mercoledì 15 agosto 2007

GOTTARDO: TICKET SNAIDERO TONDO PER IL 2008

Da il Messaggero Veneto del 15 agosto 2007



SACILE. Un ticket Snaidero-Tondo per battere il governatore Illy. E’ questo il progetto della Casa delle libertà che domani fonderà l’associazione del centro-destra per stendere il programma del 2008. Il coordinatore regionale azzurro Isidoro Gottardo è pronto ad aprire la campagna elettorale con poco meno di un anno di anticipo. E dopo un vertice in Sardegna fra l’imprenditore di Majano e Silvio Berlusconi, la decisione finale è attesa per settembre. Altra incognita resta la collocazione della Lega Nord, che non ha ancora garantito alla Cdl l’appoggio alle regionali.
Coordinatore Gottardo, come va Fi dopo quattro anni di liti e faide interne?
Fi e complessivamente il centro-destra si trovano a vivere in Fvg una fase costituente nuova.
Si spieghi meglio.
Da un lato è determinata dalla nostra volontà: la ricerca di una cultura di governo, un radicamento più forte sul territorio e una organizzazione politica votata al principio di sussidiarietà. Quindi con scelte, di volta in volta, che nascono dal basso e non calate. Dall’altro lato la nascita del Pd inevitabilmente avvia un processo di ristrutturazione del sistema politico, oggi inadeguato alle responsabilità di governo. E con il Pd molte appartenenze si rimettono in gioco.
E’ uno slogan?
No. Noi, forza di centro che appartiene sempre più al Ppe, siamo pronti a cogliere questa opportunità. Il Pd gioca al centro con il rischio di fallire nella necessità di riportare a una cultura di governo quella sinistra attratta dalla cultura di lotta. Mi pare inevitabile che il Pd entri nel solco del socialismo europeo. Anche in Italia, prima o poi, la competizione bipolare sarà fra europopolari ed eurosocialisti.
E Forza Italia che pensa di fare per prendere voti?
Fi sta maturando la sua fase costituente. E intende contribuirvi riorganizzando se stessa, celebrando i congressi e radicandosi sul territorio.
Dove?
Lo stiamo già facendo.
Intendo anche a Udine?
Sì.
Quando?
Fra il 14 e il 21 settembre.
Per cui?
Per cui diventiamo più radicati al territorio. Organizzati per difendere seggio per seggio il voto.
E che obiettivo elettorale avete?
Il nostro obiettivo alle regionali è superare comunque il 25%.
Uno su quattro...
Sì. Sapendo che per cogliere questo risultato medio dobbiamo lavorare in particolare in alcune aree, che tendono ad abbassare la guardia. Sono convinto che nell’Alto Friuli, come a Gorizia, si dovrà e si potrà fare un buon lavoro per avvicinarsi a questa media.
Ma siete un partito di liti e di faide. Come è messa la febbre interna? A parte la storica pace Antonione-Guerra...
Siamo in una fase congressuale ma soprattutto in una fase di riorganizzazione di un partito regionale che, per organizzazione e per capacità di mobilitazione al confronto politico, era partito solo sulla carta. Tuttavia Fi è un partito che sa fare quadrato e nei momenti decisivi marciare compatto. Chiaro che spetta soprattutto a me, quale coordinatore regionale, creare le condizioni perché tutti si sentano non esclusi, ma protagonisti di questa fase nuova.
Protagonisti, dice. Bene: parliamo del protatonista per eccellenza, il candidato.
Da dove partiamo?
Da Snaidero.
Beh, dobbiamo partire dalla legge elettorale regionale appena approvata.
Non faccia melina.
No. Ci sono due madornali errori e due madornali handicap che delegittimano la norma e rispetto ai quali noi abbiamo combattuto. Perché non ci fossero. Il primo è il voto disgiunto, cioè l’elezione diretta del presidente col voto disgiunto. Secondo è la soglia di sbarramento all’1,4% anziché al 5%. Un dato che è in contraddizione non solo con il progetto del partito democratico, ma soprattutto con ciò che i cittadini chiedono.
Altri dicono che avete solo paura che Illy prenda voti del centro-destra grazie al voto disgiunto. Ma è un automatismo dell’elezione diretta...
E’ inevitabile che con il voto disgiunto la contesa sia sul terreno ideale che Illy ha creato per sé e che il centro-sinistra, pur sapendo che ciò continua a delegittimare la politica, si è guardato bene dal mettere in discussione. Ma c’è un secondo punto da cui partire.
La disfatta del 2003?
No, non è la vicenda elettorale del 2003 ma la fase antecedente. Gli errori che l’hanno generata. Potremmo ricordare la legge elettorale che ha spianato la strada al referendum. Ma anche la carenza di cultura di governo e cioè il fatto che quella coalizione era rimasta la somma di quattro partiti, privi della coesione necessaria. Oggi questa mancanza di coesione c’è dentro Intesa.
Slogan...
No. A Roma e contro Roma il bla bla bla, e qui il pragmatismo di chi preferisce tirare a campare piuttosto che tirare le cuoia. E ha accumulato ingenti debiti... in Regione.
Ma Standard & Poor’s promuove la Regione...
Conferma quello che ha detto la Corte dei conti. Il debito c’è ma è entro i parametri.
Appunto. Entro i parametri.
