giovedì 14 settembre 2017

LA PROVINCIA ORMAI LIQUIDATA CHIUDE E DELL' UTI GIULIANA TANTO CARA A SERRACCHIANI E DIPIAZZA NON SE NE SA NULLA O QUASI

Grizon: "auguri di buon lavoro al personale che andrà in Regione e a quello che rimarrà nell'UTI"

"Il commissario liquidatore chiuderà l'Ente a fine mese". Lo ricorda Claudio Grizon, capogruppo del Pdl dal 2011 al 2016, che oggi è ritornato a Palazzo Galatti per salutare i dipendenti rimasti.

"Ho ritenuto giusto rifare quelle scale - sottolinea Grizon - a quasi un anno di distanza, per passare a salutare i dipendenti rimasti che da ottobre passeranno anch'essi in Regione o che rimarranno incardinati nell'UTI Giuliana".

“Con la chiusura della Provincia – aggiunge l’ex capogruppo – abbiamo perso e disperso in vari enti le professionalità che in tanti anni si sono formate a Palazzo Galatti. Ho notizia che molte persone già trasferite non sono state per nulla valorizzate. Questo è un grave danno. Mi sorprende poi il fatto che il Comune di Trieste si sia fatto scippare dalla Regione il Palazzo Galatti che a suo tempo venne donato proprio dal Comune affinché divenga la sede di quella che è stata poi la Provincia che oggi ricordiamo”.

“Il consiglio provinciale in conclusione di mandato – evidenzia Grizon – votò all’unanimità una mozione scritta da me e dai colleghi del Pdl, emendata dal centro sinistra, la quale chiedeva che l’immobile ritorni nel patrimonio del Comune a servizio dei comuni del territorio”. “La mozione venne inviata alla Regione la quale invece recentemente ha deciso di tenere per se l’immobile alla faccia del Comune di Trieste: non sono bruscolini qui parliamo di alcuni milioni di euro scippati ai triestini”. 

"Oggi ancora una volta i ricordi - commenta Grizon - mi hanno riportato ai 20 anni che, nei ruoli di consigliere, capo gruppo e assessore, ho trascorso in quelle stanze a lavorare per costruire una Provincia grande, forte e viva, vicina ai bisogni e alle aspettative della gente e del territorio".

"Ringrazio ancora una volta - conclude l'esponente del centro destra - gli amici Massimo Romita, Viviana Carboni, Daniela Pallotta (ora sindaco di Duino Aurisina) e Marco Vascotto che fino allo scorso novembre hanno condiviso con me questa esperienza che ci ha dato tanto e che non dimenticheremo mai".

martedì 29 novembre 2016

CONSIGLIO PROVINCIALE DI TRIESTE, 29 NOVEMBRE 2016, INTERVENTO DI FINE MANDATO DEL CAPO GRUPPO DEL PDL CLAUDIO GRIZON

Da sinistra Viviana Carboni, Daniela Pallotta, Massimo Romita, Claudio Grizon e Marco Vascotto
Consiglio Provinciale di Trieste
29 novembre 2016

Intervento di commiato e fine mandato


Signor Presidente del Consiglio, Gentili Presidente e Componenti della Giunta, Colleghi Consiglieri,

La nascita delle Province in Italia

Le Province in Italia sono nate prima dell’Unità d’Italia, e precisamente il 23 ottobre 1859, con decreto del ministro sabaudo Urbano Rattazzi il quale riorganizzò l’amministrazione del Regno su tre livelli di governo locale: Comuni, Circondari e Province.

La storia della Provincia, così come l’abbiamo conosciuta, cominciò ufficialmente li (lontano da certe degenerazioni recenti su indennità, gettoni di presenza e fame di poltrone che più che le Province hanno interessato il Parlamento e le Regioni) con quella che Rattazzi definì "la più liberale delle leggi mai sottoposte alla sanzione del re". I piemontesi però conoscevano le Province sin dai tempi della denominazione francese, che ne aveva fatto un elemento chiave dell’organizzazione statale, longa manus del potere centrale sulle periferie. Crollato l’impero d’Oltralpe i governi sabaudi mantennero sostanzialmente invariata la struttura amministrativa disegnata da Napoleone e la esportarono nelle successive espansioni del Regno, traghettando le Province nella storia dell’Italia unita.

La prima Amministrazione Provinciale

A Trieste, dopo gli anni della Commissione Reale Straordinaria (nominata il 1 marzo 1923 con apposito R.D. per reggere la Provincia "fino all’insediamento della rappresentanza elettiva"), del Rettorato provinciale (insediato con il suo presidente il 5 maggio 1929, come deciso con il R.D. n.551 del 23 aprile 1929) e della Deputazione provinciale (la quale si insediò con i suo presidente il 29 luglio 1948) solo il 12 luglio del 1956 si giunse all’elezione dei 24 componenti del Consiglio Provinciale mentre il successivo 26 luglio, in quella che è ora la Sala Giunta e che allora ospitava il Consiglio, veniva eletto presidente della prima Amministrazione Provinciale il democristiano dott. Ettore Gregoretti.

La Sala consiliare che ci accingiamo a salutare dopo così tanto tempo, infatti, è stata voluta dall’amministrazione retta dal presidente Michele Zanetti (DC) e fu inaugurata solo nel 1975.

