VIABILITÀ TRANSFRONTALIERA
La proposta è di Piero Camber. L’Anas: «Non entriamo nelle decisioni politiche»
IL CASO
Per ora nessuna risposta da Lubiana alla lettera della Bassa Poropat che chiede l’abolizione del pedaggio per gli automobilisti triestini
di MATTEO UNTERWEGER
Lubiana, per ora, tace. L’Anas non si sbilancia, trincerandosi dietro una dichiarazione prudentissima sulla proposta lanciata dal consigliere regionale del Pdl Piero Camber di un eventuale pedaggio (in caso di risposte negative dal governo sloveno) da applicare ai tratti di raccordo tra la Grande viabilità triestina e gli ex valichi confinari: «Non possiamo esprimerci sulla fattibilità, perché si tratta di una questione politica», la risposta della società. Intanto, la Provincia di Trieste è teatro di reciproche frecciate fra maggioranza e opposizione.
Al centro di questo quadro c’è sempre la questione «vinjeta», il famoso bollino senza il quale non si può transitare su autostrade e strade a scorrimento veloce in Slovenia, sollevata dalla lettera inviata da Maria Teresa Bassa Poropat, numero uno dell’ente di palazzo Galatti, al ministero dei trasporti della vicina Repubblica: la sua richiesta di valutare una soluzione agevolata per i cittadini del territorio triestino attende ora una replica formale.
Intanto, Bassa Poropat incassa l’appoggio trasversale di un alleato di spicco, il sindaco Roberto Dipiazza. «I trattati vanno rispettati. Qua lo si fa, lo stesso dovrebbe avvenire in Slovenia», esordisce così il primo cittadino, con il richiamo implicito al trattato di Osimo e a quel decreto attuativo su cui si fondano le istanze della Provincia. «I vicini sloveni - continua Dipiazza - affermano di avere una mentalità europea, fanno parte dell’Ue, ma di fatto si schierano contro l’ingresso croato nell’Europa unita e si disinteressano delle indicazioni di Bruxelles sulla vignetta. Devono rendersi conto - chiude il sindaco - di essere un paese da un milione e 800mila abitanti circa, un micro-organismo nel mondo: è necessario stiano alle regole».
Ieri, il capogruppo forzista in piazza Vittorio Veneto, Claudio Grizon, è tornato all’attacco, riagganciandosi a interpellanza e mozione presentate da Forza Italia un anno fa: «Ringrazio l’assessore Zollia per il suo interessamento - afferma - e per aver ripreso l’argomento, ma non è frutto ”di una discussione in Consiglio provinciale”, come dicono (gli esponenti della maggioranza, ndr), dato che tale ”discussione” aveva visto invece la contrarietà dell’attuale maggioranza che faceva intendere, anzi, un atteggiamento favorevole al pedaggio sloveno sulla superstrada capodistriana».
Si collega a quel «no» Maria Monteleone, capogruppo del Pd in Provincia: «Va dato atto al consigliere Grizon di avere sollecitato il dibattito sull’ingiusto pagamento della vignetta per i residenti transfrontalieri ma è doveroso ricordare come la mozione si appellava agli accordi di Udine che regolamentavano, tra le altre cose, i lasciapassare e il trasporto di prodotti agricoli e animali nei valichi secondari. Per questo non avremmo potuto sostenere la mozione che risultava scorretta e confusa». Monteleone lancia poi una soluzione pratica sulla ”vignetta agevolata” e sulle possibili difficoltà di verifica, proponendo un bollino «simile di altro colore che, per contenere la spesa, valga per più anni».
Per il capogruppo di An in Consiglio provinciale, Marco Vascotto, e il consigliere aennino Arturo Governa, «ben venga l’intervento dell’assessore Zollia che ha evidentemente portato in giunta e nella maggioranza di centrosinistra almeno su questo tema, un po’ di sano equilibrio che speriamo non rimanga un caso isolato nel quadro di un’azione amministrativa finora condizionata da una visione dei rapporti transfrontalieri ancorata a una sorpassata contrapposizione basata su retaggi storici ed ideologici».
Sempre dal versante del centrodestra giunge pure la bordata di Fabio Scoccimarro, ex presidente provinciale prima di essere spodestato proprio da Bassa Poropat e oggi in seno all’opposizione: «Sarebbe sorprendente se il governo di Lubiana, dopo aver sempre ignorato i ripetuti interventi di Bruxelles, ritenesse ora di prendere in considerazione l’inquilina di palazzo Galatti. Sembra proprio una barzelletta».
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