Da Il Piccolo – Pagina Regione del 24 febbraio 2015
Esuli in fila per la tessera bus
«Ma la legge è inapplicabile»
Una ventina di potenziali beneficiari degli sconti si sono presentati agli sportelli
La Provincia: «Allo stato le domande non sono accoglibili». La palla alla Regione
«Ma la legge è inapplicabile»
Una ventina di potenziali beneficiari degli sconti si sono presentati agli sportelli
La Provincia: «Allo stato le domande non sono accoglibili». La palla alla Regione
di Gianpaolo Sarti
TRIESTE Le decine e decine di telefonate al consigliere regionale di Forza Italia Bruno Marini e all’addetto di segreteria Maurizio Marzi che nei giorni scorsi avevano pubblicato il proprio numero di cellulare per fornire chiarimenti e per invitare i potenziali beneficiari a pretendere il “dovuto”. Ma, soprattutto, la ventina di persone ieri in coda agli sportelli in Provincia, in via Sant’Anastasio, che il “dovuto” sono ben che andati a domandarlo. È l’abbonamento annuale dell’autobus semigratuito per gli esuli istriani, come previsto da una legge del 2007, finora mai applicata, a seminare il caos.
Ed è proprio la Provincia, l’ente preposto ad autorizzare il mega sconto (5,15 euro anziché 343,50), a stoppare le richieste. In un lungo comunicato l’assessore provinciale ai Trasporti Vittorio Zollia spiega infatti perché, stando alla sua analisi, l’agevolazione è «inapplicabile». Salvo un ulteriore contributo finanziario della Regione. Prima, però, una premessa: «Ancora una volta mi vedo costretto a intervenire a fronte di iniziative e dichiarazioni che proprio per la qualifica dei soggetti che le hanno assunte possono creare, come di fatto stanno creando, grave confusione nell’utenza interessata e notevoli difficoltà operative agli uffici coinvolti». Zollia non fa nomi. Ma il riferimento è, oltre a Marini, al presidente dell’Anvgd (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) Renzo Codarin e al capogruppo provinciale del Pdl Claudio Grizon.
Proprio quest’ultimo aveva esortato gli esuli a rivolgersi agli sportelli. Impossibile, precisa Zollia, spiegando che «il problema è noto» e che «alle poche richieste pervenute nel tempo la Provincia, sentita la Regione, ha sempre risposto negando motivatamente il rilascio».
Il motivo, aggiunge, discende proprio dalle norme che regolano la controversa questione. L’assessore, in particolare, cita la legge regionale 20 del 1997 che individuava i beneficiari – al tempo gli invalidi e “i perseguitati politici italiani antifascisti e razziali, gli ex deportati nei campi nazisti” – e precisava che a queste categorie i benefici sono garantiti «nell’ambito degli impegni assunti in sede di gara». Impegni, ricorda Zollia, che i concessionari (come la Trieste Trasporti) «sono tenuti a rispettare dalla data della stipula dei relativi contratti» e che «sono coperti finanziariamente dai corrispettivi pattuiti».
Dieci anni dopo, nel 2007, per una sorta di “compromesso storico”, il Consiglio regionale aggiunge anche gli esuli tra i beneficiari. Tuttavia nello stesso testo, qualche articolo dopo, come fa notare Zollia, puntualizza che l’estensione degli sconti agli esuli si realizzerà solamente «a decorrere dall’entrata in vigore della legge regionale di assegnazione delle risorse finanziarie necessarie per compensare i maggiori oneri derivanti dall’imposizione dell’obbligo di servizio». In pratica, quando ci saranno più soldi. Un punto, questo, su cui l’assessore dedica una sottolineatura: «La Regione potrà imporre alle concessionarie il rilascio delle ulteriori tessere gratuite solamente quando sarà in grado di dare alle Province risorse specifiche rispetto al corrispettivo contrattuale vigente».
La partita si ingarbuglia ancora. Nel 2008 la Finanziaria regionale chiarisce infatti che la Regione «è autorizzata» a sostenere le spese citate in quei commi (gli abbonamenti agli esuli) con i fondi stanziati a bilancio in cui, testuale, «risultano allocate risorse sufficienti per le finalità indicate». Quanto serve, quindi, si prende da là. La norma non è mai stata cancellata, sussiste tutt’ora. Ed è per questo che Marini, Grizon e altri reclamano il benefit.
Ma la Regione, oltre ad “autorizzare”, ha anche effettivamente sborsato denaro in più per le tessere? Per Zollia è proprio questo il fatto: no, non l’ha fatto. «Dunque non è un passaggio giuridicamente valido – spiega in serata al telefono – se non attraverso una riduzione dei servizi resi ai cittadini». Questo però non c’è scritto da nessuna parte: «Già – chiarisce l’assessore – quindi o si integra la norma con la previsione di un taglio al trasporto pubblico, oppure non si applica proprio fintanto che non arrivano soldi freschi dalla Regione». Ciò perché, insiste, «si dimentica che esiste quell’articolo della legge 2007 sui trasporti lì dove si sostiene “che i contratti di servizio stipulati dagli enti locali (quindi la Provincia, ndr) con i gestori, esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, restano disciplinati dalla normativa regionale previgente in materia di trasporto pubblico locale”».
Una garanzia, altrimenti le norme successive manderebbero all’aria i contratti in essere tra Provincia e aziende e, in ultima analisi, pure le prestazioni rese. In sostanza, per dare le tessere agli esuli non basta una legge venuta dopo, come la Finanziaria 2008: o si aggiungono altri fondi, oppure si rimette mano al contratto. Fuori da quel terreno non si va. Anche perché, osserva ancora l’assessore, «la Provincia non ha mai ricevuto dalla Regione per tali finalità risorse in più rispetto ai contratti, peraltro tutt’ora attuali in regime di proroga, oggi tecnica, quindi sempre riferiti ai medesimi corrispettivi, come ridotti nel 2012 e sino ad oggi coperti senza nemmeno l’applicazione dell’indicizzazione Istat».
Questione di soldi e contratti: «Ogni 1000 tessere rilasciate varrebbero 85.000 Km di servizio in meno, previa stipula dei relativi atti aggiuntivi qualora naturalmente la Regione volesse integrare la norma in tal senso». L’ultima parola spetterebbe alla giunta Serracchiani. «È invitata a fare chiarezza definitiva su questa vicenda», conclude Zollia. Nell’attesa «le domande non si possono accogliere». Finisce qui? Non proprio. Grizon invita gli uffici a registrare comunque le richieste degli esuli: «Spetterà alla giunta e al Consiglio regionale garantire le coperture finanziarie perché non è compito dello sportello valutare se ci sono o meno i fondi». Ribatte a distanza Zollia: «Le domande non sono accoglibili perché, al momento, costituirebbero solo un’inutile spesa per i cittadini». La saga continua. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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