mercoledì 4 settembre 2013

MUGGIA, UN CORO UNANIME: "IMPOSSIBILE AMMINISTRARE"

Da Il Piccolo del 4 settembre 2013 - Pagina 25 - Cronaca Trieste

Muggia, un coro unanime: «Impossibile amministrare» 
Via l’Imu, mentre è in arrivo la “service tax”: le finanze municipali sono sempre più nel caos Finocchiaro (Pd): «Torniamo le chiavi del Comune al governo». Grizon: «Le tasse restino qui» 

di Davide Ciullo

MUGGIA - Fuori l’Imu, dentro la “service tax”. A quanto pare non si chiamerà “Taser”, poiché al Ministero dell’economia si sono accorti dell’imbarazzante equivoco che si sarebbe creato con il nome (identico) delle pistole elettriche utilizzate per stordire i facinorosi. Ma la sostanza non cambia: il passaggio che si verificherà a gennaio 2014 (cancellazione dell’imposta municipale sugli immobili e introduzione di una nuova tassa che congloberà e modificherà anche la Tares) rischia comunque di causare un “elettroshock” ai Comuni. Questo è quello che pensa Marco Finocchiaro, consigliere comunale di Muggia. Dall’esponente del Pd arriva un’ardita provocazione: «A questo punto restituiamo le chiavi delle municipalità ai governanti centrali di turno: un commissario prefettizio o un liquidatore fallimentare sono più che sufficienti». 
L’analisi di Finocchiaro prende le mosse da «un’anomalia politica, economica e finanziaria: siamo passati dall’Italia dei Comuni ad uno Stato centralista che da anni proclama di voler tornare all’autonomia, almeno fiscale, degli enti locali, ma di fatto prosegue nella propria egemonia». Il consigliere cita ad esempio proprio l’abolizione dell’Imu sulla prima casa: «Non entrando nel merito dell’iniquità o meno dell’imposta, il problema vero si trova nella stabilità finanziaria delle autonomie locali. Non è possibile chiudere il bilancio di previsione il 25 giugno dell’esercizio finanziario in corso, come nel caso dell’amministrazione muggesana, o ancor peggio entro il 30 settembre, come dovranno fare molti altri Comuni. Questo – denuncia Finocchiaro – vuol dire operare in regime d’esercizio provvisorio, un po’ come si fa per le aziende fallite». La nuova tassa sui servizi, sostiene l’esponente della maggioranza, renderà la situazione ancor più intricata. «Questo è un grido d’allarme rivolto a tutti i parlamentari che ci rappresentano: i Comuni nell’incertezza non resistono più. Come programmeremo e garantiremo i servizi essenziali ai cittadini – si domanda Finocchiaro – senza avere la certezza delle entrate, visto che le uscite sono state abbondantemente tagliate per non aumentare la pressione fiscale? E come farà il Comune a pagare dipendenti e fornitori alla fine dell’esercizio senza soldi in cassa o non potendoli spendere, pur avendo liquidità, a causa del patto di stabilità?». 
Le perplessità sono condivise anche dall’opposizione. Claudio Grizon, consigliere comunale (e provinciale) del Pdl, commenta: «Con le autonomie locali va fatta chiarezza una volta per tutte: chi viene eletto dai cittadini, e ad essi risponde mettendoci la faccia tutti i giorni, deve poter agire in un quadro più certo possibile». E invece? «Gli ultimi aggiornamenti normativi prevedono che i bilanci di previsione si possano chiudere addirittura entro novembre. È chiaro che questo non è un metodo ammissibile». In linea di massima, secondo Grizon, bisognerebbe applicare il principio del federalismo: «Le risorse generate sul territorio, salve le compensazioni, dovrebbero rimanerci. Ma per chi ha governato dall’esecutivo Monti in poi – osserva – è stato finora più facile tagliare i trasferimenti agli enti locali piuttosto che metter mano ai veri centri di produzione del costo della pubblica amministrazione. Chi ha fatto circoscrizione, comune, provincia e regione – conclude Grizon – sa benissimo dove si trovano sprechi e inefficienze». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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