I carabinieri di Muggia senza la nuova caserma: iter al palo dopo 10 anni
Nesladek: «Solo un’ipotesi, ora non ce la possiamo permettere» Grizon: «Sede attuale inadeguata, bussiamo alla Regione»
MUGGIA - Che fine ha fatto il progetto per una nuova caserma dei carabinieri a Muggia? A quasi dieci anni dallo studio di fattibilità promosso dall’allora amministrazione Gasperini, si torna infatti a parlare del progetto di creare un polo per l’Arma nella zona del piazzale ex Alto Adriatico.
Dopo l’appello dello scorso settembre da parte di alcune sigle sindacali per ridare decoro alla sede dei carabinieri, a chiedere spiegazioni all’attuale amministrazione Nesladek è il consigliere comunale del Pdl-Ncd Claudio Grizon.
Ma la risposta al volo del sindaco è inequivocabile: l’idea resta nel cassetto, per ora e forse anche per sempre. Questione di soldi.
Attraverso un’interrogazione l’esponente del centrodestra, ricordando come «per alcuni anni del primo mandato della giunta Nesladek la nuova caserma ha gonfiato le previsioni di entrate del bilancio di ben 10 milioni di euro derivanti da contributi regionali», Grizon ha evidenziato come della realizzazione della nuova caserma se ne fosse occupata a suo tempo anche la giunta di Gasperini. Che - ricorda Grizon - «aveva affidato la realizzazione di uno studio di fattibilità all’architetto Bradaschia con la supervisione del comandante Bianchi, che prevedeva la realizzazione della nuova caserma nel piazzale dell’ex cantiere Alto Adriatico, più o meno sull’area dove sarebbe dovuto già sorgere il nuovo distributore».
La giunta Gasperini aveva poi utilizzato lo studio di fattibilità per chiedere il finanziamento alla Regione. «Va dato atto che nel suo primo mandato Nesladek ha fatto fare dei lavori di manutenzione per circa 80mila euro ma hanno solo tamponato un’emergenza», puntualizza Grizon ma ora il consigliere del Pdl-Ncd ripropone nell’agenda politico-amministrativa muggesana lo stesso tema proprio mentre l’amministrazione comunale si sta accingendo a presentare il bilancio 2014. «Non è più tollerabile - conclude Grizon - che i nostri carabinieri rimangano in una struttura così vecchia e inadeguata ad ospitare forze dell’ordine determinanti per il presidio del territorio purtroppo frequentemente invaso da ladri provenienti da oltre confine. Dobbiamo chiedere assieme alla Regione un’assoluta priorità ad un finanziamento che possa dare il via al progetto definitivo ed individuare un nuovo sito a meno che non salti anche il progetto del distributore».
Pronta la replica di Nerio Nesladek: «Non abbiamo gonfiato nessun bilancio, abbiamo semplicemente cercato di collaborare con l’Arma. Esisteva, è vero, un’ipotesi di finanziamento, in base ad una legge regionale, ma era solo un'ipotesi».
È poi emerso che «l’eventuale contributo sarebbe stato erogato in conto interessi a fronte di un mutuo di 10 milioni di euro che il Comune avrebbe dovuto assumere. Tutti, anche il consigliere Grizon, possono immaginare le conseguenze catastrofiche se avessimo contratto questo debito».
Nesladek sa «bene che la sede attuale non risulta più essere adeguata alle necessità dell’Arma e sappiamo anche che i carabinieri svolgono il loro prezioso lavoro in condizioni non sempre facili: di questo li ringraziamo confermando il nostro impegno per migliorare la situazione». Ma c’è qualche soluzione all'orizzonte? «Un finanziamento che non vada a incidere sul Patto di stabilità e non ci costringa ad indebitarci, oppure la sinergia con qualche privato - risponde ancora Nesladek -. Sempre che si riesca a trovare una collocazione adeguata, obiettivo che, pur perseguito con molta tenacia e disponibilità da parte nostra, non siamo ancora riusciti a raggiungere per la mancanza di un luogo giudicato adeguato dall’Arma”.
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