Da Il Piccolo del 24 marzo 2011 - Pagina 30 - Cronaca Trieste
Muggia, finisce sotto tiro il 118 "fai da te"
Il sindacato NurSind scrive al direttore generale insinuando irregolarità sul servizio svolto da un'associazione privata
LA REPLICA DEL SINDACO
Nesladek: «Tutto è stato fatto assieme all'Azienda sanitaria»
«Il servizio è stato fatto in collaborazione e in collaborazione con il 118. È stato tutto assolutamente regolare». Nerio Nesladek, sindaco di Muggia, non ha nulla da rimproverarsi. La sua è una difesa d'ufficio. «Respingiamo le accuse di avere messo in piedi un servizio non all'altezza dei nostri cittadini. Noi abbiamo attivato in concerto con il 118 un servizio di macchina base che ha due operatori addestrati e certificati per la rianimazione cardio-respiratoria. Per rispondere ai codici bianchi e verdi». Non si sono mai mossi, mai sottolineo, se non sotto la direzione del 118». E la qualità dell'associazione privata Pubblica Assistenza Nord Est? «Non è vero che sono degli conosciuti. Sono persone che hanno avuto una convenzione con il 118 per circa 6 mesi. Non mi sarei mai sognato di affidare a loro il servizio se non avessi avuto garanzie dal 118. E, va detto, con loro non ci sono mai stati alcun problemi». La stoccata finale è politica. «Respingo con forza questa strumentalizzazione che è di una parte politica. Tutto parte, infatti, da un'interrogazione. Questa persona (Grizon, ndr) evidentemente non ha a cuore il fatto che l'amministrazione si è attivata per garantire un surplus di assistenza sanitaria ai muggesani rispetto al normale servizio che non è mai venuto meno».
di Claudio Ernè
Il Comune di Muggia ha organizzato, a partire dall'inizio del periodo di Carnevale, un proprio servizio di soccorso sul territorio. Questo servizio che si affianca al «118», è stato affidato alla Pubblica Assistenza Nord Est che ha utilizzato alcune ambulanze della Cooperativa sociale "Triade" di San Donà di Piave. Fin qui tutto chiaro, cristallino ed anche encomiabile. Ora però il NurSind, uno dei sindacati a cui aderisce il personale impiegato nel Servizio "118", ha inviato una lettera al direttore generale dell'Azienda sanitaria Fabio Samani chiedendo spiegazioni su quanto è accaduto a Muggia e sta ancora accadendo. Secondo il sindacato su queste ambulanze spesso non è presente personale adeguatamente qualificato ed istruito. Non si tratterebbe di veri infermieri professionali, ma di soccorritori generici. La stessa lettera è stata inviata al Direttore sanitario Adele Maggiore e al responsabile del "118" Vittorio Antonaglia, nonchè a tutti i dipendenti del 118. Il presupposto che sta alla base della richiesta di chiarimenti è semplice: il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 ha creato il "118" e ha stabilito che tutta l'attività di soccorso sul territorio sia di competenza del Servizio sanitario pubblico. Il 118 può però avvalersi di associazioni "convenzionate". In provincia di Trieste appartengono a questa categoria la Cri, la Sogit e la Croce Italia-Marche. «Della Pubblica Assistenza Nord Est si sa poco» si legge nella lettera inviata ai vertici dell'Azienda sanitaria. Certo è che, fino a ieri l'organizzazione che opera sul territorio di Muggia non era convenzionata. E a questo proposito viene citato nella lettera un episodio poco commendevole. «È già capitato in alcuni interventi nella zona di Muggia che l'automedica, accorsa assieme all'ambulanza di questa associazione privata, abbia dovuto richiedere ed attendere l'arrivo da Trieste di una ambulanza del 118 per poter assistere adeguatamente il paziente». In effetti il servizio organizzato autonomamente dal Comune di Muggia viene attivato dagli operatori del centralino del 118. In caso di problemi sanitari ritenuti lievi - codice bianco e verde - si muove l'ambulanza della Pubblica assistenza Nord Est. Se invece il caso appare più grave - codice giallo o rosso - parte da Aquilinia l'ambulanza del vero" 118. «A questa associazione privata, a Carnevale sono arrivate risorse dallo stesso 118: un medico, tutte le sere per il Posto Avanzato di Muggia, bombole di ossigeno, presidi sanitari ed anche tre dei quattro nuovissimi apparecchi di monitoraggio cardiaco appena acquistati dall'Azienda sanitaria con una spesa di 100mila euro e immediatamente dati in uso a questa organizzazione».
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