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giovedì 1 ottobre 2015

MUGGIA BOCCIA NESLADEK ED IL PD SULL'UNIONE DEI COMUNI IMPOSTA DALLA SERRACCHIANI

Da Il Piccolo di giovedì 1 ottobre 2015

Muggia approva il nuovo piano regolatore
In una seduta fiume del Consiglio viene anche bocciata l’Unione territoriale intercomunale giuliana

LO STRUMENTO URBANISTICO
Il vicesindaco sottolinea la valenza ecologica e turistica

IL RISCHIO COMMISSARIO
La Regione potrebbe nominarlo dopo il no alla riforma



di Riccardo Tosques 

MUGGIA - Piano regolatore generale comunale ok, stop all’Unione territoriale intercomunale. Al termine di una lunga maratona iniziata alle 21 di martedì e terminata alle 4.40 di ieri il Consiglio comunale di Muggia si è pronunciato sui due temi più caldi dell’estate. Con undici voti favorevoli e nove contrari il sofferto nuovo Piano regolatore è stato approvato: a favore Nerio Nesladek, Loredana Rossi, Valentina Parapat, Riccardo Bensi, Marco Finocchiaro, Igor Donadel, Danilo Savron, Diego Crevatin (Pd), Laura Marzi (Sel), Marina Busan (Meio Muja) e Geremia Liguori (indipendente). Contrari Claudio Grizon, Christian Gretti, Paolo Prodan, Nicola Delconte, Dario Grison, (Pdl), Ferdinando Parlato (Un’Altra Muggia), Claudio di Toro, Fabio Longo (indipendenti) e Maurizio Coslovich (Federazione della Sinistra). Assente Daniele Mosetti (Fratelli d’Italia-An). 
«È un’enorme soddisfazione essere riusciti ad approvare questo nuovo Prgc con cui si chiude un percorso alquanto travagliato e accidentato» commenta il vicesindaco Laura Marzi. «Siamo arrivati a questo traguardo grazie a una fermissima volontà di questa maggioranza che ha registrato anche sacrifici politici come le dimissioni da consigliere dell’assessore Stefano Decolle o il ritiro dell’opposizione al piano da parte del padre dell’assessore Valentina Parapat, il tutto per evitare facili strumentalizzazioni politiche» aggiunge Marzi. Per l'esponente di Sel si tratta di un «Prgc innovativo, a valenza ecologica e turistica al tempo stesso». «Questo risultato - dà man forte l’assessore ai Lavori pubblici Marco Finocchiaro - è importantissimo non solo per la pianificazione urbanistica ma anche per la mobilità lenta del nostro Comune poiché vengono pianificate nel documento approvato anche le Zone 30 e Residenziali, i percorsi ciclabili, i sentieri e le indicazioni su viabilità d’accesso a Muggia e verso la costiera». Per Finocchiaro «con molta lungimiranza abbiamo pianificato cose che in questi giorni sono all’esame del legislatore nazionale e riguardano la modifica del codice della strada con l’introduzione del limite dei 30 all’ora a tutta la città consolidata, a eccezione delle vie di scorrimento dove il limite può essere elevato a 50». 
Critico invece Claudio Grizon del Pdl: «Con l’astensione in fase di adozione avevamo rinviato il giudizio finale a seguito della verifica delle osservazioni e del giudizio dei cittadini. Il Pd ha bocciato tutte le richieste di piccoli ampliamenti o di nuove edificazioni per le famiglie. È mancata una visione sociale del piano e una prospettiva illuminata di sviluppo per il territorio. Pesanti le intese con l’Ezit e forte il condizionamento ideologico generale. L’unico vero punto che ci ha unito è stato lo sviluppo della costa. Il giudizio complessivo non poteva che essere contrario». 
Come da copione, invece, il Consiglio comunale ha bocciato l’adesione all’Uti. Si sono espressi in modo contrario Grizon, Gretti, Prodan, Delconte, Grison (Pdl), Di Toro, Longo, Liguori (indipendenti), Coslovich (Fds) e Busan (Meio Muja). Favorevoli Nesladek, Rossi, Parapat, Bensi, Finocchiaro, Donadel, e Crevatin (Pd), Marzi (Sel), Marina Busan (Meio Muja). Astenuto Savron (Pd). Assenti Mosetti (Fdi) e Parlato (Un’Altra Muggia). 
Caustico Grizon: «Muggia ha sonoramente bocciato il progetto delle Unioni comunali così caro alla Serracchiani e al Pd che ha lacerato le comunità della nostra regione. Una riforma imposta agli amministratori e ai cittadini che ha già fatto fiorire decine di ricorsi. Ora sappiamo chi ha a cuore la nostra comunità e chi invece è disposto a tradirla per ordine di partito». Anche sull’Uti potrebbe arrivare un commissario nominato dalla Regione: «Ne vedremo delle belle». Ribatte Marzi: «L’Uti non fa parte del programma elettorale, ognuno era libero di agire come meglio credeva. Personalmente lo trovo uno statuto garantista verso tutti, anche se spiace che Trieste non abbia voluto condividere maggiori servizi». 

