Nel
corso della seduta della recente riunione della Commissione per la Riforma delle
Autonomie locali del FVG è stata svolta una verifica dello stato di attuazione del processo attuativo della Legge
regionale di riforma del Sistema Regione – Autonomie Locali (L.r. 26/2014 e
s.m.i.) e, in particolare, un’analisi delle
conseguenze recate dal trasferimento
delle funzioni delle Province alla Regione e ad altri enti territoriali.
Alla presenza del Presidente Claudio Grizon e dei consiglieri Gennaro Falanga, Emanuele
Zanon, Giuseppe Gaiarin, Maria Monteleone ed Eros Cisilino, è stata
sviluppata un’ampia ed approfondita valutazione sulle ripercussioni recate dalla
cessione delle funzioni provinciali sul personale, sul patrimonio, sui beni
culturali e su diversi altri aspetti.
Al termine dei lavori la Commissione ha convenuto di formulare una sintesi delle valutazioni
e proposte definite volta a
sensibilizzare l’Ufficio di Presidenza e il Consiglio Direttivo dell’UPI nell’adozione di ogni opportuna azione volta a scongiurare gli effetti negativi che
potrebbero prodursi dal dissolvimento degli importanti presidi istituzionali e
amministrativi del territorio, attualmente
garantiti dalle Province, nonché
dalla dispersione del proprio patrimonio.
· Le risorse umane
Le Province del FVG hanno nei propri organici dirigenti, funzionari, collaboratori e
tecnici di grande professionalità che sono fondamentali ai fini del mantenimento della qualità dei servizi e del
presidio di molte ed importanti funzioni (viabilità, edilizia scolastica, ambiente,
assistenza ai comuni, ecc.).
Questo
patrimonio di professionalità, che nel tempo ha visto crescere la credibilità e
la fiducia dei cittadini nei propri confronti, deve essere mantenuto a disposizione del territorio di appartenenza.
A tal
fine si esprime una raccomandazione
rivolta alla Regione in quanto gran parte delle funzioni delle Province
saranno da essa assunte.
In ragione del determinante contributo che tale
personale potrà dare al processo di ridefinizione dell’assetto ordinamentale, la Commissione chiede che vengano previste
le necessarie disposizioni normative e procedimentali atte a salvaguardare la
competenza maturata in anni di servizio – in specie dalle figure
dirigenziali e dalle posizioni organizzative
- alle quali andrà riconosciuta
la possibilità di mantenere tutte le proprie attribuzioni giuridiche ed
economiche pur con rinnovati indirizzi progettuali e gestionali.
Viene,
altresì, rilevata negativamente l’assenza di una norma che ancora consenta il
passaggio del personale di ‘staff’ alle Unioni Territoriali Intercomunali che
pure potrebbe costituire un valido supporto all’avvio di tali nuovi enti,
attualmente in corso.
Si
osserva che i Piani di Subentro non sono stati supportati da un adeguato
confronto politico-istituzionale ed è sostanzialmente mancata sia l’interlocuzione
con la Regione sia, salvo qualche eccezione, quella con gli interlocutori
locali a seguito del disallineamento delle modalità e dei tempi previsti
dall’originario processo di riforma e delle condizioni che stanno segnando la
costituzione e l’avvio delle Unioni Territoriali Intercomunali.
Di
fatto alle Province – specie a
quelle di maggiori dimensioni – è stato
impedito di condividere con i rappresentanti d’interesse facenti parte del
proprio territorio il processo del proprio ‘superamento’.
In tale
contesto la Commissione chiede che le Province
abbiamo modo di sviluppare tale confronto in sede territoriale con le
costituende UTI ovvero con tutti i Comuni
del proprio territorio prima della cessione dei propri ‘patrimoni’ alla Regione,
ciò al fine di verificare le condizioni per mantenere nel territorio tanto la proprietà quanto la gestione dei beni
culturali, degli immobili e d’ ogni altro bene attualmente posseduto e che si
ritiene debba continuare a rimanere a disposizione della comunità di
appartenenza.
Per quanto concerne segnatamente le
società partecipate
(‘Autovie Venete’S.p.A., Società di autotrasporto locale, ecc.) la Commissione esprime l’auspicio che esse
possano essere mantenute in capo agli enti espressione della propria
collettività ovvero che le somme derivanti dalla cessione delle quote possedute
possano essere utilizzate per interventi infrastrutturali in favore delle
medesime collettività (facendo proprio, al riguardo, l’ordine del giorno
unanimemente approvato dal Consiglio provinciale di Trieste).
La Commissione ribadisce le
preoccupazioni già più volte espresse per la scelta compiuta dal legislatore
regionale di privilegiare il trasferimento delle funzioni provinciali in capo
alla Regione,
ritenendo tale livello più adeguato rispetto al rafforzamento
dell’associazionismo intercomunale, ritenuto, evidentemente, frammentato e
disomogeneo.
Ciò
determinerà, fra le altre conseguenze, che i
Regolamenti che attualmente disciplinano l’intervento in molteplici settori
(agricoltura, ambiente, motorizzazione civile, cultura, associazionismo, ecc.) e che le Province hanno nel tempo formato e
modellato sulla base delle specificità del proprio territorio e attraverso la
diretta interlocuzione con le comunità amministrate, saranno sostituiti da un’unica
disciplina applicata all’intero Friuli Venezia Giulia.
La Commissione chiede, al
riguardo, che la Regione proceda all’adozione delle corrispondenti norme
regionali dopo aver prima verificato le diverse esigenze territoriali e tenendo in debito conto le
esigenze della loro salvaguardia.
La
Commissione, altresì, stigmatizza il mancato
coinvolgimento dell’ “Osservatorio
per la Riforma”, cui la disciplina regionale assegna il compito di “fornire indicazioni per la predisposizione
del piano di subentro” (art. 35 della citata L. r. 26/2014) che avrebbe consentito,
altresì, alle Province di muoversi nella condivisione di comuni indirizzi e di
poter dialogare con una rappresentanza dei Comuni.
La
Commissione, infine, nel prendere in esame l’iter
parlamentare della proposta di legge costituzionale di modifica dello Statuto
di autonomia del Friuli Venezia Giulia, osserva che la
soppressione dell'ente Provincia in Friuli Venezia Giulia non possa avvenire
prima che ne sia stata definitivamente conclusa la ‘decostituzionalizzazione’, ovvero che le modifiche della Costituzione
approvate dal Parlamento abbiano superato il previsto vaglio dei cittadini in
sede referendaria.
Al momento le Province sono enti autonomi e costitutivi
della Repubblica, dotate di propri statuti, poteri e funzioni secondo i
principi della Costituzione (art. 114 Cost.) e lo Statuto del Friuli Venezia
Giulia, per quanto assegni alla Regione la potestà legislativa primaria in
materia di ‘ordinamento
degli enti locali e delle relative circoscrizioni’, dispone espressamente che essa
si debba esercitare ‘in armonia con la Costituzione, con i principi generali
dell’ordinamento giuridico della Repubblica’.
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