Nel suo intervento d’insediamento il prof. Ettore Gregoretti ebbe a dire: "noi invochiamo sin d’ora una riforma della legge comunale e provinciale che attui il principio dell’autonomia degli Enti Locali affermato dalla Costituzione repubblicana; riforma che allarghi i limiti delle materie attribuite alla loro competenza dall’attuale 'giungla' amministrativa e svincoli la loro azione da ormai anacronistici controlli dello Stato".

E’ curioso come le parole del primo presidente della Provincia abbiano ancora oggi una grande attualità: basterebbe aggiungere allo “Stato” anche la “Regione FVG”, sorta solo sei anni dopo, a seguito dell’entrata in vigore della legge costituzionale n.1 del 31 gennaio 1963 con cui il territorio del Friuli-Venezia Giulia venne costituito in Regione autonoma andando ad unire i territori delle province di Trieste, Pordenone, Gorizia, e Udine.

Particolari meriti, a proposito della valorizzazione delle Province nella nostra Regione, vanno senz’altro ascritti all’indimenticato e stimato presidente Adriano Biasutti (DC) il quale nel 1987 si impegnò particolarmente per promuovere un disegno di legge di decentramento, nonostante una situazione di stallo che si registrava al tempo a livello nazionale, che portò l’Ente ad assumere gran parte di quelle competenze che in questi anni abbiamo conosciuto.

La nostra storia a Palazzo Galatti

Come si ricorderà in Provincia i primi anni 90 furono caratterizzati da alcuni anni di commissariamento a causa dei ricorsi presentati dai rappresentanti dell’Unione Slovena dopo le elezioni provinciali che portarono all’elezione a presidente, per soli pochi mesi, dell’avv. Paolo Sardos Albertini, in cui si contestavano l’esiguo numero di seggi spettanti ai comuni minori.
Si giunse così ad una modifica della normativa che limitò gli eletti nell’ambito del territorio del Comune di Trieste ad un massimo di 12 sui 24 consiglieri assegnati.

Si tennero quindi, il 17 novembre 1996, le nuove elezioni che sperimentarono per la prima volta in Provincia l’elezione diretta del presidente. Renzo Codarin (Polo della Libertà) sfiorò il successo al primo turno con il 48,85% contro Adele Pino, candidata dell'Ulivo, fermatasi solo al 27,58%, e vinse poi il ballottaggio il 1 dicembre con quasi il 59% dei voti.

Con quella vittoria di vent’anni fa ebbe inizio il primo dei miei 4 mandati in Provincia di Trieste: prima come consigliere, poi da presidente di commissione e poi anche nella veste di assessore.
Con la vittoria di Fabio Scoccimarro sull’attuale capo gruppo alla Camera PD, Ettore Rosato, con il 51,77% contro il 48,23% (al primo turno 48,04% - 41,21%), nella primavera del 2001 venni rieletto (poi mi occupai dell’assessorato alle politiche sociali) ed arrivarono anche Giorgio Ret (poi dimessosi per assumere l’assessorato all’ambiente) e Viviana Carboni per FI e Massimo Romita e Marco Vascotto per AN (che poi divenne assessore al bilancio).

Nel 2006, quando la presidente Bassa Poropat per un soffiò, con l’1% dei voti in più, strappò la presidenza a Scoccimarro, venimmo tutti riconfermati.

Nella primavera del 2011, quando la presidente venne rieletta con il 58,67% su un centro destra lacerato, dove la candidatura di servizio di Giorgio Ret riuscì a raccogliere solo il 41,33%, venimmo tutti riconfermati nelle file del PDL e con noi arrivò per la prima volta in consiglio anche Daniela Pallotta. Marco Vascotto dovette cedere il posto a Giorgio Ret ma che ci ha raggiunto alcuni mesi orsono dopo il subentro di Ret a Dipiazza in consiglio regionale.

1996 – 2006: 10 anni di centrodestra al governo della Provincia

Riassumere in poche parole dieci anni di amministrazione è impossibile. Del primo mandato voglio ricordare la fatica e l’impegno che l’amministrazione Codarin dedicò al risanamento dell’Ente: ammontava a ben 15 miliardi delle vecchie lire il disavanzo accumulato dall’Ente negli anni pre e post commissariamento. Una cifra enorme che con una sana e oculata gestione venne azzerata nell’arco del mandato.

Per il resto con le risorse contenute a disposizione si iniziò un programma di interventi sulle scuole e sulla viabilità cercando per quanto possibile di dare ruolo all’Ente in tutti i settori di competenza anche attraverso una presenza attiva nelle partecipate (Fondo Trieste, Consorzio Aeroporto, Autoporto di Fernetti, Autorità Portuale, ecc.). Da segnalare verso la fine del mandato una partecipata conferenza economica. Si pensi solo, a titolo di aneddoto, che la giunta Codarin trovò un ufficio protocollo con quasi più persone impiegate di quello dei lavori pubblici dove si protocollavano addirittura le lettere tra uffici.

