venerdì 8 aprile 2016

MUGGIA BOCCIA L'ADESIONE ALL'UTI GIULIANA, LE STRANE NOZZE TRA TRIESTE E SGONICO

Da Il Piccolo dell'8 aprile 2016 - Cronaca Trieste

Le “strane nozze” tra Trieste e Sgonico

Muggia boccia l’adesione all’Uti giuliana. Risultato: solo due Comuni su sei vi faranno parte. Primo atto il 26 aprile

di Riccardo Tosques

L’Uti giuliana sarà composta solamente da due Comuni su sei. È l’epilogo un po’ paradossale della tanto attesa riforma Panontin, dopo che anche Muggia ha deciso di dire di “no” all’Unione territoriale intercomunale. Il Consiglio comunale rivierasco ha infatti bocciato per 9 voti a 8 l’adesione al nuovo ente fortemente voluto dalla Regione. 
Decisive l’uscita dall’aula del consigliere comunale del Pd (in quota Unione slovena) Danilo Savron e l’astensione della consigliera di maggioranza Marina Busan della lista civica Meio Muja, fedelissima dell’assessore provinciale Roberta Tarlao. All’opposizione solo il bandelliano Ferdinando Parlato ha supportato l’adesione. Ma non è bastato. 
Esulta il consigliere del Pdl Claudio Grizon: «Se il Pd vuole far morire per asfissia i Comuni, e quindi smantellare la rete dei servizi che assicurano ai nostri cittadini, si accomodi. Ma ogni amministratore di buon senso, e il centrodestra in particolare, non devono mollare di un millimetro in questa battaglia». 
Dopo Duino Aurisina, San Dorligo della Valle e Monrupino, anche Muggia si oppone dunque al progetto di riforma degli enti locali. Nerio Nesladek, sindaco di Muggia nonché segretario provinciale del Pd, accusa il colpo senza scomporsi troppo: «Solo due Comuni prenderanno parte all’Uti giuliana? Si vedrà quando scadranno i termini». 
La costituzione delle Uti dovrà avvenire entro il 15 aprile. Successivamente, entro il 20, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini convocherà l’assemblea che si riunirà - quasi sicuramente - il 26 aprile nel municipio di piazza Unità. L’esercizio delle funzioni, invece, partirà il primo luglio, salvo ulteriori proroghe. 
Sulla situazione delle Uti “mignon” venutasi a creare nella provincia triestina, molto perplessa è il sindaco di Sgonico Monica Hrovatin: «Partire con due Comuni, con noi che siamo l’unico cosiddetto “minore”, mi pare ridicolo. Un’Uti così è un qualcosa di ibrido. Probabilmente ciò significa che continueremo ad operare in autonomia». 
In serata è arrivato anche il commento del sindaco di Trieste Cosolini: «L’adesione all’Uti è un’opportunità. Il mio auspicio è che i Consigli comunali che si sono opposti, viste le modifiche introdotte, si esprimano a favore. Non aderire significa esclusivamente una ritorsione contro i cittadini». 
Nel frattempo vi sono state tre sentenze del Tar Fvg relativamente ai due ricorsi promossi dal Comune di San Dorligo della Valle e di San Floriano del Collio. Ricorsi nei quali si ponevano dei problemi sollevati (quasi) all’unanimità: la perdita di autonomia dei Comuni all’interno di queste nuove realtà ed il rischio della comunità slovena di poter essere in qualche modo danneggiata nei propri diritti da questa legge. 
«Con la sentenza di primo grado (rispetto al ricorso presentato da San Dorligo, ndr) è stato detto chiaramente che le Uti sono strumenti di amministrazione di carattere gestionale e non politico e che i diritti acquisiti dalla minoranza slovena non solo non vengono intaccati, ma aumentati» ricorda Nesladek. Per ora, comunque, c’è una sola certezza. La legge Panontin prevede che nell’ambito dei finanziamenti regionali ci sia una differenziazione tra la quota destinata ai trasferimenti ordinari e al fondo perequativo con quest’ultimo preferibilmente indirizzato ai Comuni che aderiscono alle Uti. Chi non aderisce, anche se la trattativa è ancora un corso, dovrebbe subire una decurtazione del fondo di perequazione del 7,5% per il primo anno, del 15% per il secondo e del 30% per il terzo. Ciò significa, ad esempio, che quest’anno il Comune di Muggia dovrebbe ricevere 240mila euro in meno che salirebbero nel 2017 a 940mila e nel 2018 a 1,4 milioni. «240 mila euro in meno vuol dire inevitabilmente un taglio dei servizi considerando che non vi è la possibilità di incidere sulla tassazione - conclude Nesladek -. Il prossimo bilancio dovrà tenerne conto». 

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