venerdì 17 aprile 2015

MAXI-COMUNE, MUGGIA RESTA IN STALLO

Da Il Piccolo di venerdì 17 aprile 2015 - Pagina Provincia

Maxi-Comune, Muggia resta in stallo
L’aula si spacca sull’assetto dell’Uti. Dieci voti favorevoli e dieci contrari sulla mozione contro la “fusione” con Trieste

di Riccardo Tosques 

MUGGIA - Dieci favorevoli contro dieci contrari: insomma, un pareggio bello e buono. E' finita senza vinti né vincitori la partita muggesana sull'Uti. Ma gli spunti politici non mancano di certo. Dopo oltre tre ore e mezza di dibattito sulla mozione presentata dai consiglieri Geremia Liguori (indipendente) e Danilo Savron (Partito Democratico) contro l'annessione di Muggia in una Unione territoriale con il Comune di Trieste il voto del Consiglio comunale sul documento è terminato senza una bocciatura né un consenso. 
Certo è che Muggia non riuscirà a rispettare il 20 aprile quale termine ultimo previsto dalla Legge Panontin per chiedere di essere spostati ad un'altra Unione Territoriale contigua o presentare una delibera votata dalla maggioranza assoluta del Consiglio che esprima il desiderio di non aderire ad alcuna Uti. 
Votazione A favore della mozione, oltre a Liguori e Savron, hanno votato Marina Busan (Mejo Muja), Maurizio Coslovich (Federazione della Sinistra), Fabio Longo (Idv), Christian Gretti (Pdl), Claudio Grizon (Pdl), Dario Grison (Pdl), Paolo Prodan (Pdl) e Daniele Mosetti (Fratelli d'Italia). 
Contro la mozione si sono espressi invece Ferdinando Parlato (Un'Altra Muggia), Claudio Di Toro (indipendente, votato nella lista della Lega Nord), Nerio Nesladek (Pd), Stefano Decolle (Pd), Marco Finocchiaro (Pd), Loredana Rossi (Pd), Riccardo Bensi (Pd), Francesca Riosa (Pd) e Laura Marzi (Sel). 
Commenti «Non riesco a capire come il consigliere Ferdinando Parlato, che fino a pochi minuti prima del voto aveva confermato che avrebbe sostenuto la mozione, abbia deciso di fare marcia indietro adducendo la motivazione della Città metropolitana che nella riforma Panontin non esiste», spiega esterrefatto il consigliere Geremia Liguori. L'esponente del Sel promette però battaglia: «Torneremo sul ring, e continueremo a combattere con i mezzi democratici a nostra disposizione. Questa riforma, in questi termini, non ci vede affatto d'accordo». 
Chiamato in causa il bandelliano Ferdinando Parlato pare quasi cadere dalle nuvole. «Mi arrivano voci da Muggia che votando assieme alla maggioranza io abbia salvato il Sindaco Nesladek non si sa bene da cosa – spiega Parlato -. In sede di dichiarazione di voto ho ribadito che il mio voto è stato coerente con quella mozione portata in Consiglio comunale due anni or sono sull'istituzione della "Città Metropolitana" che tutto il consiglio, il Pd in primis, mi cassò, tranne il consigliere Di Toro. Ora, ironia della sorte, una simile situazione è stata proposta dalla legge Panontin sugli enti locali e dal Pd. Il mio voto è stato contrario alla mozione presentata, coerente con quanto accaduto allora».
Sul proprio profilo Facebook l'assessore in quota Pd Stefano Decolle esulta: «Ancora una volta i rancorosi e gli immobilisti sono stati sconfitti. Chi vuole Muggia ferma ed è interessato soltanto a mantenere il suo strapuntino di piccolo potere è stato sconfitto. Muggia merita di essere un centro di riferimento nei processi di ammodernamento della pubblica amministrazione, non c'è più centro-sinistra e centro-destra; c'è chi vuole un Comune efficiente e vicino alla quotidianità delle persone e chi pensa solo al suo posto di consigliere comunale. Io sto con i primi». 
Serafico il commento del consigliere Grizon: «Tra le fila dell’ex maggioranza Nesladek sono “volati gli stracci” con uno scontro che ha messo in luce le lacerazioni da ricomporre in vista delle prossime amministrative. Ad assumersi la responsabilità di salvare il sindaco Nesladek dall'onta della sfiducia è stato il consigliere Ferdinando Parlato di Un'Altra Muggia che assieme al collega Claudio Di Toro, eletto con la Lega Nord ma poi espulso a causa di problemi giudiziari, hanno regalato alla sinistra i due voti indispensabili al pareggio».