Il mandato del presidente Scoccimarro, complice una situazione economica migliore ed entrate crescenti (fino a superare i 130 milioni di €), fu caratterizzato invece da una forte progettualità in tutti i settori dell’Ente ma in particolare ancora sulle scuole, sulla viabilità, nella cultura, nel sociale nel turismo e nell’ambiente. Ricordo solo, a titolo meramente indicativo, alcune iniziative come la riapertura del Faro, l’Air Show, varie mostre, Il Pane e la Rosa, un’intesa attività nello sport e a favore della disabilità, le rassegne al Teatro Romano e a Miramare e il premio Julius Kugy per le scuole. Sempre attivo il ruolo nelle partecipate a partire dall’Aeroporto, all’Autoporto di Fernetti in Autorità Portuale e al Fondo Trieste.  

2006 – 2016: l’opposizione al centro sinistra della Bassa Poropat

Il passaggio dalle file della maggioranza a quelle dell’opposizione, dopo le elezioni del 2006, è stato evidentemente inaspettato. Ma ben presto il centro destra con il gruppo di FI guidato da me, quello di AN guidato da Marco Vascotto e Paolo De Gavardo per la Lista Dipiazza, si dimostrò in grado di condizionare la maggioranza vuoi con i riti d’aula (a volte infarciti da ostruzionismo quando la sinistra si rivelava troppo rigida) vuoi con un’intensa attività ispettiva con interrogazioni, mozioni e odg. Ricordo in particolare le estenuanti riunioni per le modifiche dello Statuto e del regolamento. Ma ci son stati, spesso su iniziativa nostra, anche momenti d’incontro sui temi più significativi.

Dopo l’era Scoccimarro, indubbiamente frizzante e dinamica anche per lo spirito che animava la sua giunta e la maggioranza, l’arrivo della presidente Bassa Poropat inevitabilmente mutò lo stile e il clima a Palazzo Galatti. Un’impronta più formale e rigorosa si è riflessa poi anche sull’adozione di una serie di atti e regolamenti che hanno più volte emarginato o messo un po’ in disparte il consiglio.

Purtroppo l’inizio del primo mandato della presidente si è manifestato sull’attività dell’Ente con una foga inusitata: la ricerca continua e pressante della discontinuità, sia politica che amministrativa, sulla gran parte della progettualità avviata dal centro destra ci era parsa offensiva quasi a significare che ogni cosa fatta prima del suo avvento fosse stata sbagliata o dannosa.

Questa conflittualità non ha fatto certo bene ne’ ai rapporti politici ne’ tantomeno a quelli personali. La cassazione di progetti, iniziative e collaborazioni fino alla censura dell’attività svolta precedentemente sul sito istituzionale dell’Ente ci era parsa, e ci pare ancora oggi, tutt’altro che un esempio di buona amministrazione e di bon ton politico istituzionale. Io non l’avrei fatto mai. Ma questo purtroppo era il clima e la foga di un centro sinistra assetato di una rivincita politico-culturale dopo i dieci anni di centro destra portò anche a questo.

In questo mandato fortunatamente la tensione politica è andata via via scemando specie quando le voci sulla chiusura delle Province a livello nazionale, ed in particolar modo in Regione FVG, diventavano sempre più ricorrenti e concrete. I rapporti si sono così normalizzati ed il lento declino della Provincia ci ha trovati uniti, non tanto nella difesa acritica e precostituita dell’Ente in se, ma nel sottolineare gli errori politici di quanti hanno determinato, costi quel che costi, l’eliminazione delle Province nel FVG, quali enti di area vasta, quando invece nel resto d’Italia quasi risplendono di nuova luce e competenze, come Enti di secondo livello, con buona pace di Renzi che della loro eliminazione ne aveva fatta una ragione di fede.

Anche nel secondo mandato l’attività del nostro gruppo è sempre stata intensa, puntuale, propositiva, attenta al territorio e ai grandi temi che riguardavano l’Ente. A partire da una presenza proattiva nelle commissioni, per passare alla presentazione di interrogazioni, mozioni e odg per finire con le domande di attualità.

In tutti questi anni la divulgazione della nostra attività, a parte le rare occasioni offerte dal quotidiano alla Provincia, è sempre stata puntuale attraverso i blog personali e di gruppo e il social Facebook che ormai è uno degli strumenti più importanti anche nella comunicazione politica.

Alla presidente Maria Teresa Bassa Poropat, in particolare a quella che abbiamo visto nel suo secondo mandato, e agli assessori Zollia e De Franceso, riconosciamo l’impegno e i risultati ottenuti in particolare nel settore dell’edilizia scolastica, dei trasporti, della viabilità e alla serietà dimostrata nella gestione delle varie e delicate competenze (pareri, controlli, autorizzazioni, ecc.) nel settore ambientale.

Le iniziative svolte nei settori richiamati sono state promosse quasi sempre con l’adesione ed il sostegno del nostro gruppo, che si è sempre speso per lo sviluppo del nostro territorio, e di un tanto abbiamo sempre dato riscontro nei nostri interventi in consiglio.

La consapevolezza che per questo Consiglio il mandato sarebbe comunque scaduto naturalmente quest’anno ci ha anche dato la libertà di dire quello che pensavamo senza il timore che qualcuno si sognasse di dirci che difendevamo le nostre poltrone e benefit mai visti in questo Palazzo. Una riforma calata dall’alto, imposta per un diktat politico, osteggiata dalle comunità che mai sono state lacerate in questo modo da quando esiste la Regione.

