La seduta di ieri sera a Muggia |
Ieri sera dopo 3 ore e mezza di dibattito sulla mozione presentata da Geremia Liguori (indipendente) e Danilo Savron (Unione Slovena) contro l'annessione di Muggia in una Unione territoriale con il Comune di Trieste il voto sul documento è finito 10 a 10. La mozione non è stata ne approvata ne bocciata!
Ad assumersi la responsabilità di salvare il sindaco Nerio Nesladek dall'onta della sfiducia è stato il consigliere Ferdinando Parlato di Un'Altra Muggia che assieme al collega Claudio Di Toro, eletto con la Lega Nord ma poi espulso a causa di problemi giudiziari, hanno regalato alla sinistra i due voti indispensabili al pareggio.
Mentre su Di Toro, che ormai rappresenta se stesso, nessuno contava più di tanto, gravissima è stata invece l'iniziativa di Parlato, esponente di Un'Altra Muggia, che ha salvato la faccia a Nesladek. In realtà se fosse stato presente il consigliere Nicola Delconte, assente giustificato per
impegni professionali, il consiglio avrebbe decretato la sfiducia alla linea del sindaco Nesladek e della governatrice Debora Serracchiani.
Il volantino che ho realizzato per l'occasione
che ho esposto sul mio posto in consiglio
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Con tre lunghi interventi Nesladek ha fatto di tutto per convincere i consiglieri sulle sue tesi ma dopo Liguori e Danilo Savron sia il consigliere Giorgio Coslovich di Rifondazione Comunista che la consigliera Marina Busan di Mejo Muja che l'assessore Fabio Longo hanno fatto muro contro la posizione del PD.
Da parte mia con due interventi ho evidenziato come questa legge sia nata male, in quanto votata solo da una parte della maggioranza regionale, con l'uscita dall'aula di tutta l'opposizione. Ho ricordato inoltre come su questa legge ci sia la contrarietà di circa un centinaio di sindaci della regione pronti a ricorrere al TAR. Infine ho auspicato inoltre che la giunta regionale sospenda comunque l'applicazione della legge, come proposto dell'opposizione regionale nei giorni scorsi, al fine di rivedere i contenuti della legge e di ricostruire relazioni istituzionali con il territorio ormai lacerate come mai prima nella storia della Regione.
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