giovedì 16 aprile 2015

UNIONE DEI COMUNI CON #TRIESTE, NEL CENTRO SINISTRA VOLANO GLI STRACCI MA PARLATO SALVA NESLADEK

NEL CENTRO SINISTRA VOLANO GLI STRACCI MA FERDINANDO PARLATO DI UN'ALTRA ‪#‎MUGGIA‬ SALVA ‪#‎NESLADEK‬ E IL #PD DALL'ONTA DELLA SFIDUCIA DEL CONSIGLIO

La seduta di ieri sera a Muggia
Ieri sera dopo 3 ore e mezza di dibattito sulla mozione presentata da Geremia Liguori (indipendente) e Danilo Savron (Unione Slovena) contro l'annessione di Muggia in una Unione territoriale con il Comune di Trieste il voto sul documento è finito 10 a 10. La mozione non è stata ne approvata ne bocciata!
Ad assumersi la responsabilità di salvare il sindaco Nerio Nesladek dall'onta della sfiducia è stato il consigliere Ferdinando Parlato di Un'Altra Muggia che assieme al collega Claudio Di Toro, eletto con la Lega Nord ma poi espulso a causa di problemi giudiziari, hanno regalato alla sinistra i due voti indispensabili al pareggio.
Mentre su Di Toro, che ormai rappresenta se stesso, nessuno contava più di tanto, gravissima è stata invece l'iniziativa di Parlato, esponente di Un'Altra Muggia, che ha salvato la faccia a Nesladek. In realtà se fosse stato presente il consigliere Nicola Delconte, assente giustificato per
Il volantino che ho realizzato per l'occasione
che ho esposto sul mio posto in consiglio
impegni professionali, il consiglio avrebbe decretato la sfiducia alla linea del sindaco Nesladek e della governatrice Debora Serracchiani.
Con tre lunghi interventi Nesladek ha fatto di tutto per convincere i consiglieri sulle sue tesi ma dopo Liguori e Danilo Savron sia il consigliere Giorgio Coslovich di Rifondazione Comunista che la consigliera Marina Busan di Mejo Muja che l'assessore Fabio Longo hanno fatto muro contro la posizione del PD.
Da parte mia con due interventi ho evidenziato come questa legge sia nata male, in quanto votata solo da una parte della maggioranza regionale, con l'uscita dall'aula di tutta l'opposizione. Ho ricordato inoltre come su questa legge ci sia la contrarietà di circa un centinaio di sindaci della regione pronti a ricorrere al TAR. Infine ho auspicato inoltre che la giunta regionale sospenda comunque l'applicazione della legge, come proposto dell'opposizione regionale nei giorni scorsi, al fine di rivedere i contenuti della legge e di ricostruire relazioni istituzionali con il territorio ormai lacerate come mai prima nella storia della Regione.

giovedì 26 marzo 2015

MUGGIA BALLA SUL "SUPERCOMUNE"















LA NOTA
Il sindaco Nesladek oggi è tecnicamente in minoranza sul tema dell'Unione comunale con Trieste. L'opposizione, Liguori, Savron e Longo hanno 13 voti su 21!