La Corte ha ricordato che il problema sono i parametri troppo elevati rispetto a un corretto esercizio finanziario.
Intesa dice che il debito deriva da Tondo.
Tondo ha lasciato questa regione con un debito di 800 milioni di euro che erano la somma di tutti gli anni precedenti. Oggi il debito è a 2 miliardi. Con più entrate e la vendita di beni patrimoniali della Regione.
Bene. Ma avete proposto Snaidero... un imprenditore. Non è andare sullo stesso terreno di Illy?
Il centro-destra non può prescindere dalle regole con cui si vota. Tuttavia i due poli partono da due condizioni profondamente diverse. Noi col passato di una coalizione oltre il 55%. Loro col vantaggio di un presidente uscente che ha lavorato in tutti i sensi per consolidarsi come valore aggiunto ed esterno al centro-sinistra, distinguendosi soprattutto da Prodi. Loro hanno la necessità di nascondere e attutire la loro identità politica per consentire a Illy di perpetuare l’inganno nei confronti degli elettori. Noi invece di mettere a frutto una proposta convincente.
Ma nel 2003 avete perso. E per giunta male...
Nel 2003 non dimentichiamoci che è andato a votare poco più del 60%. Gli elettori del centro-destra scontenti non sono andati a votare. Fi ha raccolto 110 mila voti e all’appello ne sono mancati 70, forse 80 mila. Per capire cosa è successo dobbiamo guardare ai valori assoluti.
Credete che Snaidero sia un modo nuovo per presentarsi agli elettori?
Sì, Snaidero non è l’antipolitica.
E cos’è?
E’ la rappresentazione di una politica nuova. Una politica che compete nel globale. Ma con la forza della propria identità e della propria cultura popolare, che considera un dono. Una cultura da sempre improntata alla responsabilità verso uomo, ambiente, verso le nuove generazioni, nei confronti della propria storia e della propria appartenenza.
Non le sembra di esagerare?
No.
Snaidero è un marchio industriale, non è Madre Teresa di Calcutta...
Non c’entra. Lo si capirà dal nostro programma. Come si capirà che le questioni vere di questa regione oggi non sono il reddito di cittadinanza o la politica migratoria di Antonaz. O l’assistenzialismo. Se Snaidero dirà di sì, e se Illy poi farà altrettanto, la competizione non sarà fra due imprenditori, ma fra due soggetti politici del tutto alternativi. Illy è un battitore libero che presta la sua opera a una coalizione che non sa e forse non vuole rendersi comunque autosufficiente.
E accetterà?
Snaidero, che così come gli altri possibili candidati, nasce qui – non a Roma o a Arcore - è espressione di un nuovo centro-destra. Che insieme con il proprio candidato ha in testa un progetto, un programma rispetto al quale la politica non fa un passo indietro. Uno per tutti, tutti per uno...
I moschettieri? Come Tondo, che difende il popolo?
Arrivo a Tondo. Ho già detto che un candidato non basta.
Ne servono due?
Un candidato di per sé non fa la differenza se dietro a sè non ha una coalizione coesa, una cultura di governo aperta alla società.
Quindi?
Servono un candidato e una squadra. Non esiste una competizione fra Snaidero e Tondo, o chi si voglia. La candidatura di Snaidero o, meglio, prima ancora l’idea di Snaidero è molto più espressione di Renzo Tondo di quanto non si creda.
A giudicare dai commenti non sembrava...
Non ho mai letto e non ho mai sentito commenti.
Dicono che Tondo avrebbe dato disponibilità a fare un passo indietro per Snaidero. Le risulta?
Già nel 2003, il primo a immaginare Snaidero come via d’uscita fu Renzo. Renzo è un valore aggiunto per Fi e per il centro-destra. Non a caso lo vedo indispensabile in questa competizione. Attenzione a non commettere l’errore di pensare che le regionali saranno una partita a sé. Dopo queste ultime amministrative si è aperta una fase che noi vogliamo storica per il Fvg. Oltre alle regionali e alle politiche, ma soprattutto le amministrative. Non si governa il Fvg senza avere anche le autonomie locali.
Parla di Udine?
Parlo in generale, ma penso a Udine.
Cosa pensa?
Attribuisco alle elezioni di Udine una valenza molti significativa e comunque legata tutt’uno al progetto per le regionali.
Blasoni scalpita?
Blasoni non lavora per sè.
E’ girato anche il nome di Alessandra Guerra.
Il futuro di Alessandra lo vedo ancorato al centro-destra prima il Regione e poi chissà. In esperienze politiche nuove.
Coordinatore: quando fa le nomine in Fi?
Avevo bisogno di un periodo di vacanza per fare le meditazioni necessarie.
Le ha fatte?
Mi sono portato la documentazione necessaria, in modo tale che alla ripresa dei lavori i nuovi organi siano funzionanti.
Intanto il suo amico-nemico Moretton è in corsa come leader Pd...
E’ il nostro destino di incrociarsi. Io a fare il segretario di partito con il centro-sinistra al governo e lui quando vincerà la Cdl.
Ma Snaidero accetterà?
Sta riflettendo.
Ma ha visto Berlusconi in Sardegna...
So che si è incrociato con il capo.
E’ andato a cena al Billionaire?
Non con lui.

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