domenica 25 gennaio 2009

CARTELLI BILINGUI

Da Il Piccolo del 25 gennaio 2009 – Segnalazioni - Pagina 29 – Trieste

INTERVENTO


Segnaletica bilingue? Egregio signor Claudio Grizon, proviamo a vedere la questione in altri termini: gli sloveni sono pochi e i cartelli inutili? Bene, ma di muggesani che lo sloveno non lo masticano ce ne sono tanti. Perché privarsi dell’opportunità di allargare le nostre conoscenze (e il nostro vocabolario)?
Marco Svevo


Gent.mo Sig. Svevo,

Lei ha ragione, anche se gli sloveni a Muggia sono pochi, perché non allargare le nostre conoscenze? Se fosse stato questo il proposito del sindaco Nesladek sarebbe bastato un corso di lingua slovena per gli interessati. Temo però che non l'abbia ancora promosso perché teme una scarsa affluenza. Il fatto è che se vado a Capodistria o a Lubiana, nei negozi, i giovani specialmente, si rivolgono a me in italiano oppure in inglese! Con la Slovenia in Europa, ed un confine che per fortuna non esiste più, questi cartelli bilingui per Muggia sarebbero anacronistici e non certo una priorità: paletti per segnalare una “riserva indiana” piuttosto che indicazioni turistiche.

Claudio Grizon

Coordinatore e Consigliere Comunale di Forza Italia a Muggia


2 commenti:

Samo Ferluga ha detto...

Alla redazione de IL PICCOLO con la preghiera di pubblicarlo quanto prima nelle “Segnalazioni”:
Sono sinceramente sconcertato dalla lettera del “coordinatore e consigliere comunale di Forza Italia a Muggia” Claudio Grizon pubblicata nelle segnalazioni del 28 gennaio in cui questo signore in poche righe espone il suo pensiero su come sia inutile per gli italiani imparare la lingua slovena dato che se lui va a “Capodistria o Lubiana, nei negozi, i giovani specialmente” si rivolgono a lui in italiano oppure in inglese e di come, “con la Slovenia in Europa e un confine che non esiste più, i cartelli bilingui per Muggia sarebbero anacronistici“. In attesa di confutare personalmente il livello di conoscenza dell’inglese del signor Grizon mi diletto ad espandere il suo ragionamento, suggerendogli di impegnarsi pure ad abolire l’insegnamento del latino nelle scuole - tanto è una lingua morta! - ; l’aritmetica nelle scuole elementari - tanto ci sono le calcolatrici, i computer e telefonini, non ha senso!-; la lettura di Dante e dei Promessi sposi - ormai sono superati!- ; e, in fin dei conti, anche dell’italiano- basta l’inglese, che ormai lo parlano in tutto il mondo!-; per non parlare poi delle assurde pretese dei suoi colleghi di partito di tutelare il triestino ed il bisiaco - a che servono???. Per quanto riguarda l’”anacronismo” dei cartelli bilingui a Muggia, sono sicuro che Grizon si impegnerà con la stessa passione ed onestà intellettuale nel pretendere l’abolizione dei cartelli bilingui nel Capodistriano, anzi no, pardon nella Koprščina: a che servono cartelli come Hrvatini-Crevatini, Jelerji-Elleri, Božiči-Bosici, Ankaran-Ancarano, Bertoki-Bertocchi, Dekani-Decani, Korte-Corte, Izola-Isola?? Sono assurdi, ormai la Slovenia è in Europa e il confine non esiste più, i cartelli bilingui sono anacronistici, bastano quelli in sloveno, giusto sig.Grizon?
Al di là delle grottesche e sconcertanti esternazioni del sig.Grizon, la toponomastica bilingue non ha solo una ragione logistico-informativa per lo straniero che deve recarsi a Koper, ma vede solo cartelli per Capodistria, o a Rijeka e vede solo segnalazioni per Fiume; è anche e soprattutto una testimonianza di rispetto e considerazione verso le etnie che da sempre vivono in queste terre. Se poi il sig. Grizon si inventa tutti questi argomenti pretestuosi e privi di qualunque logica perché detesta visceralmente la lingua e l’etnia slovena abbia almeno gli attributi per dirlo e scriverlo chiaramente!!

Samo Ferluga
Muggia-Milje

amministratore ha detto...

Gent.le sig. Ferluga, restituendo al mittente le sue facili ironie, Le ricordo che a Capodistria c'è sempre stata l'Italia, finché non abbiamo perso quelle terre a causa di una guerra il cui conto l'anno pagato gli esuli istriani.
A Lazzaretto e a Chiampore, ad esempio, da quanto mi dicono (visto che sono nato molto dopo in campo profughi a Cremona) ed anche a Crevatini e Santa Barbara fino al 1945, eccezione per una famiglia croata che abitava ai Braghetti, nessuno parlava o parla sloveno o altre lingue slave.
A Santa Barbara invece si parlava una specie di dialetto slavo. A Muggia centro meno che meno. Mi dicono anche che negli anni 70 – 80 i compagni comunisti l’avevano a morte con la minoranza slovena e i loro simpatizzanti erano definiti seguaci di Vidali.
Per cui, pur riconoscendo a Lei e a quanti lo ritengono il diritto di chiederle, Le riconfermo la mia, e non solo mia, idea che le tabelle bilingui che vengono imposte a Muggia (dopo la richiesta di soli 5 consiglieri nella precedente consigliatura) non le considero una priorità ma bensì, assieme ad altri balzelli che stanno ricadendo sul Comune e di cui presto darò conto anche a Lei, un costo inutile per la pubblica amministrazione.