consensi suscitati dal suo particolare impegno nella campagna, culminato con la manifestazione di Piazza San Giovanni, e quelli seguiti al risultato largamente favorevole al centrodestra. A ciò si aggiunge, secondo Piepoli, il gradimento nei confronti della dichiarazione del Premier a Parma, all’assemblea di Confindustria, centrata sull’impegno a liberare i cittadini e le imprese dall’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria.
In altre parole, l’opinione pubblica apprezza sia l’impegno diretto di Berlusconi sia il nucleo riformista che egli propone quando le riforme sono percepite come in grado di incidere direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini e delle imprese.
A questo incremento di consensi per il Premier fa riscontro la riduzione di 5 punti dei consensi nei confronti del leader dell’opposizione, Pierluigi Bersani, sceso al 30%, per cui il vantaggio di Berlusconi su Bersani è di oltre 20 punti. A sua volta, questo significa che la gente crede più nelle possibilità di Berlusconi di fare le riforme che non in quelle dell’opposizione.
Come hanno confermato i risultati del voto regionale, ma in questo caso sostanzialmente in linea con la media dei sondaggi condotti tra febbraio e marzo sulle intenzioni di voto, i partiti della maggioranza consolidano le proprie posizioni. Il Popolo della libertà è al 36,5%, la Lega tra l’11 e il 12%, l’MpA allo 0,5% e La Destra all’1%: i partiti della maggioranza sono quindi al 50%.
Non riesce a decollare il Partito democratico, che sembra essersi fermato sulla strada della leggera ripresa segnalata negli scorsi mesi: le intenzioni di voto per il partito di Bersani sono infatti al 29,5%, dato che si somma allo stagnante 7,5% dell’IdV per cui l’opposizione è al 37%, ovvero distaccata di 13 punti dalla maggioranza. Stabile l’Udc al 6,5%.
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