Se il primo mandato sul piano delle disponibilità finanziarie e delle entrate in generale è stato caratterizzato da una certa continuità attorno ai 130 milioni di euro con quello successivo invece i segnali di un graduale ridimensionamento dell’Ente si sono palesati ben presto complici i parametri e le regole del patto di stabilità che ha via via depresso e congelato le potenzialità dell’Ente.

Dopo l’estenuante iter in consiglio regionale e in parlamento per la legge costituzionale che ha cancellato la Provincia dall’assetto istituzionale e amministrativo della nostra regione abbiamo assistito sconcertati e inermi il folle percorso di attuazione della L.R. 26/2014 e dell’istituzione delle Unioni Territoriali, in particolare di quella Giuliana, il cui destino ancor oggi non ci pare chiaro e definito.   

Da due anni ormai è avviato il percorso tecnico – istituzionale finalizzato alla redazione ed approvazione dei piani di cessione delle competenze provinciali. Anche in questa situazione le Province hanno dimostrato quel senso di responsabilità e quella serietà che la Regione specie in questo frangente non ha certo avuto. Se i piani si sono fatti è merito esclusivo delle Province.

Lo scorso 24 novembre il Consiglio Regionale è tornato sul luogo del “delitto” ed ha “colpito di nuovo”: come previsto ha approvato il disegno di legge n. 164 sulla soppressione delle Province del Friuli Venezia Giulia, continuando a perpetuare il caos. Pochi giorni prima la Giunta Regionale aveva nominato i Commissari che dal 1 dicembre sostituiranno i presidenti e i consigli delle Province di Trieste e Gorizia.

A questo punto possiamo dire “tutto e compiuto”: avvenga ciò che è scritto e chi lo ha scritto si assuma le sue responsabilità.   
Si chiude quindi così, nell’indifferenza di gran parte della politica locale e regionale e nell’indeterminatezza che ancora avvolge la nascita dell’Unione Territoriale Giuliana, quella che possiamo definire l’“era delle Province”: scriviamo l’ultima pagina della storia della presenza di questo ente di area vasta a Trieste a distanza di 157 anni da quel decreto del ministro sabaudo Rattazzi e a 60 anni dalla sua prima amministrazione elettiva.

Devo dire che sono fiero di aver trascorso in questo Ente 20 di questi 60 anni e di aver contribuito con vari ruoli alla sua amministrazione e a promuovere lo sviluppo socio - culturale ed economico del suo territorio e dell’intera comunità.

Si chiude così una lunga esperienza umana e politica. Un’esperienza che ha scandito la mia vita personale e familiare. Ritmi di vita però che già da tempo abbiamo gradatamente mutato a meno causa il diradarsi degli impegni.

Per quanto mi riguarda posso dire che questa “avventura”, iniziata esattamente 20 anni fa, il 1 dicembre del 1996 con l’elezione di Codarin, è stata ricca di esperienze umane e politiche che, bene o male, hanno condizionato la mia vita. Ricordo i volti di tanti colleghi, alcuni dei quali non ci sono più (a loro dedico un pensiero affettuoso) con i quali ho collaborato e discusso con la passione di sempre per il bene della nostra comunità.

Penso ai tanti dipendenti che ho incontrato ed apprezzato e in particolare a quelli con cui ho avuto rapporti più stretti e continuativi li ringrazio tutti anche a nome del mio gruppo: la Provincia ha alimentato la professionalità di molti di loro e mi spiace constatare che non tutti siano stati valorizzati come avrebbero meritato con il loro trasferimento alla Regione.

Ai miei colleghi di gruppo voglio dire solo e semplicemente “grazie”! Grazie per la fiducia che mi avete riservato e confermato in tante occasioni; grazie per la collaborazione che mi avete offerto, grazie per avermi sostenuto, criticato e a volte seguito su pozioni che magari non sarebbero state le vostre pur di mantenere l’unità del gruppo, o del fronte dell’opposizione, nel voto in consiglio.

Grazie per avermi sopportato, nei miei momenti bui e nei miei momenti sereni, con pazienza e amicizia. Credo che per quanto ci riguarda, pur con le nostre diversità caratteriali, abbiamo avuto sempre un elemento in più che concorreva a caratterizzare il nostro gruppo: un’amicizia di lunga data fondata su una forte coesione politica. Potrebbe sembrare poco ma invece non lo è.   

Grazie infine a tutti voi: presidente Vidali, presidente Bassa Poropat, componenti della Giunta e colleghi consiglieri; abbiamo discusso, ci siamo confrontati anche animatamente ma sono certo che ognuno di noi aveva ed ha ancora a cuore questa nostra Provincia di Trieste e la sua comunità che rimarranno inevitabilmente ancora a lungo nei nostri pensieri, fin tanto che la politica non uscirà dai nostri interessi, dalle nostre discussioni o dalle nostre priorità per lasciar posto, finalmente forse, solo alle nostre professioni e ai nostri familiari e ai nostri affetti dai quali dal 1 dicembre ritorneremo a tempo pieno.