Da Il Piccolo di giovedì 26 marzo 2015 - Pagina Provincia
Muggia balla sul “supercomune”
Maggioranza a rischio sull’Unione territoriale. Contrari il democratico Savron e l’indipendente Liguori

di Riccardo Tosques

MUGGIA La maggioranza che regge il sindaco Nerio Nesladek è pronta a spaccarsi sul tema dell'ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali. A sorpresa, due esponenti del centrosinistra, Danilo Savron (Pd) e Geremia Liguori (indipendente), hanno espresso contrarietà sulla presenza di Muggia «nel concorrere a formare qualsivoglia Unione territoriale nella quale sia incluso il comune di Trieste». 
Sì, invece, alla costituzione di un’Unione autonoma del territorio provinciale che comprenda dunque Duino Aurisina, San Dorligo della Valle, Sgonico e Monrupino. Il pensiero di Savron e Liguori è stato espresso in una mozione urgente sulla Legge regionale del 12 dicembre 2104, n.26, che riguarda il riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia con l'ordinamento delle Uti e la riallocazione delle funzioni amministrative. 
I due consiglieri comunali hanno espresso il dubbio dell'incostituzionalità della legge fortemente voluta dal presidente della Regione Debora Serracchiani. «La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato – hanno ricordato i due esponenti politici -. Questi sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione: la legge pare violare l’art. 5 della Costituzione dove è prevista la promozione delle autonomie locali e non la loro soppressione». Ma il concetto cardine è un altro: un'Unione territoriale di concerto con Trieste comporterebbe per i cosiddetti Comuni minori una «manifesta penalizzazione». 
«Credo che il consigliere Geremia e io siamo stati chiari – racconta Danilo Savron -. Con questa legge rischiamo di cancellare il territorio muggesano. Spero che la mozione possa ricevere la giusta attenzione, anche se sappiamo che il resto della maggioranza la pensa in maniera diversa». 
A sostenere il documento, e quindi a creare un’ulteriore spaccatura nella maggioranza è l'assessore all'Ambiente Fabio Longo (Idv): «Dall'entrata in vigore nel dicembre scorso della Legge regionale n.26/14 sulle Unioni dei Comuni, in tutta la Regione e in tutte le Province sono decine e decine i Comuni e centinaia i pubblici amministratori che la contestano. Così nella nostra provincia. Sono convinto che i Comuni abbiano perfettamente ragione a contestare la norma sollevando dubbi sulla sua legittimità costituzionale. Si susseguono infatti voci fondate sul fatto che a breve verranno presentati i ricorsi al Tar con richiesta di rinvio alla Corte costituzionale. In conclusione ritengo inaccettabile che i cittadini di un Comune vengano amministrati da sindaci eletti in altri Comuni». 
A cercare di smorzare i torni è il vicesindaco Laura Marzi (Sel): «Per come sono ridotti i Comuni più piccoli in questo periodo storico, se non si uniscono non vi sarà più la garanzia di poter offrire determinati servizi con una determinata qualità. Personalmente ritengo che dopo l'esperienza di Mare-Carso, che non ha funzionato, dobbiamo ragionare con il Comune di Trieste per dare vita ad uno statuto che metta in chiaro i ruoli dei vari comuni: solo così il Comune più grande non prenderà il sopravvento sugli altri Comuni minori”.

martedì 3 marzo 2015

"MUGGIA CEDUTA A TRIESTE", SCONTRO SUL SUPERCOMUNE

Da Il Piccolo del 3 marzo 2015 – Provincia


Il Pdl contesta il via libera alla nuova Unione territoriale: «Saremo succubi»
Ma il sindaco non ci sta: «È vero il contrario. Avremo più soldi e più peso»


«Muggia ceduta a Trieste»
Scontro sul Supercomune


La riforma delle autonomie locali approvata in Regione (nella foto l’assessore Panontin), prevede un’unica Unione territoriale per tutti i Comuni della provincia
La risposta del sindaco (foto) non si fa attendere: il rifiuto di aderire all’Unione non solo farebbe perdere 900mila euro a Muggia ma anche la chance di contare di più

