giovedì 9 giugno 2016

SUPERAMENTO DELLE PROVINCE: DALLA VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE AL MANTENIMENTO DEL PATRIMONIO SUL TERRITORIO

La “Commissione per le Riforme dell’UPI FVG”: la Regione tuteli la gestione delle funzioni sul territorio anche nel passaggio dai regolamenti locali alle norme uniche regionali; l’Osservatorio sulle riforme un’occasione perduta; il nuovo statuto solo dopo il Referendum


Nel corso della seduta della recente riunione della Commissione per la Riforma delle Autonomie locali del FVG è stata svolta una verifica dello stato di attuazione del processo attuativo della Legge regionale di riforma del Sistema Regione – Autonomie Locali (L.r. 26/2014 e s.m.i.) e, in particolare, un’analisi delle conseguenze recate dal trasferimento delle funzioni delle Province alla Regione e ad altri enti territoriali.

Alla presenza del Presidente Claudio Grizon e dei consiglieri Gennaro Falanga, Emanuele Zanon, Giuseppe Gaiarin, Maria Monteleone ed Eros Cisilino, è stata sviluppata un’ampia ed approfondita valutazione sulle ripercussioni recate dalla cessione delle funzioni provinciali sul personale, sul patrimonio, sui beni culturali e su diversi altri aspetti.

Al termine dei lavori la Commissione ha convenuto di formulare una sintesi delle valutazioni e proposte definite volta a sensibilizzare l’Ufficio di Presidenza e il Consiglio Direttivo dell’UPI nell’adozione di ogni opportuna azione volta a scongiurare gli effetti negativi che potrebbero prodursi dal dissolvimento degli importanti presidi istituzionali e amministrativi del territorio, attualmente garantiti dalle Province, nonché dalla dispersione del proprio patrimonio.

· Le risorse umane

Le Province del FVG hanno nei propri organici dirigenti, funzionari, collaboratori e tecnici di grande professionalità che sono fondamentali ai fini del mantenimento della qualità dei servizi e del presidio di molte ed importanti funzioni (viabilità, edilizia scolastica, ambiente, assistenza ai comuni, ecc.).
Questo patrimonio di professionalità, che nel tempo ha visto crescere la credibilità e la fiducia dei cittadini nei propri confronti, deve essere mantenuto a disposizione del territorio di appartenenza.
A tal fine si esprime una raccomandazione rivolta alla Regione in quanto gran parte delle funzioni delle Province saranno da essa assunte.
In ragione del determinante contributo che tale personale potrà dare al processo di ridefinizione dell’assetto ordinamentale, la Commissione chiede che vengano previste le necessarie disposizioni normative e procedimentali atte a salvaguardare la competenza maturata in anni di servizio – in specie dalle figure dirigenziali e dalle posizioni organizzative  - alle quali andrà riconosciuta la possibilità di mantenere tutte le proprie attribuzioni giuridiche ed economiche pur con rinnovati indirizzi progettuali e gestionali.
Viene, altresì, rilevata negativamente l’assenza di una norma che ancora consenta il passaggio del personale di ‘staff’ alle Unioni Territoriali Intercomunali che pure potrebbe costituire un valido supporto all’avvio di tali nuovi enti, attualmente in corso.

· Il patrimonio e le partecipazioni.

Si osserva che i Piani di Subentro non sono stati supportati da un adeguato confronto politico-istituzionale ed è sostanzialmente mancata sia l’interlocuzione con la Regione sia, salvo qualche eccezione, quella con gli interlocutori locali a seguito del disallineamento delle modalità e dei tempi previsti dall’originario processo di riforma e delle condizioni che stanno segnando la costituzione e l’avvio delle Unioni Territoriali Intercomunali.
Di fatto alle Province – specie a quelle di maggiori dimensioni – è stato impedito di condividere con i rappresentanti d’interesse facenti parte del proprio territorio il processo del proprio ‘superamento’.

· Il patrimonio rimanga al territorio

In tale contesto la Commissione chiede che le Province abbiamo modo di sviluppare tale confronto in sede territoriale con le costituende UTI ovvero con tutti i Comuni del proprio territorio prima della cessione dei propri ‘patrimoni’ alla Regione, ciò al fine di verificare le condizioni per mantenere nel territorio tanto la proprietà quanto la gestione dei beni culturali, degli immobili e d’ ogni altro bene attualmente posseduto e che si ritiene debba continuare a rimanere a disposizione della comunità di appartenenza.

· Le quote nelle partecipate

Per quanto concerne segnatamente le società partecipate (‘Autovie Venete’S.p.A., Società di autotrasporto locale, ecc.) la Commissione esprime l’auspicio che esse possano essere mantenute in capo agli enti espressione della propria collettività ovvero che le somme derivanti dalla cessione delle quote possedute possano essere utilizzate per interventi infrastrutturali in favore delle medesime collettività (facendo proprio, al riguardo, l’ordine del giorno unanimemente approvato dal Consiglio provinciale di Trieste).

· Dai Regolamenti locali per le materie trasferite alle norme uniche per tutta la regione

La Commissione ribadisce le preoccupazioni già più volte espresse per la scelta compiuta dal legislatore regionale di privilegiare il trasferimento delle funzioni provinciali in capo alla Regione, ritenendo tale livello più adeguato rispetto al rafforzamento dell’associazionismo intercomunale, ritenuto, evidentemente, frammentato e disomogeneo.
Ciò determinerà, fra le altre conseguenze, che i Regolamenti che attualmente disciplinano l’intervento in molteplici settori (agricoltura, ambiente, motorizzazione civile, cultura, associazionismo, ecc.) e che le Province hanno nel tempo formato e modellato sulla base delle specificità del proprio territorio e attraverso la diretta interlocuzione con le comunità amministrate, saranno sostituiti da un’unica disciplina applicata all’intero Friuli Venezia Giulia.
La Commissione chiede, al riguardo, che la Regione proceda all’adozione delle corrispondenti norme regionali dopo aver prima verificato le diverse esigenze territoriali e tenendo in debito conto le esigenze della loro salvaguardia.

· L’ “Osservatorio per la Riforma”, occasione perduta

La Commissione, altresì, stigmatizza il mancato coinvolgimento dell’ “Osservatorio per la Riforma”, cui la disciplina regionale assegna il compito di “fornire indicazioni per la predisposizione del piano di subentro” (art. 35 della citata L. r. 26/2014) che avrebbe consentito, altresì, alle Province di muoversi nella condivisione di comuni indirizzi e di poter dialogare con una rappresentanza dei Comuni.

· La riforma dello Statuto del FVG solo dopo il Referendum: deve essere conforme alla Costituzione

La Commissione, infine, nel prendere in esame l’iter parlamentare della proposta di legge costituzionale di modifica dello Statuto di autonomia del Friuli Venezia Giulia, osserva che la soppressione dell'ente Provincia in Friuli Venezia Giulia non possa avvenire prima che ne sia stata definitivamente conclusa la ‘decostituzionalizzazione’, ovvero che le modifiche della Costituzione approvate dal Parlamento abbiano superato il previsto vaglio dei cittadini in sede referendaria.

Al momento le Province sono enti autonomi e costitutivi della Repubblica, dotate di propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi della Costituzione (art. 114 Cost.) e lo Statuto del Friuli Venezia Giulia, per quanto assegni alla Regione la potestà legislativa primaria in materia di ‘ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni’, dispone espressamente che essa si debba esercitare ‘in armonia con la Costituzione, con i principi generali dell’ordinamento giuridico della Repubblica’.

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