Voglio chiudere questo intervento ricordando alcune famose e significative parole che John Fitzgerald Kennedy, 35° Presidente degli Stati Uniti d’America (1917 - 1963) pronunciò il 20 gennaio 1961 e che credo diano il senso dell’impegno in politica e nelle istituzioni: “Non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro paese”. Ebbene, noi ci abbiamo provato.

Claudio Grizon
Consigliere della Provincia di Trieste
Capo Gruppo del Popolo della Libertà
      


venerdì 11 novembre 2016

L'AULA PROVINCIALE SI CONGEDA E PIANTA PALETTI SULL'AMBIENTE


Nota
Curiosamente dall'articolo è sparito il riferimento anche alla contrarietà sul rigassificatore di Monfalcone inserito nel testo dell'odg approvato e nel comunicato inviato.

Da Il Piccolo dell'11 novembre 2016 - Cronaca

L’aula provinciale si congeda e pianta paletti sull’ambiente
Ordine del giorno unanime nell’ultima seduta del Consiglio dell’ente in liquidazione impegna la Regione sul no al rigassificatore e sul controllo di Ferriera, Aquila e Siot

di Ugo Salvini

Ribadire il no al rigassificatore di Zaule. Mantenere la massima attenzione sul rispetto, da parte di Siderurgica Triestina, delle autorizzazioni concesse nell’ambito dell’operatività alla Ferriera di Servola, nonché sulla corretta riconversione delle aree dell’ex raffineria Aquila. Garantire la tutela ambientale nell’area del deposito costiero Siot, dove sono stati segnalati, nel recente passato, episodi di diffusione di odori di natura idrocarburica. 
Questo in sintesi il contenuto del mandato che il Consiglio provinciale ha affidato alla Regione approvando, all’unanimità, un ordine del giorno presentato dal capogruppo del Pdl, Claudio Grizon, e emendato in alcune parti dalla maggioranza, nel corso dell’ultima seduta dell’assemblea di palazzo Galatti. 
In base alla legge regionale numero 10 del 2016, a partire dal prossimo primo gennaio le competenze e le funzioni in materia ambientale della Provincia saranno trasferite alla Regione, assieme a quelle che riguardano il demanio idrico e la difesa del suolo oltre che l’energia.
In sostanza, l’ente guidato dalla presidente Maria Teresa Bassa Poropat ha chiesto all’amministrazione regionale di proseguire su una falsariga molto precisa e ribadita in numerose occasioni, che prevede «la massima cura nella difesa dell'ambiente»
Grizon, presentando il testo, ha ricordato che «le iniziative imprenditoriali e industriali citate abbisognano di continue e puntuali attenzioni, in relazione agli impatti che i monitoraggi o le procedure ancora in corso possono determinare sull’intera area provinciale e sulla popolazione residente. A breve - ha aggiunto il capogruppo del Pdl - sul territorio provinciale verrà a mancare la presenza di un ente elettivo di primo livello, con competenze su area vasta e sovracomunale, come la Provincia, a cui erano demandate significative competenze in campo ambientale per le quali, nel corso della sua sessantennale attività, è stato chiamato a esprimere pareri e autorizzazioni tecnico amministrative di particolare rilievo. Abbiamo perciò ritenuto indispensabile - ha concluso Grizon - che la Regione assicuri a tutti un preciso punto di riferimento territoriale a tutto vantaggio dell’utenza, garantendo un’indispensabile azione di ascolto, mediazione e sintesi delle esigenze del territorio»
Grande soddisfazione per l’unanime approvazione di questo ordine del giorno è stata espressa dal presidente del Consiglio provinciale, Maurizio Vidali. «Questo è un testo - ha commentato - firmato fra l’altro da tutti i capigruppo, nel quale sono rimarcate la contrarietà al rigassificatore di Zaule ed è richiesta massima attenzione su tutta una serie di tematiche ambientali per le quali si spera che la Regione continui ad ascoltare i territori come abbiamo sempre fatto noi in Provincia».

martedì 8 novembre 2016

AMBIENTE, GRIZON (PDL): “LA REGIONE CONFERMI IL NOSTRO “NO” AI RIGASSIFICATORI DI ZAULE E MONFALCONE, TUTELI LA SALUTE DEI CITTADINI E SOSTENGA IL TERMINAL RO-RO SULLE AREE TESECO”


