venerdì 21 marzo 2014

PROVINCIA, BASSA POROPAT: OK ALL’ONORIFICENZA A TITO, INFOIBATORE E LEADER DEI NON ALLINEATI

Grizon (Pdl): “la sinistra esulta quando Berlusconi rinuncia al titolo di Cavaliere per i controversi reati fiscali ma difende il dittatore Tito, Cavaliere di Gran Croce” 

“Mentre a Roma Silvio Berlusconi si è autosospeso da Cavaliere della Repubblica – sottolinea il - a seguito della condanna per la controversa vicenda dei reati fiscali, in Provincia di Trieste il centro sinistra difende, con un redivivo ed incondizionato orgoglio comunista, l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferita al maresciallo Josip Broz Tito nel lontano 1952 dall’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat”. 
capo gruppo del Pdl a Palazzo Galatti Claudio Grizon
“Ieri infatti la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, alla guida di un nostalgico e ringalluzzito centro sinistra, ha bocciato una mia mozione che proponeva la richiesta di revoca dell’onorificenza attribuita a Tito, distintosi per aver perseguitato gli italiani e per esser stato leader dei Paesi non allineati, assecondando l’appello che le Associazioni degli istriani, giuliani, fiumani e dalmati hanno lanciato da tempo al fine di ristabilire un principio di giustizia e di verità in memoria degli istriani perseguitati e uccisi nelle foibe a causa dell’odio etnico e della furia del dittatore jugoslavo”. 
“Spiace constatare che la mozione – ricorda Grizon - sia stata sostenuta solo dai consiglieri del Pdl Massimo Romita, Viviana Carboni e Daniela Pallotta, da Andrea Sinico di Un’altra Trieste e dal leghista Paolo Polidori e che Giorgio Ret, Giorgio Rossi e Roberto De Gioia non abbiano voluto partecipare al voto. Con la mia proposta non volevo certo riscrivere la storia ma, anche nella veste di dirigente provinciale e nazionale dell’ANVGD, ho ritenuto doveroso che Trieste, considerata in tutto il mondo capitale dell’esodo degli istriani, assieme alle sue istituzioni contribuisca a chiudere nello spirito che portò al “concerto dei tre Presidenti” in piazza Unità e della Giornata del Ricordo una ferita ancora viva nella memoria di quella gente che fu costretta all’esodo e che perse i suoi congiunti nelle foibe”.

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