Il centrodestra di Muggia (nella foto Grizon) contesta il “sì” del sindaco Nesladek e propone di mollare Trieste e creare un’Unione con gli altri quattro comuni minori


di Riccardo Tosques
MUGGIA «L’ultimo “regalo” del sindaco Nesladek e del Partito democratico ai muggesani? Diventare triestini». È pungente e caustico il Pdl rivierasco nel denunciare «l’obbedienza ai dogmi della governatrice Serracchiani» da parte dell’amministrazione Nesladek. Sotto accusa la riforma dei “Supercomuni”, caldeggiata dalla presidente della Regione Debora Serracchiani ma osteggiata dal centrodestra. «Il sindaco Nesladek ha spaccato il fronte unito dei Comuni minori della provincia triestina: fregandosene delle tradizioni e delle peculiarità del comune istriano, di cui si è sempre riempito la bocca, ha deciso invece di unire Muggia a Trieste»
Non utilizza certo mezzi termini il consigliere comunale del Pdl Claudio Grizon per denunciare l’appoggio da parte dell’amministrazione muggesana alla riforma dei “Supercomuni”. 
«Finora il Consiglio comunale di Muggia non ha ancora affrontato il tema dell’Unione dei Comuni, in attesa di sentire le posizioni che dovevano scaturire da una riunione tra i sei sindaci della provincia» spiega Grizon. Ma il Pdl ha già le idee chiare: la soluzione più idonea ad assicurare una certa autonomia e il mantenimento delle tradizioni e delle specificità del territorio è quella di un’Unione di tutti e cinque i Comuni che porti anche a creare un unico Ambito socio assistenziale con circa 30mila abitanti; a cui potrebbero seguire accordi per la gestione associata di alcuni servizi anche con il Comune di Trieste. 
«Se dovessero passare le previsioni di un’Unione unica per il territorio provinciale con Trieste capofila il rischio conseguente sarebbe che poco dopo “qualcuno” proporrebbe la trasformazione dei Comuni minori in circoscrizioni o poco più» tuona Grizon. 
Il concetto dunque è chiaro: non è pensabile che il Consiglio comunale di Muggia debba prendere atto di quello che deciderà il Pd a Trieste senza che il tema sia affrontato anche a Muggia
«La nuova riforma degli enti locali non significa in alcun modo la fine del Comune di Muggia e men che meno la perdita della sua identità: altri erano i tempi in cui si andava a prendere ordini a Trieste e Dipiazza, con Camber nell'ombra, dichiarava pubblicamente che Trieste e Muggia avevano un unico sindaco, che non era certo quello di Muggia». Risposta al vetriolo quella che il sindaco Nerio Nesladek fornisce per difendersi dalle accuse avanzate dal Pdl. Ma oltre alla questione politica, il tema va affrontato anche da un punto di vista prettamente pratico: «Bisognerebbe che il consigliere Grizon e il Pdl spiegassero ai cittadini come il Comune dovrebbe fare a mantenere un adeguato livello dei servizi con una diminuzione d’introiti stimata dai nostri Uffici in quasi 900mila euro che deriverebbero da una mancata partecipazione all'Unione territoriale che, ricordiamo, è diventata una legge della Regione con ampia maggioranza e senza il voto contrario dei rappresentanti della comunità slovena». Trieste dunque “mangerà” Muggia? «Ma no, è una sciocchezza - conclude il primo cittadino muggesano - uno spauracchio facile da agitare per chi non ha altri argomenti. La verità è che è vero il contrario: sarà Trieste che dovrà sedersi attorno a un tavolo, con noi e con gli altri Comuni». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

domenica 1 marzo 2015

NESLADEK VUOLE UNIRE MUGGIA A TRIESTE PER OBBEDIENZA ALLA SERRACCHIANI E AL PD

Grizon (Pdl): "l’ultimo “regalo” del sindaco e del PD ai muggesani: diventare triestini!"