E’ stato votato all’unanimità dal consiglio provinciale l’ordine del giorno relativo alle competenze ambientali della Provincia che saranno trasferite alla Regione dal prossimo 1 gennaio, presentato dal consigliere Claudio Grizon, capo gruppo del PDL a Palazzo Galatti, con l’adesione dei colleghi di gruppo Massimo Romita, Viviana Carboni, Daniela Pallotta e Marco Vascotto e dell’indipendente Fabio Longo. La maggioranza ha contribuito al voto unanime dopo la riformulazione di alcuni passaggi del testo.
“A consuntivo dell’attività dell’Ente, iniziata con l’insediamento della sua prima amministrazione elettiva il 12 luglio 1956 – ricorda Grizon - tra le varie tematiche trattate in campo ambientale dalla varie Amministrazioni succedutesi, ce ne sono alcune che meritano particolari sottolineature in quanto ancora di grande attualità”.
“Mi riferisco in particolar modo – spiega il capogruppo Grizon – al Deposito costiero della SIOT con gli episodi odorigeni di natura idrocarburica, alla riconversione delle aree dell’ex raffineria Aquila mai completate dopo 30 anni e la convenzione scaduta nel 2005, il progetto Teseco S.p.A. per un terminal container, il progetto della Gas Natural per un rigassificatore nel vallone di Zaule ancora non scongiurato, quello di Smart Gas per un rigassificatore a Monfalcone, il piano di ARVEDI per la Ferriera di Servola, la pulizia e bonifica delle grotte carsiche nonché la questione della bonifica e smaltimento dell’amianto”.
“In campo ambientale abbiamo le idee chiare - evidenzia Grizon -: siamo a favore di uno sviluppo delle attività portuali, al terminal container, alle bonifiche dell’amianto e delle grotte carsiche, a porre fine ai disagi provocati dalla SIOT ma contrari ai rigassificatori e alla Ferriera che dovrebbe essere riconvertita”.
Sono tutte iniziative economiche ed imprenditoriali che per il gruppo del PDL ed il consiglio provinciale “abbisognano di attenzioni continue e puntuali in quanto i loro obiettivi e la progettualità messa in atto sono di assoluta importanza ed interesse per l’economia triestina e, in alcuni casi, potenziali opportunità di ulteriore concreto sviluppo economico – occupazionale”.
“A breve sul territorio provinciale verrà a mancare un Ente elettivo di primo livello, con competenze su area vasta e sovracomunale – spiega ancora Grizon - a cui erano demandate le soprarichiamate significative competenze in campo ambientale per le quali, nel corso della sua sessantennale attività, è stato chiamato ad esprimere pareri ed autorizzazioni tecnico amministrative a volte molto importanti e ad accompagnare sul piano tecnico le società proponenti nelle loro attività”.
“Riteniamo quindi indispensabile – proseguono i consiglieri del PDL - che la Regione FVG continui a “garantire puntuale continuità nei dissensi già ripetutamente espressi dal territorio rispetto ai progetti sui rigassificatori di Zaule e Monfalcone”.
“E’ necessario – si legge nel testo del documento - che la Regione assicuri alle attività ed ai progetti che abbiamo ricordato tutte le attenzioni e le priorità che meritano e di cui necessitano, facendo sì che la mancanza del livello di governo di area vasta fino ad oggi rappresentato dalla Provincia non costituisca un problema, impedimento o motivo di ritardo o disagio per gli operatori interessati”.
“Chiediamo inoltre – aggiunge Grizon – che la Regione mantenga “la massima attenzione sul rispetto delle autorizzazioni ed atti comunque rilasciati, nel monitoraggio e nell’assunzione di ogni attività utile al fine della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini rispetto all’attività della Ferriera, sulle aree ex Aquila e sul deposito della SIOT”.
Alla Regione il consiglio provinciale chiede inoltre di “perseguire e consolidare a vantaggio dello sviluppo del territorio le attività della Teseco S.p.A. per un terminal ro-ro, la pulizia e bonifica delle grotte carsiche con il sostegno alle Associazioni ed ai gruppi speleologici nonché la bonifica e lo smaltimento dell’amianto”.
“E’ fondamentale infine – conclude l’esponente del PDL – che l’amministrazione regionale “assicuri nell’ambito delle funzioni sull’ambiente di quelle già trasferite, sia sul piano politico istituzionale che tecnico organizzativo, un indispensabile azione di ascolto, mediazione e sintesi delle esigenze del territorio, indispensabile per una pianificazione e gestione efficace di politiche ed interventi propri di area vasta”.

venerdì 28 ottobre 2016

DAL 1 GENNAIO 2017 PASSA ALLA REGIONE ANCHE L'AMBIENTE

















GRIZON (PDL): "FUNZIONI IMPORTANTI, COMPETENZE E PRIORITA' RISCHIANO DI DISPEREDERSI NELLA BUROCRAZIA DEL PALAZZO" 

