sabato 5 gennaio 2013

CATASTO DELLE CALDAIE, CODE NEGLI UFFICI

LA NOTA
SI precisa che l'intervento l'ho fatto in qualità di consigliere provinciale. Inoltre l'ultima frase non corrisponde al vero: non è la Provincia a pagare i 7 euro di bollo ma sono i cittadini a pagarli al loro tecnico di fiducia il quale deve versarli alla Provincia. Vi invito a leggere il comunicato originale.

Da Il Piccolo di sabato 5 gennaio 2013 - Pagina 36 - Cronaca Trieste 

Catasto delle caldaie, code negli uffici 
In crisi a Muggia i cittadini per la compilazione del questionario degli impianti promosso dalla Provincia

di Riccardo Tosques 

MUGGIA - Scarsa informazione e procedure ripetitive e a volte non corrette. L'istituzione del catasto degli impianti termici ha colto alla sprovvista centinaia di cittadini della provincia triestina. 
Il provvedimento, che interessa almeno 15 mila nuclei familiari - 7 mila a Muggia, circa 4 mila a Duino Aurisina, 2 mila e 600 a San Dorligo, 870 a Sgonico e 355 a Monrupino -, è stato promosso dalla Provincia attraverso una missiva. 
Nella lettera si evidenzia come il questionario allegato dovrà essere consegnato al proprio Comune con l'inserimento di una serie di dati tecnici. 
Disagi sono stati registrati a Muggia per la mancanza del timbro di ricevuta da parte degli uffici comunali. Sulla vicenda, segnalata dal coordinatore del Pdl muggessano Claudio Grizon, è intervenuto l'assessore provinciale Vittorio Zollia: «L'amministrazione comunale ci ha assicurato che il problema è unicamente legato ad una sostituzione di personale all'Ufficio Protocollo, superato dal fatto che viene posto un timbro dal Comune stesso sulla copia del documento presentato».
L'assessore ha precisato poi che a fronte degli iniziali modelli pervenuti dagli installatori a regime in numero di circa 3mila 500, risultano già pervenute, ai fini dell'avviato catasto, ulteriori 5mila circa, complessivamente il 60-65% dell'utenza provinciale. Sui dati da inserire e le difficoltà riscontrate, soprattutto dagli anziani, il consigliere comunale pidiellino Grizon ha evidenziato il mancato snellimento della burocrazia ai danni dei cittadini: «Dovrebbe essere salvaguardato il principio che quando la pubblica amministrazione è già in possesso di certe informazioni queste non devono tediare con inutili adempimenti il cittadino. Infatti, quantomeno per gli edifici più recenti, le dichiarazioni di conformità degli impianti vengono consegnate in copia alla Cciaa e al Comune di competenza. I Comuni minori e la Provincia hanno invece intrapreso la via più comoda e veloce obbligando i cittadini a fornirli belli e pronti anche nei casi in cui magari erano già a disposizione»
La replica di Zollia: «I dati sono quelli indispensabili e richiesti dalla normativa. Per ovviare alle difficoltà la Provincia ha pubblicato un piccolo manuale contenente le istruzioni di compilazione che è stato inviato agli utenti ed è disponibile anche sul nostro sito. Gli utenti possono inoltre contare sul supporto degli installatori e/o rivolgersi ai preposti uffici provinciali». 
Grizon infine ha stigmatizzato il costo dell'operazione: «La Provincia dovrà sborsare i 7 euro minimi di bollo per ogni controllo sugli impianti che le aziende autorizzate riscuoteranno in sua vece e che la Provincia dovrà reinvestire per le spese relative a questa competenza».

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