Da Il Piccolo di sabato 13 aprile 2013 - Pagina 31 - Cronaca Trieste
Fondi Pisus, Muggia rimane all’asciutto
Persi 4 milioni di
euro
Il sindaco Nesladek: «Ma il Piano di sviluppo andrà avanti» «È una bocciatura
politica» accusa il segretario del Pd Tomini
di Riccardo Tosques
MUGGIA - Qualcuno ci è rimasto male. I più, però, se
l’aspettavano. L’esclusione di Muggia dalla pioggia di finanziamenti milionari
per la realizzazione di Pisus (acronimo che sta per Piano integrato di sviluppo
urbano sostenibile) sta già offrendo le prime reazioni al vetriolo. Una storia
con esito negativo scontato, dicono dal Pd; bocciatura di stampo tecnico, e non
politico, replica il Pdl. Rimane il fatto che i 4 milioni e mezzo di euro
provenienti da fondi europei, a Muggia, non arriveranno. Anche se la giunta
Nesladek promette battaglia per avere giustizia e preannuncia che la
“rivoluzione urbana" della cittadina, in un modo, oppure nell’altro,
proseguirà.
PROGETTO La riqualificazione del piazzale della stazione delle autocorriere,
la costruzione della nuova biblioteca, il nuovo volto del piazzale ex Alto
Adriatico. Erano i tre capisaldi del progetto dell’amministrazione Nesladek. Un
progetto maturato circa quattro anni fa e poi esposto alla popolazione
nell’estate 2011. Apprezzamenti e contrarietà erano affiorati in tempo
brevissimo. Una petizione popolare con oltre 1000 firme contrarie aveva di
fatto bocciato l’idea di rivoluzionare la cittadina.
MAGGIORANZA «Una storia di
cui si poteva già immaginare il finale. È solo una mossa elettorale da parte di
chi governa questa triste Regione. Oltremodo vergognoso aver dato poche
settimane di tempo per preparare il progetto e tenere a bagno maria i vari enti
locali per la decisione finale». Fulvio Tomini, segretario locale Pd, non ha
affatto digerito la bocciatura di Muggia. «Dal punto di vista del commercio non
può che essere considerato in modo negativo il non vedersi aggiudicato il
finanziamento. Erano previsti ben 700 mila euro per le piccole e medie imprese,
che in un momento di crisi quale quello attuale rappresentano una cifra
indiscutibilmente importante, specie se considerato che per l’80% erano coperti
dal Progetto europeo», spiega l’assessore al Commercio Stefano Decolle.
«Nonostante si metta sempre l’accento sul ruolo e il valore delle piccole
comunità, non si evincono azioni strategicamente significative. Ancora una
volta si punta sulle città capoluogo, con l’eccezione di Tarvisio, a discapito
dei Comuni diversamente maggiori».
OPPOSIZIONE «La Regione ha privilegiato la
qualità e la sostenibilità dei progetti che prevedevano il maggior impatto e
ritorno per i territori interessati, a prescindere dalle amministrazioni che li
hanno proposti. Infatti, il piano di valutazione è stato tecnico e non
politico». Claudio Grizon, consigliere comunale Pdl, rigetta le accuse che
Muggia sia stata “condannata” in quanto retta da un’amministrazione di
centrosinistra. «Quello redatto dalla giunta non è mai stato il nostro progetto
per rilanciare Muggia ma nessuno può dire che la Regione ha voluto penalizzare
la nostra cittadina: 19 milioni di euro per 15 richiedenti erano comunque
pochi. Il fatto politicamente rilevante però è che è stato bocciato il progetto
con cui la giunta Nesladek avrebbe voluto caratterizzare il suo ultimo mandato».
Per Daniele Mosetti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, si tratta di
«un ultimo posto nella graduatoria che fa stridere i denti ricordando il grande
lavoro svolto dalle associazioni, dai singoli cittadini, dagli uffici pubblici
e non fa che riflettere l’incapacità della giunta Nesladek a gestire un bando
così importante per il nostro Comune che doveva esser il trampolino di lancio
per una riqualificazione della cittadina».
FUTURO A delineare il futuro di
tutti i progetti ideati dal centrosinistra è il sindaco di Muggia, Nerio
Nesladek. «Il piano di sviluppo non si chiude di certo con questo bando.
Credendo tuttora nella validità del progetto, non si può che restare
amareggiati nel constatare, con oltre 200 progetti giudicati dalla commissione
regionale, di essere stati inseriti nei quindici Comuni della graduatoria ma
non finanziati. Specie se, come sembrerebbe, i fondi ci sono. Per questo
abbracciamo, insieme a Ronchi dei Legionari e Gradisca, la protesta guidata dal
Comune di Monfalcone». Insomma: non finisce qui.
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