Con la recente approvazione della “Proposta di Piano di subentro per il trasferimento delle funzioni in materia di Ambiente, con decorrenza dal 1 gennaio 2017” da parte del centro sinistra, con l’astensione di PDL, Lega Nord, Lista Dipiazza e De Gioia e la contrarietà di Longo, la Provincia si accinge a perdere un altro importante pezzo delle sue competenze.
“Ci siamo astenuti anche su questa delibera – spiega Claudio Grizon, capo gruppo del PDL –, come su tutti i precedenti piani di trasferimento, ma siamo assolutamente contrari a questa riforma che cancella 4 Provincie e tenta di istituire 19 Unioni Territoriali comunali mentre gli italiani, compresi quelli della nostra regione, il 4 dicembre saranno chiamati a dire “si” o “no” al “pacchetto” di riforme volute da Renzi dove si prevede di mantenere tutte le altre Province italiane come enti di secondo livello”.
“A consuntivo dell’attività dell’Ente, iniziata con l’insediamento della sua prima amministrazione elettiva il 12 luglio 1956 – ricorda Grizon - tra le varie tematiche trattate in campo ambientale dalla varie Amministrazioni succedutesi, ce ne sono alcune che meritano particolari sottolineature in quanto ancora di grande attualità”.
“Mi riferisco in particolar modo – spiega il capogruppo Grizon – al Deposito costiero della SIOT con gli episodi odorigeni di natura idrocarburica, alla riconversione delle aree dell’ex raffineria Aquila mai completate dopo 30 anni e la convenzione scaduta nel 2005, il progetto Teseco S.p.A. per un terminal container, il progetto della Gas Natural per un rigassificatore nel vallone di Zaule ancora non scongiurato, quello di Smart Gas per un rigassificatore a Monfalcone, il piano di ARVEDI per la Ferriera di Servola, la pulizia e bonifica delle grotte carsiche nonché la questione della bonifica e smaltimento dell’amianto”.
“In campo ambientale abbiamo le idee chiare - evidenzia Grizon -: siamo a favore di uno sviluppo delle attività portuali, al terminal container, alle bonifiche dell’amianto e delle grotte carsiche, a porre fine ai disagi provocati dalla SIOT ma contrari ai rigassificatori e alla Ferriera che dovrebbe essere riconvertita”.
Sono tutte iniziative economiche ed imprenditoriali che per il gruppo del PDL in Provincia “abbisognano di attenzioni continue e puntuali in quanto i loro obiettivi e la progettualità messa in atto sono di assoluta importanza ed interesse per l’economia triestina e, in alcuni casi, potenziali opportunità di ulteriore concreto sviluppo economico – occupazionale”.
"A breve sul territorio provinciale verrà a mancare un Ente elettivo di primo livello, con competenze su area vasta e sovracomunale – spiega ancora Grizon - a cui erano demandate le sopra richiamate significative competenze in campo ambientale per le quali, nel corso della sua sessantennale attività, è stato chiamato ad esprimere pareri ed autorizzazioni tecnico amministrative a volte molto importanti e ad accompagnare sul piano tecnico le società proponenti nelle loro attività”.
“Riteniamo quindi indispensabile – proseguono con Grizon, Massimo Romita, Viviana Carboni, Daniela Pallotta e Marco Vascotto - che la Regione FVG assicuri a tutti i soggetti interessati ai piani di trasferimento di competenze nell’ambito della sua amministrazione un punto preciso di riferimento territoriale autonomo evitando di integrare le varie strutture ex provinciali nell’ambito dell’articolata, ampia e a volte dispersiva organizzazione dell’Ente Regione”.
“E’ necessario – concludono gli esponenti del PDL provinciale - che la Regione assicuri alle attività ed ai progetti che abbiamo ricordato tutte le attenzioni e le priorità che meritano e di cui necessitano, facendo sì che la mancanza del livello di governo di area vasta fino ad oggi rappresentato dalla Provincia non costituisca un problema, impedimento o motivo di ritardo o disagio per gli operatori interessati"

venerdì 29 luglio 2016

NUOVO "NO" UNANIME DALLA #PROVINCIA DI #TRIESTE SUL RIGASSIFICATORE DI #GASNATURAL

Grizon (Pdl): "Regione e Ministero dell'Ambiente blocchino il progetto che comprometterebbe lo sviluppo portuale di Trieste"

Mentre la Provincia si sta accingendo a concludere la sua attività, su mia iniziativa s'è tenuta nei giorni scorsi una riunione della V Commissione consiliare competente in materia ambientale con l'obiettivo di definire una mozione che possa far sintesi delle posizioni assunte e dei pareri espressi negli anni scorsi a proposito del progetto per un rigassificatore da realizzarsi nel vallone di Zaule da parte della Gas Natural.
L'iniziativa è stata subito condivisa da tutti i gruppi consiliari e ieri il Consiglio ha sottoscritto e votato all'unanimità la seguente mozione. 
Questo documento vuole essere anche una sorta di verbale per il passaggio delle consegne che avverrà a fine anno al Comune di Trieste anche in merito alle competenze ambientali con l'auspicio che la nuova amministrazione Dipiazza abbia la stessa determinazione e compattezza nel perseguire gli indirizzi qui riassunti facendo sì che la Regione ed il Ministero dell'Ambiente impediscano la realizzazione di tale progetto che comprometterebbe gli indirizzi già assunti da tutte le amministrazioni locali tesi a privilegiare uno sviluppo economico legato alla portualità. 

Claudio Grizon
Capo Gruppo PDL Provincia di Trieste


IL TESTO DELLA MOZIONE 

Al Presidente del Consiglio Provinciale

Trieste, 28 luglio 2016

Oggetto: Mozione “Procedura autorizzatoria relativa alla costruzione ed esercizio di un Impianto di GNL, progettato dall’attuale proponente Gas Natural Rigassificazione Italia SpA nel porto di Trieste, in località Zaule. Conferma assoluta contrarietà.”

