martedì 9 ottobre 2007

MUGGIA, IL COMUNE NON AIUTA I GIOVANI

Da Il Piccolo di lunedì 8 ottobre 2007
Pagina 20 – Trieste

L’esperienza di una ragazza che ha inutilmente presentato i suoi progetti


Sei giovane? Sei volenteroso? Vuoi partecipare attivamente alle iniziative del tuo comune? Hai dei progetti interessanti da presentare? Credi che il comune non ti rappresenti abbastanza? Dai non perdere nemmeno un minuto, il tempo è prezioso, chiama il tuo amico Comune e vedrai, costruiremo una nuova Muggia, una Muggia più vicina a te.

Recita così lo slogan che in quest’anno di nuovo «governo» della cittadina l’amministrazione ci ha propinato ovunque, soprattutto sul giornale, ma che non sarebbe andata in questo modo lo si è capito dall’inizio.

La scorsa estate l’assessore alle politiche giovanili Loredana Rossi assieme a quello del turismo Roberta Tarlao hanno invitato i giovani muggesani a una riunione dove gli si chiedeva di dare consigli, idee, presentare progetti e quant’altro perché quest’amministrazione sentiva forte le loro problematiche e aveva intenzione di renderli parte attiva nella vita della città.

L’iniziativa sembrava interessante e quindi decisi di partecipare. Ascoltai molto e capii subito che chi dirigeva la riunione non aveva idee e se c’erano erano ben confuse, mi resi conto che era solo politica e alla fine non si stava dicendo nulla e tantomeno non si spiegava nulla, e mi accorsi soprattutto che nonostante i miei 23 anni, non facessi più parte del loro mondo giovanile, perché alla mia domanda: «Ma per i giovani miei coetanei, cosa pensa di fare quest’amministrazione?», senza batter ciglio ebbi la risposta: «Beh voi siete grandi potete andare a Trieste» (mi sembra inutile dire quello che penso).

Qualsiasi vocabolario della lingua italiana dà come definizione di giovane: «... che è tra l’adolescenza e la maturità...», io credo di rientrare perfettamente nella stessa e siccome caratterialmente non mi faccio abbattere decisi di presentare i miei progetti. Ci lavorai per giorni interi assieme ad un gruppo di miei coetanei, volevo solo che non si pensasse ai giovani sempre allo stesso modo come persone svogliate, senza ideali, senza personalità, credevo fosse apprezzabile trovare ragazzi motivati che vogliono puntare sul loro territorio e invece mi sbagliavo.

Presi molti appuntamenti (quindi giornate di permessi dal lavoro), parlai con vari assessori e con il sindaco, tutti elogiarono i miei progetti, le idee presentate facendo certamente ben sperare a ogni appuntamento, come se quello fosse il decisivo per realizzare qualcosa assieme.

I progetti erano diversi, indirizzati a tutti, riguardavano la cultura, il sociale, il turismo, la promozione della città. Le risposte, dopo numerosi solleciti, invece furono tutte uguali, rimandavano al nuovo anno perché c’era prima da rimettere in ordine i conti lasciati dalla vecchia amministrazione, i soldi erano pochi e il Comune aveva come prima esigenza finanziare le prime necessità (che dire poi quando leggi sul giornale dei 640mila euro d’avanzo!).

Decisi di non mollare se i progetti a detta dello stesso Comune erano molto interessanti. Nonostante i successivi appuntamenti ad un certo punto mi sono resa conto di lottare contro un mulino a vento e francamente a questo penso: che non si voglia fare niente, tantomeno per noi giovani. Siete sempre disposti a giudicarci come irresponsabili, immaturi, come una gioventù che cresce male, una gioventù a rischio, ma quando qualcuno prova a volare per dimostrare il contrario, gli tarpate le ali.

Scrivo perché sono delusa, volevo solo poter aiutare i «grandi» a vedere come i giovani vorrebbero la loro città. Probabilmente l’interesse non c’è ma avrei preferito saperlo, ora la mia domanda è una sola. Perché?

Isaura Argese

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