Da Il Piccolo del 7 giugno 2012 - Pagina 41 - Cronaca Trieste
Le ruspe devastano il Bosco dell’Arciduca
I sentieri dell’ultima collina verde di Muggia “ripuliti” dalla Protezione civile per garantire il passaggio dei mezzi antincendio
di Livio Missio
MUGGIA - Le ginestre in fiore? Via. Le roverelle che facevano ombra ad arco? Via. I cespugli di
sommaco? Via. Il caterpillar avanza senza tanti complimenti, la lama da
spazzaneve spinta dai potenti cingoli non conosce ostacoli e così dopo il suo
passaggio i secolari sentieri del Bosco dell'Arciduca, sulla collina che
sovrasta punta Sottile, a Muggia, si trasformano in comode e brutte piste
abbastanza larghe da far passare le autobotti della Forestale e della
Protezione civile, sai mai un incendio anche se da queste parti non se ne
ricordano perché il famigerato pino nero è scarso e le roverelle non sono
tanto pericolose.
Ma ormai, per tre quarti, è fatta: il viottolo che dal Molo
a T porta fino alla sommità della Fortezza austroungarica è diventato una
strada sterrata. Il sentiero dell'Arciduca che dirama verso sinistra, una
perla della tanto decantata Traversata Muggesana, è stato devastato per un
buon terzo della sua lunghezza: i cingoli si sono fermati a pochi metri dalle
secolari canalette in pietra fatte costruire dall'arciduca Lodovico Salvatore
di Asburgo Lorena per il deflusso delle acque.
Un intervento annunciato quindi, messo in preventivo già alla fine del 2011.
Interpellati sull'attività da svolgere il coordinatore della Protezione
civile di Muggia Fabrizio Braico aveva da subito evidenziato come
l'intervento sarebbe stato organizzato dalla sede centrale di Palmanova. E
così è stato. La ditta specializzata, chiamata dalla Protezione civile, non è
andata il sottile. E la polemica è divampata quasi subito.
«La cosiddetta
fase preventiva, come la chiama il Comune, non poteva essere intrapresa prima
della partenza dei lavori invece che dopo?», si chiede il vicecoordinatore
del Pdl Christian Gretti.
L'esponente dell'opposizione, interrogandosi sul
perché, «una volta ottenuto l'ok dalla Forestale, l'amministrazione Nesladek
non abbia supervisionato da subito l'intervento», ha fortemente stigmatizzato
l'accaduto evidenziando come «la segnalazione dei lavori sia arrivata,
fortunatamente, da alcuni cittadini dotati di senso civico» e non da parte
del Comune stesso. Gretti ha infine voluto ricordare il caso eclatante del
disboscamento in Val Rosandra «che evidentemente non ha insegnato nulla». (ha collaborato Riccardo Tosques)
Nessun commento:
Posta un commento