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

CONSIDERATO che sin dal luglio 2004 l’allora Società Gas Natural International SDG s.a. avviava la procedura volta all’ottenimento dell’autorizzazione unica relativa alla costruzione ed all’esercizio di un impianto GNL in Comune di Trieste, località Zaule;

PRESO ATTO che detta procedura è stata via via rinnovata in relazione alle intervenute modifiche normative del settore e vede oggi da ultimo quale proponente la Società Gas Natural
Rigassificazione Italia Spa;

RICHIAMATO, in tale ambito, il provvedimento conclusivo relativo alla pronuncia di compatibilità ambientale assunto con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del mare , di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali n. 808 del 17 luglio 2009;

RICORDATO che avverso tale atto risultano pendenti presso il Tar del Lazio numerosi ricorsi da parte di Regione ed altri Enti territoriali interessati, tra i quali anche questa Amministrazione provinciale, ai quali sono andati ad aggiungersi altri atti di impugnativa presentati anche dalla Repubblica di Slovenia, tesi questi ultimi a richiamare tra l’altro la mancata applicazione della normativa regolamentare comunitaria in ordine all’esigenza di accordo tra Italia e Slovenia sulla localizzazione dell’impianto, accordo mai intervenuto;

RICORDATO, altresì, che il medesimo provvedimento è risultato nel tempo sospeso dallo stesso Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, avviandosi addirittura in quella sede una procedura di revoca della precitata compatibilità conclusasi con atto formale di revoca sottoscritto dall’allora Ministro Orlando e trasmesso all’allora Ministro concertante, documento peraltro scomparso senza essere stato oggetto di formale revoca nel quadro procedurale di che trattasi;

RICHIAMATE le delibere tutte con le quali questo Consiglio nel tempo ha voluto evidenziare con le più ampie motivazioni di fatto e di diritto i sostanziali vizi procedurali, sia rispetto alla normativa comunitaria che nazionale, che hanno caratterizzato la procedura in particolare presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;

RICHIAMATA in particolare la nota prot. n. 22403-09.07/2015 di data 11 giugno 2015 che il rappresentante della Provincia di Trieste, in ossequio ai ripetuti dettati di questo Organo provinciale, ha formalmente depositato in sede di conferenza di servizi presso il MISE nella seduta dell’11 giugno 2015, sintetizzante i vizi di fatto e di diritto che hanno caratterizzato la procedura di che trattasi;

EVIDENZIATA l’assoluta disattenzione che lo stesso Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha prestato alle puntuali criticità che l’Autorita’ portuale di Trieste ha ritenuto più volte di evidenziare in ordine in particolare all’incompatibilità tra la presenza del proposto impianto di GNL e le previsioni di sviluppo del Porto di Trieste come previste nel nuovo strumento di pianificazione portuale oggi divenuto a tutti gli effetti esecutivo, nonché nei confronti di vigenti rilevantissime concessioni di carattere internazionale;

RILEVATA la superficialità delle motivazioni con le quali la Commissione tecnica nazionale VIA/VAS ha superato le suddette criticità, in palese difformità alla definizione di hub logistico strategico dell’Alto Adriatico che la riforma della portualità nazionale attribuisce al Porto di Trieste, come più volte confermato dal Ministro Graziano Del Rio;

PRESO ATTO, con soddisfazione, anche delle recenti dichiarazioni del Ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda, per il quale l’impianto di che trattasi ha perduto ogni strategicità in ordine allo sviluppo energetico del Paese;

CONSIDERATO, tuttavia, che il tale quadro procedurale a dir poco inusuale ed incomprensibile, costituente di certo un “unicum” nel diritto amministrativo italiano, si sono inseriti da ultimo due ulteriori preoccupanti atti del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare:
- il primo notificato a questa Amministrazione provinciale in data 30 maggio 2016 con il quale, a ben quattro anni di distanza, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare si preoccupa di contestare formalmente, previo parere della Commissione nazionale tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA/VAS, le osservazioni poste da questo Consiglio provinciale con propria deliberazione n. 53 del 12 novembre 2012;
- il secondo n. 0000222, pubblicato il 30 maggio 2016, con il quale, previo parere della medesima Commissione tecnica nazionale, si provvede ad accertare l’ottemperanza alle prescrizioni imposte dal succitato provvedimento di compatibilità ambientale del luglio 2009;

PRESO ATTO che avverso tali atti, ritenuti dai competenti Uffici ulteriormente lesivi delle posizioni evidenziate nel tempo dall’Amministrazione nonchè viziati dal punto di vista dell’applicazione delle norme e carenti rispetto alle puntuali previsioni di precedenti atti dello stesso Ministero, la Giunta ha dato mandato per l’assunzione nei termini dei relativi ricorsi al Tar del Lazio;

RITENUTO doveroso, in tale quadro contraddittorio, unire alla meritoria e puntuale attività tecnico-amministrativa degli Uffici l’espressione politica forte dell’intero consiglio provinciale di Trieste in merito al proposto impianto di GNL;

Tutto ciò premesso e richiamato,

RIBADISCE ALL’UNANIMITA’

l’assoluta contrarietà alla realizzazione di un impianto GNL nel Porto di Trieste, in località Zaule, come proposto da Gas Natural Rigassificazione Italia SpA

INVITA LA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E L’ASSESSORE DELEGATO

a trasmettere la presente mozione al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri competenti e comunque interessati, alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, all’Autorità portuale di Trieste ed ai Comuni comunque interessati, nonché al Ministero dell’Ambiente della Repubblica di Slovenia, facendosi altresì carico dell’assunzione in ogni sede di qualsiasi iniziativa sia essa amministrativa che giudiziaria, volta a confermare la succitata ribadita contrarietà e comunque finalizzata a garantire in un quadro di tutela dell’ambiente e della sicurezza per i cittadini, lo sviluppo generale del territorio ed in particolare della sua portualità.