E’ ormai noto che Nerio Nesladek, per obbedienza ai dogmi della governatrice Serracchiani e del PD, vuole unire Muggia a Trieste, fregandosene delle tradizioni e delle peculiarità del comune istriano di cui si è sempre riempito la bocca lasciando a quanto pare al loro destino i comuni minori. 
Il sindaco Nesladek ha spaccato infatti il fronte unito dei Comuni minori (che nei giorni scorsi si sono incontrati con la governatrice Serracchiani) i quali ancora oggi aderiscono all’Associazione intercomunale Mare Carso, da lui presieduta, e che a dire il vero ben poco ha saputo fare in questi anni. 
Finora il consiglio comunale di Muggia non ha ancora affrontato il tema dell’Unione dei Comuni, che la legge di riforma voluta dalla Serracchiani vorrebbe tutti uniti all’ombra del Comune di Trieste, in attesa di sentire le posizioni che dovevano scaturire da una riunione tra i sei sindaci della provincia. 
Il tema però era già stato posto in consiglio fin dalla fine di novembre, prima dell’approvazione della
legge, con una mozione presentata da me con l’adesione di quasi tutta l’opposizione e una a firma del consigliere Geremia Liguori.
La soluzione più idonea ad assicurare una certa autonomia e il mantenimento delle tradizioni e delle specificità del territorio, quantomeno in prima battuta, è quella di una Unione di tutti e cinque i Comuni che porti anche a creare un unico ambito socio assistenziale con circa 30 mila abitanti. Ovviamente potrebbero seguire accordi per la gestione associata di alcuni servizi anche con il Comune di Trieste. 
Se dovessero passare le previsioni di un’unione unica per il territorio provinciale con Trieste capofila il rischio conseguente sarebbe che poco dopo “qualcuno” proporrebbe la trasformazione dei Comuni minori in circoscrizioni o poco più.
Sappiamo per certo che la maggioranza del sindaco Nesladek sull’unione con Trieste non è così compatta, e non è pensabile che il consiglio comunale di Muggia debba prendere atto di quello che deciderà il Pd in piazza Unità d’Italia a Trieste, che sia al civico 1 o al civico 4, senza che il tema sia affrontato con serietà anche in piazza Marconi a Muggia. Non c’è ancora molto tempo perché ad aprile la Serracchiani deciderà come disegnare l’Unione dei comuni e non credo che i cittadini di Muggia vorrebbero ritrovarsi “triestini” senza averlo chiesto.

Claudio Grizon
Consigliere Comunale di Muggia del PDL

mercoledì 25 febbraio 2015

NESLADEK VUOLE UNIRE MUGGIA A TRIESTE PER OBBEDIENZA ALLA SERRACCHIANI

La nuova Unione tra Trieste e Muggia voluta da Nesladek e dal PD
Grizon (Pdl): l’ultimo “regalo” del sindaco e del PD ai muggesani: diventare triestini
  
E’ ormai noto che Nerio Nesladek, per obbedienza ai dogmi della governatrice Serracchiani e del PD, vuole unire Muggia a Trieste, fregandosene delle tradizioni e delle peculiarità del comune istriano di cui si è sempre riempito la bocca lasciando a quanto pare al loro destino i comuni minori.
Il sindaco Nesladek ha spaccato infatti il fronte unito dei Comuni minori (che il 3 marzo incontreranno  l’assessore Panontin) i quali ancora oggi aderiscono all’Associazione intercomunale Mare Carso, da lui presieduta, e che a dire il vero ben poco ha saputo fare in questi anni.  
Finora il consiglio comunale di Muggia non ha ancora affrontato il tema dell’Unione dei Comuni, che la legge di riforma voluta dalla Serracchiani vorrebbe tutti uniti all’ombra del Comune di Trieste, in attesa di sentire le posizioni che dovevano scaturire da una riunione tra i sei sindaci della provincia.
Il tema però era già stato posto in consiglio fin dalla fine di novembre, prima dell’approvazione della legge, con una mozione presentata da me con l’adesione di quasi tutta l’opposizione e una a firma del consigliere Geremia Liguori.
La soluzione più idonea ad assicurare una certa autonomia e il mantenimento delle tradizioni e delle specificità del territorio, quantomeno in prima battuta,  è quella di una Unione di tutti e cinque i Comuni che porti anche a creare un unico ambito socio assistenziale con circa 30 mila abitanti. Ovviamente potrebbero seguire accordi per la gestione associata di alcuni servizi anche con il Comune di Trieste.
Se dovessero passare le previsioni di un’unione unica per il territorio provinciale con Trieste capofila il rischio conseguente sarebbe che poco dopo “qualcuno” proporrebbe la trasformazione dei Comuni minori in circoscrizioni o poco più.
Sappiamo per certo che la maggioranza del sindaco Nesladek sull’unione con Trieste non è così compatta, e non è pensabile che il consiglio comunale di Muggia debba prendere atto di quello che deciderà il Pd in piazza Unità d’Italia a Trieste, che sia al civico 1 o al civico 4, senza che il tema sia affrontato con serietà anche in piazza Marconi a Muggia. Non c’è ancora molto tempo perché ad aprile la Serracchiani deciderà come disegnare l’Unione dei comuni e non credo che i cittadini di Muggia vorrebbero ritrovarsi “triestini” senza averlo chiesto.

Claudio Grizon

Consigliere Comunale di Muggia del PDL