“Chiedete l’accesso agli atti e fatevi dare i verbali, li
ci sono le mie dichiarazioni e il riscontro dei miei voti, io non ho nessuna
intenzione di relazionare al consiglio sulla mia attività in Comitato Portuale”.
E’ stata questa in sintesi la stizzita reazione della presidente della
Provincia Bassa Poropat alla richiesta sottoscritta a tal fine dal consigliere
Claudio Grizon assieme a Massimo Romita, Viviana Carboni, Daniela
Pallotta del gruppo PDL e dai consiglieri Giorgio Ret, Stefano Martucci,
Giorgio Rossi, Paolo Polidori e Andrea Sinico.
Teatro di questo animato confronto è stata una recente
riunione della conferenza dei capi gruppo dove il presidente del consiglio
Maurizio Vidali (Unione Slovena) ha preferito farle il controcanto,
appellandosi al regolamento che “non prevede l’audizione del presidente della
Provincia”, piuttosto che trovare un punto d’incontro e facendo sua una nuova
richiesta della maggioranza di invitare per un’audizione la presidente
Marina Monassi.
“In realtà” – sottolinea Claudio Grizon – “la questione
in realtà è tutta politica: ovviamente il regolamento non fa alcun cenno
alle audizioni di assessori o del presidente, ma neppure le vieta, così come
non fa cenno dell’audizione degli assessori regionali che invece spesso sono
intervenuti su temi specifici in consiglio al pari anche di alcuni assessori
provinciali”.
“Evidentemente con questa richiesta” – ironizza Grizon – “ci
siamo macchiati del reato di lesa maestà nei confronti della presidente
Bassa Poropat che anche in Comitato Portuale, si ritiene libera di dire
e fare ciò che vuole in spregio al consiglio e ai cittadini, senza avere la
sensibilità di informare quantomeno saltuariamente i consiglieri sulle
posizioni e decisioni più significative assunte in seno a quella Autorità
Portuale alla quale però non lesina pesanti critiche dalle colonne dei giornali
e dalle pagine delle sue relazioni programmatiche”.
“Dopo otto anni e mezzo di amministrazione Bassa Poropat” –
conclude il consigliere del Pdl – “posso affermare che con questi qua non si
può parlare di nulla, non sono capaci ne disponibili ad entrare nel merito di
alcun tema: sono rari i momenti di confronto costruttivo, vivono
rinchiusi in un fortino fatto di dogmi e atti di fede nei confronti della
presidente e dei partiti di riferimento convinti di possedere il verbo della
verità”.
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