Dal 1°
maggio la Provincia non erogherà le 577 tessere bus “anticrisi” di cui
beneficiavano, ormai dal giugno 2009 alle persone con redditi bassi e in
difficoltà, nell’ambito del piano anticrisi siglato anche dai sindacati.
“Così ha deciso la
presidente Bassa Poropat – rivela il capo
gruppo del Pdl Claudio Grizon – e a nulla è servita la mozione che ho
presentato, con l’adesione di tutti i consiglieri di opposizione, per tentare di
far cambiare idea alla maggioranza proponendo di rivedere e proseguire con
l’iniziativa”.
“La mozione – annuncia
Grizon è stata bocciata dal centro sinistra nel corso dell’ultima seduta del
consiglio, con i voti favorevoli di Pdl e Lista Dipiazza (Lega e Un’Altra
Trieste assenti per precedenti impegni), come se nulla fosse, con buona pace di
quanti hanno contato su quel sostegno fino a ieri”.
“Avessimo bloccato noi
questa iniziativa – commenta Grizon assieme al vice capo gruppo Massimo Romita - la sinistra avrebbe aizzato i beneficiari contro l’amministrazione organizzando manifestazioni di
protesta in piazza Vittorio Veneto con bandiere rosse al vento”.
“Lo fanno loro va tutto bene – prosegue il capo gruppo – anzi, son stati addirittura capaci di convincere i sindacati che togliere da un giorno all’altro 577 abbonamenti bus a
persone in difficoltà, e oltretutto quasi complessivamente extracomunitarie, è cosa buona e giusta”.
“Per un’iniziativa come questa – aggiungono Grizon e Romita – l’amministrazione avrebbe potuto chiedere un sostegno alla Fondazione CRTrieste e recuperare qualcosa
dall’avanzo di amministrazione del 2011: con tutte le spese inutili che si fanno a palazzo Galatti non era impossibile garantire la continuità del servizio,
avremmo volentieri contribuito ad indicare i capitoli dove si poteva tagliare”.
“In consiglio li ho sollecitati a rivedere le modalità – rivela Grizon – a prevedere di “buoni” annuali personali o familiari a sostegno delle spese di trasporto pubblico, a coinvolgere i Comuni, a semplificare le questioni amministrative ma nulla è servito a far cambiare idea neanche alla sinistra del SEL”. “Assieme al collega Giorgio Rossi, capo gruppo della Lista Dipiazza – ricorda il consigliere – abbiamo in tutti i modi provocato questo centro sinistra che a parole si dice attento alle persone in difficoltà ma alla fine fa quello che più gli aggrada o che ritiene possa dare maggior consenso”. “Non hanno capito che è cambiata la musica – aggiunge Giorgio Rossi, della Lista Dipiazza – e che vanno tagliate le spese non prioritarie a favore delle cose importanti come ad esempio il sostegno che veniva dato con questi 577 abbonamenti”. “Dal governo Monti – prosegue Rossi - ci arrivano continui solleciti ad un’amministrazione rigorosa, a rivedere le priorità e a gestire sempre meglio le pubbliche amministrazioni: anche in piazza Vittorio Veneto ci sarebbe molto da fare”.
Secondo l’assessore ai trasporti Vittorio Zollia le ragioni del blocco dell’iniziativa sono legate alla complessità dei controlli da effettuare sui beneficiari, caratterizzati da circa il 50% di autocertificazioni non veritiere, e dal crescente costo dell’iniziativa che se fosse proseguita nel 2012 sarebbe pesata per 200 mila euro sulle casse della Provincia. "Considerata la valenza sociale dell’iniziativa - suggeriscono Grizon e il vice capo gruppo Massimo Romita, la Provincia avrebbe potuto fare un accordo con il Comune di Trieste per poter disporre di almeno una persona esperta di procedure amministrative ai fini sociali che potessero alleviare il lavoro degli uffici provinciali e coinvolgere i Comuni minori nella distribuzione”.
“In consiglio li ho sollecitati a rivedere le modalità – rivela Grizon – a prevedere di “buoni” annuali personali o familiari a sostegno delle spese di trasporto pubblico, a coinvolgere i Comuni, a semplificare le questioni amministrative ma nulla è servito a far cambiare idea neanche alla sinistra del SEL”. “Assieme al collega Giorgio Rossi, capo gruppo della Lista Dipiazza – ricorda il consigliere – abbiamo in tutti i modi provocato questo centro sinistra che a parole si dice attento alle persone in difficoltà ma alla fine fa quello che più gli aggrada o che ritiene possa dare maggior consenso”. “Non hanno capito che è cambiata la musica – aggiunge Giorgio Rossi, della Lista Dipiazza – e che vanno tagliate le spese non prioritarie a favore delle cose importanti come ad esempio il sostegno che veniva dato con questi 577 abbonamenti”. “Dal governo Monti – prosegue Rossi - ci arrivano continui solleciti ad un’amministrazione rigorosa, a rivedere le priorità e a gestire sempre meglio le pubbliche amministrazioni: anche in piazza Vittorio Veneto ci sarebbe molto da fare”.
Secondo l’assessore ai trasporti Vittorio Zollia le ragioni del blocco dell’iniziativa sono legate alla complessità dei controlli da effettuare sui beneficiari, caratterizzati da circa il 50% di autocertificazioni non veritiere, e dal crescente costo dell’iniziativa che se fosse proseguita nel 2012 sarebbe pesata per 200 mila euro sulle casse della Provincia. "Considerata la valenza sociale dell’iniziativa - suggeriscono Grizon e il vice capo gruppo Massimo Romita, la Provincia avrebbe potuto fare un accordo con il Comune di Trieste per poter disporre di almeno una persona esperta di procedure amministrative ai fini sociali che potessero alleviare il lavoro degli uffici provinciali e coinvolgere i Comuni minori nella distribuzione”.
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